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Hotel

Creato il 28 agosto 2010 da Mcnab75
Hotel

Hotel

di Jessica Hausner

Austria/Germania 2004

 

Irene inizia a lavorare come addetta alla reception in un Hotel di montagna. Lì scopre che sostituisce una ragazza, scomparsa, in circostanze misteriose. Da quel momento inizia a cercare informazioni su questa strana sparizione scontrandosi con la diffidenza dei colleghi. Le ricerche metteranno così a rischio la sua vita da costringerla a fuggire...

 

Commento

 

Un film praticamente sconosciuto, minimalista, algido come una ghiacciaia e a suo modo terrificante. Questo è, molto in breve, Hotel, di Jessica Hausner.

Siamo dalle parti dell'horror metafisico, dove nulla, ma proprio nulla, viene mostrato. Tutto viene suggerito, sussurrato. Lo spettatore attento, anzi, ricettivo, può attingere a questi 82 minuti di film per intuire molte cose, alcune delle quali realmente disturbanti.

 

Dunque lo abbiamo definito algido, e così è, a partire dai protagonisti. Irene (Franzisca Weiss) è una timida addetta alla reception, educatissima, schiva, calata in un contesto altrettanto schivo, ma in cui si percepisce qualcosa di marcio, appena sotto il livello della rigorosa perfezione dell'hotel Waldhaus.

Affacciato ai margini di un bosco oscuro, il Waldhaus è a sua volta un protagonista essenziale della pellicola. Coi suoi corridoi illuminati da luci al neon, con le sale conferenze dove perfino le penne devono essere posizionate con la giusta inclinazione sui tavoli, l'hotel è una sorta di presenza che amplifica il senso di alienazione di chi lavora per esso. I colori pallidi, le pareti spoglie fanno da contrasto col bosco antico che si affaccia all'esterno, retaggio di un'antichità pagana che viene più volte suggerita nella pellicola. Un altro contrasto a cui assistiamo è quello tra i dirigenti amministrativi dell'hotel, rigidamente teutonici nel loro atteggiamento pratico, quasi robotico, e la bassa manovalanza, che nelle ore di libertà si mostra rozza, triviale, perfino sporca.

 

Per tutta la durata del film assistiamo alla quotidianità di Irene, che sembra divisa tra noiosa routine e la crescente percezione di qualcosa di sbagliato, di invisibile, che aleggia sull'hotel e sulla zona circostante. I crescenti interrogativi riguardanti Eva, la ragazza che proprio lei ha sostituito, e che pare scomparsa nel nulla, non porteranno ad alcuna risposta, bensì a un accumularsi di sospetti che coinvolgono tanto il personale del Waldhaus quanto antiche figure citate nel folklore locale, in primis la Donna della foresta, una strega che nel 1500 viveva in un anfratto non lontano dell'hotel. Anfratto che ora è diventato meta fissa per le escursioni turistiche del Waldhaus.

 

Attenzione però: ribadisco che Hotel dà poche risposte, non fa vedere mostri, né una sola goccia di sangue. Il finale stesso è un'immagine fissa da cui si può intuire quel che succede, ma senza averne alcuna certezza.

Tutto l'orrore del film è dunque giocato su alcune delle peggiori emozioni a cui può essere esposto un normale essere umano occidentale (dettaglio non secondario): la lontananza da casa, la difficile convivenza con colleghi di lavoro incapaci di accettare un elemento nuovo nel “branco”, la perenne lotta con un carattere chiuso e timido, la routine che disumanizza e degenera la mente. A esse si aggiunge l'ativica paura dell'incomprensibile, quel senso eriditato dai rettili che ci fa comprendere il condensarsi intorno a noi di una presenza invisibile, aliena, estranea alle rassicuranti spiegazioni razionali. Il risultato è Hotel, un film di certo non per tutti, ma tanto singolare nel suo genere da rappresentare un esperimento degno di nota. Nonché disturbante.


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Purtroppo non ho trovato il trailer in italiano, ma in film è disponibile anche nella nostra lingua. Chi cerca trova...
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