
Hotel Rwanda è un film realizzato per non dimenticare un genocidio vero e proprio, quello tra Hutu e Tutsi, che quando venne perpetrato vide le nazioni ricche di tutto il globo girarsi dall’altra parte e far finta di nulla.
Un'altro mondo a parte, il più devastante massacro di civili della storia recente dell'universo, raccontato in un film. Si lo so, state pensando: "E' il classico film pieno di smancerie, pipponi sull'Africa e cazzate varie, a suo modo la versione indipendente e senza budget di Blood Diamond, daltronde i film sull'Africa sono lastricati di buone intenzioni, e di retorica."
Tutt'altro: per quanto io non possa perdonare l'idealismo di un fronte o dell'altro, per quanto a tratti il personaggio di Paul Rusesabagina (gestore dell'albergo che offre riparo ai rifuggiati) sia calcato un pò troppo nel suo aplomb e nella sua utopia democratica e fraterna, il film è seriamente bello, toccante, di grandissimo realismo umano e sociale senza particolari ambizioni.
Un film che fa riflettere sulla necessità delle azioni di guerra, o delle cosiddette "missioni di pace", specialmente quando il dramma necessita anche di un simile e suggestivo apparato ideologico pronto a far fronte con il linguaggio più diretto degli eserciti.
Un film che ha la rara capacità di filtrare nel dramma autentico un riflusso di coscienze nello spettatore.
Se si vuol essere puntigliosi il film di Terry George è abbastanza carente nell'introspezione psicologica dei personaggi, tralasciati ad una troppo breve descrizione priva di una corposa back story. Le pagine finali, con quell'orgia di morte che tempesta le foto dei bambini, e la predestinazione alla fine di un'incubo (molto vicino a Schindler's list) fanno gelare il sangue e strappare un senso di indignato dolore che difficilmente si dimentica. Hotel Rwanda è un film straordinario che è stato vergognosamente dimenticato in un batter d'occhio.
Terry George