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Hostel

Creato il 08 novembre 2015 da Misterjamesford
HostelRegia: Eli RothOrigine: USA, Germania, Slovacchia, Islanda, Repubblica Ceca
Anno: 2005Durata: 94'




La trama (con parole mie): tre giovani studenti in viaggio attraverso l'Europa alla ricerca di divertimento e compagnia femminile incontrano ad Amsterdam un ragazzo sloveno che consiglia loro una località ed un ostello dove pare essere praticamente certo rimorchiare. Spinti dalla curiosità i tre compagni di viaggio - uno islandese e due americani - cambiano rotta per visitare il piccolo paese, ed effettivamente la prima impressione è quella garantita: ostello frequentatissimo ed affascinante, località caratteristica, ragazze da subito molto, molto disponibili.Quando, però, passata la prima notte uno dei tre scompare lasciando comunicazione di aver lasciato l'ostello per tornare a casa, i suoi due amici si insospettiscono: per loro avrà così inizio una vera e propria discesa agli inferi ed una lotta serrata per la sopravvivenza.
Hostel
Ai tempi dell'uscita di Hostel, titolo di genere che lanciò, di fatto, Eli Roth tra i nomi noti dell'horror e non solo, complici il periodo di radical visioni più intenso della mia vita di spettatore e la momentanea crisi rispetto al produttore e patrocinatore dell'opera Tarantino - ero fresco della delusione di Death proof - finii per snobbare clamorosamente il titolo nonostante il clamore suscitato dalla presunta e poco sopportabile violenza mostrata nelle parti più gore della pellicola.
A distanza di dieci anni, in attesa del recupero del più recente Green Inferno, ho approfittato per colmare la lacuna forte della mia ritrovata tamarraggine ed un'elasticità mentale che, ai tempi, non avevo, soprattutto in termini "artistici": il risultato, almeno rispetto alle aspettative della vigilia - che prevedevano il confronto con una merda assoluta -, è stato sorprendentemente positivo.
Certo, non sono qui a difendere Hostel come fosse una rivelazione o un titolo irrinunciabile, dato che si tratta di una trashatona sguaiata e senza ritegno, che sfrutta, fondamentalmente, lo spirito sopra le righe del suo regista e sceneggiatore, pulp almeno quanto quello del già citato Tarantino - anche se privo di tutto il talento di quest'ultimo -, per confezionare un prodottaccio in pieno stile b-movies anni settanta recitato da cani e realizzato con mezzi produttivi limitati, eppure devo ammettere di essermi tutto sommato divertito nel seguire le peripezie dei tre spesso detestabili protagonisti, finiti nel vortice di violenza di una località che pare inghiottire giovani turisti provenienti da tutto il mondo, pronti ad affrontare un'evoluzione che si sviluppa inizialmente quasi come un thriller per poi sconfinare nello slasher ed effettuare un ultimo passo per mutare in un gran casino gore con tanto di risvolti sociali legati, di fatto, alle possibilità dei ricchi - per l'occasione anche decisamente deviati - e dei poveri.
Trama, stile e fotografia non sono assolutamente all'altezza di una proposta da grande distribuzione - anche di genere -, il tutto è molto derivativo - in alcuni passaggi mi è quasi parso di avere davanti agli occhi il primo, indimenticabile, splendido Non aprite quella porta - ed il livello medio di recitazione davvero scarso, eppure l'idea che si tratti, di fatto, di un giocattolone confezionato da un regista che è ancora un ragazzo che si vuole divertire il più possibile con quello che gli piace e lo appassiona basta a convincere, se non altro, quella fetta di audience appassionata di massacri, sangue e situazioni al limite che solo l'horror - o un certo tipo dello stesso - può garantire.Senza dubbio non basterà al pubblico non avvezzo, occasionale o dal palato troppo fine, che a ragione bollerà il risultato come l'ennesima porcata iperviolenta e volgare partorita dal Cinema d'orrore, eppure, complici anche le aspettative sottozero, trovo che Roth abbia dato un'impronta decisamente personale al suo lavoro, definendo l'amore per la settima arte e la sua necessità di raccontare la stessa attraverso la violenza senza controllo - o quasi - che lo splatter garantisce: in un certo senso, e con una qualità incredibilmente inferiore, potrebbe valere per Hostel lo stesso discorso fatto rispetto a Roth e Tarantino, pensando di paragonarlo ad un'altra indimenticabile opera d'esordio di un regista giovane destinato, ai tempi, a cambiare la Storia di queste produzioni: La casa.
Paragoni assurdi ed azzardati, di certo, ma che se presi per quello che sono, come questo film, potrebbero quasi sorprendere.
MrFord
"So I, I won't be the one
be the one to leave this
in pieces
and you
you will be alone
alone with all your secrets
and regrets."
Linkin Park - "In pieces" - 

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