Hôtel del Ritorno alla Natura, di Georges Simenon
Creato il 18 gennaio 2015 da Funicelli
Incipit
Chi
dei due era arrivato lì per primo? E perché scegliere proprio quel
posto, anziché un altro? Che cosa aveva di diverso dal terreno
circostante? Difficile dirlo; eppure la sterpaglia era meno folta,
per quanto riguarda il terreno, e si capiva che era là, e non
altrove, che bisognava fermarsi.I
due uomini, che in quel momento ignoravano l'uno la presenza
dell'altro, guardavano nella stessa direzione, verso il mare inondato
di sole su cui sembravano invischiate le vele di una goletta.
Dal
risvolto di copertina si legge che questo romanzo è stato scritto da
Simenon basandosi su un episodio di cronaca reale. Le avventure di un
gruppo di europei, con in testa una certa baronessa de Wagner, che
volevano tagliare i ponti con la civiltà su un'isola dell'arcipelago
delle Galapagos: due persone di questo gruppo erano morte in
circostanze misteriose. Su queste morti e sul clima torbido dentro il
gruppo, lo scrittore aveva scritto per il giornale parigino Paris
Soir alcuni articoli.
Da
questi avrà preso spunto per Hotel del Ritorno alla natura: siamo a
Floreana, isola delle Galapagos, dove si sono trasferite due coppie
di europei.
La
prima è costituita dal professor Muller (che poi scopriremo
chiamarsi Franz) e dalla sua assistente Rita: sull'isola il
professore intende riavvicinarsi allo spirito della natura. Per non
essere costretto a mangiare carne prima di partire, a Berlino, si è
fatto strappare tutti i denti. Rita, l'assistente nei suoi studi
filosofici, gira per l'isola nuda e dorme nello stesso letto del
professore, separata da un tramezzo.
La
loro solitudine è stata già interrotta dall'arrivo della famiglia
Herrmann, assistente all'università di Bonn con moglie e figlio. Su
un'isola abitata solo da animali e dove ogni tanto arriva in barca un
pescatore norvegese, i due nuclei si sopportano: il professore non
serba rancore al preparatore per aver invaso il suo territorio.
Ma
il loro equilibrio viene interrotto dall'arrivo sull'isola della
contessa Von Kleber, che sbarca assieme ai suoi due amanti, Klaus e
Nic.
La
contessa costruisce poco sopra la casa del professore un albergo, per
invitare i suoi amici miliardari che sbarcheranno con i loro yacht.
Si proclama imperatrice dell'isola, nel suo albergo suona la musica
anche di notte e si bevono alcolici. Un clima torbido avvolge
l'albergo e contamina tutta l'isola e tutte le persone.
La
mancanza di rispetto per la stessa natura che da il nome all'albergo
condannerà tutti quanti gli abitanti di Floreana.
Il
dramma incombe su questi tre nuclei di persone e la causa scatenante
sarà la siccità e la mancanza d'acqua. Un dramma che verrà
annunciato da un tramonto, pieno di colori, ma che nonostante questo
suscita nei miseri osservatori umani sensazioni di angoscia.
I
colori del cielo, della spiaggia, del corallo in fondo al mare, una
natura selvaggia che non si lascia addomesticare.
“Si
voltarono di nuovo. Gli altri tacevano per non tradire la propria
presenza. Era la prima volta che si trovavano riuniti così, al
completo, e certo provavano tutti il medesimo senso di prostrazione.Nessuna
poteva sfuggire a quella sensazione troppo forte per i nervi, per le
arterie di un uomo. Una lotta gigantesca, lotta di aspri, lotta di
stelle e di prismi si combatteva il cielo, e loro vedevano soltanto
degli aloni di cui non potevano comprendere i movimenti.Non
sembrava che lo yacht sfuggisse?
Si scorgeva ancora il fumo, si
indovinava la scia mentre la fredda luce della notte finiva
d'invadere l'isolotto perduto nell'oceano.
Rita si mosse. Avrebbe
voluto che qualcuno parlasse, non foss'altro per sfuggire a quel
sortilegio.Non pensava a nulla. Nessun pericolo la minacciava,
eppure mai una disperazione simile l'aveva pervasa, una disperazione
senza motivo, senza forma, una disperazione simile a quella luce
verde che aveva trafitto il cielo”.
Simenon
è bravo a disegnare in pochi tratti i caratteri dei personaggi, a
descrivere la tensione che sale piano piano su un isola che anziché
il paradiso, diventa quasi un inferno. Il libro è scritto in tono
asciutto, senza apparenti emozioni e si conclude con un cambio di
prospettiva, che racconta al lettore l'epilogo della storia.
Non
ci si può illudere di poter piegare la natura ai nostri desideri. È
da illusi o da sconsiderati pensare di abbandonarsi ad uno stato
selvaggio. La natura
merita rispetto, ci dice Simenon.
L'insegnamento
che ci lascia il libro è lo stesso che il professor Muller affida ad
una pagina dove conserva i suoi pensieri:
“Muller,
infatti, aveva aggiunto in un altro angolo del foglio
«Questo
prova ciò che io ho sempre sostenuto, e cioè che le cosiddette
isole incantate non sono luoghi adatti alla colonizzazione, né ad
imprese di qualunque tipo. La natura si difende da sola contro
l'orgoglio degli uomini. Ieri ho trovato un toro morto contro la
palizzata dell'orto, e stamane ho diviso un secchio d'acqua fra due
asini che non avevano più la forza di reggersi in piedi. La
provvidenza non ha pietà di queste creature, che dovranno morire
tutte ..»
E
aveva concluso con una calligrafia ancora più minuta: «E
sarà senz'altro un bene».”
La
scheda del libro sul sito di Adelphi.
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