Morning...Si erano conosciuti dove si poteva comprare droga a basso prezzo, chitarre infuocate e rock maledetto...Dolce e lenta affogava nei corn-flakes...Pensieroso e oscuro sognava di smettere di scrivere versi, per seguire il fiume dei desideri."Ti piace il mio ciondolo?" una bambolina di legno dipinta."Oh! e' bellissima, sai penso che ti somiglia!"Lei lo guardava stuzzicante, voleva ingoiarlo, così sarebbe stato suo per sempre; poi, con le sue labbra diaboliche e conquistatrici, sussurrò "nothing, nothing..."
Uscirono. Giornata strana, quasi un tramonto anticipato.Il cielo sfumava tra il rosa e il grigio, passando per un rosso perverso...Arrivarono alla casa delle fate. Le pareti lilla e le tendine ricamate alle finestre... Finestre a forma di cuore... "è il momento in cui vengono fuori i miei sogni..."Passò un'aeroplano, bianco e luminoso. Lasciò una scia lunghissima per poi sparire in un groviglio di nubi."Ho perso totalmente il controllo...oppio...oppio...corro dietro all'oppio e non arrivo da nessuna parte". Il sole cresceva. pesante come un macigno, nessuno poteva fermarlo o sfiorarlo. Chiusero gli occhi, immaginando il piacere del sole se qualcuno avesse potuto raggiungerlo e accarezzarlo... Il diavolo polveroso uscì fuori, mostrando il meglio di sé... "Dai bambino, tu sei il diavolo, possiamo fare qualsiasi cosa... dissolverci nell'aria, diventare minuscole particelle di niente, così soffriremo di meno..." No, non era ancora pronto per il suo ultimo peccato.
Camminarono oltre la casa delle fate, trovando il pozzo dei desideri, non lo era realmente ma fecero in modo di non scoprirlo troppo presto. Nessuno mette le catene ai sogni... Volevano finirci dentro ma, in quel modo, l'avrebbero sporcato. Poi Maja doveva andare in bagno, forse per vomitare l'anima. Tornarono a casa strabevuti, a bordo di una fiammante auto da sballo... Dicembre '84... Poco prima del grande fuoco.
Si guardarono negli occhi, amandosi..."Tornerai domani?""Non so..." doveva morire...Cominciò quel suo viaggio lungo il fiume dei sogni, abbandonando i suoi verso, finalmente... Gomitoli di carta straccia tra le lamiere di macchine infernali. Uno scorcio di film, poi più niente...Viveva una nuova vita o si decomponeva in una fossa, ai margini della città...Lungo la strada... asfalto e desolazione...Maja versava le sue lacrime tra le pieghe della sua esistenza confusa. Per dimenticare viaggiava tra polverosi pub inglesi, attorniata da cenere, foulards e cappelloni pittoreschi. Poi, anche dentro di lei, tornò la calma, ma era tutto solo un'apparenza. In realtà un forte senso di disperazione la consumava... Passò molto tempo, follie estive e gelide lacrime invernali, tremendi acquazzoni e torridi pensieri. Cambiò anche la luna... Doveva succedere per forza una di quelle cose che fanno arrabbiare la gente...Tornò, tutto fiero dei suoi tatuaggi, sotto forma di fantasma. Maja non poteva né vederlo né toccarlo, ma lui la spiava di notte, giocando con i peli delle sue gambe spettrali... La guardava dormire, l'adorava. Era lì e ci sarebbe sato per sempre..."se solo l'avessi saputo...".Credeva di stare meglio, invece una sofferenza più acuta che mai si impadronì di lei. Trovava consolazione in una donna splendida, la sua amica immaginaria. Lei la capiva... Baudelaire e Riumbaud nutrivano le loro anime di una poesia infinita... Seduta per terra, fissando idoli di cartapesta appesi ai muri... Si interrogavano sul perchè di un futuro ancora da inventare, scrivevano le loro storie, i loro drammi, le loro passioni tranciate via troppo presto dalla vita...Una sera Maja piangeva ascoltando i Dogs d'Amour... una birra a metà e la nebbia fuori, aumetava la sua tristezza... Di nuovo sola, tremava la sua rabbia "i fantasmi sono così freddi..."Decise di aspettare l'alba, arrivò... Un mondo brulicante vita e frenesia in cui non si riconosceva. La casa delle fate non c'era più o forse non c'era mai stata... Sogno o incubo... Senza Vince niente ha più lo stesso significato...Aria gelida... Muri spogli... Voci... Parole vuote...Maja ora non esiste più. Si faceva chiamre HOT CHOCOLATE quando iniziò a vendersi per pochi soldi. Ma così non poteva continuare. Troppo discustoso...Questione di pochi attimi poi sarà tutto finito.Si riflette nell'acqua azzurrissima della piscina... sorride "E' bellissimo rivedere Vince..." e seguire la corrente del fiume dei desideri....______________"HOT CHOCOLATE"un racconto di Serena S.Madhousescritto nel 1998e contenuto nella raccolta "L'OCCHIO VIOLA"madhouse autoprodizioni 2000fotografie DOTTORZEROTRASH-Gennaio 2013
Il sotto-post
sur un porte-jarretellesun cadeau de mon Lui