Regia: Genndy Tartakovsky
Origine: USA
Anno: 2015
Durata: 89'
La trama (con parole mie): sono passati sette anni da quando Mavis, figlia di Dracula, ed il viaggiatore Jonathan, completamente umano, si sono innamorati, prima di decidere di sposarsi ed avere un bambino, il piccolo Dennis, cresciuto da sempre in una realtà che vede mostri e uomini convivere più o meno pacificamente.Quando, raggiunto il limite di età secondo il quale è possibile determinare se possa essere un vampiro oppure no, Dennis appare decisamente più simile al padre, il buon Conte decide di dare fondo a tutte le sue possibilità e con l'aiuto degli amici più intimi cercare di stimolare il passaggio tra le fila dei mostri del piccolo, approfittando di una gita della figlia con il genero in California, dove pensano di trasferirsi per agevolare l'esistenza "normale" di Dennis - nonostante lo stesso Jonathan non desideri altro che rimanere accanto al suocero ed in mezzo ai mostri -.Ovviamente, tutto si complicherà più del previsto, e quando i nodi verranno al pettine, la Famiglia, umana e non, dovrà decidere da che parte stare.
Ricordo bene il periodo in cui rimasi piacevolmente sorpreso dal primo Hotel Transylvania: era l'estate del duemilatredici, stavo superando uno dei periodi peggiori - lavorativamente parlando - della mia vita ed iniziavo a godere della paternità e di uno dei periodi di vacanza migliori che possa ricordare, con il Fordino ancora piccolo ed uno stacco come fossi ancora a scuola.
Le aspettative rispetto al lavoro ti Tartakovsky erano davvero basse, ed il risultato finì per sorprendermi in positivo, nonostante si fosse di fronte senza dubbio al classico blockbuster d'animazione per famiglie: al secondo giro di giostra dedicato alla famiglia di Vlad, alle prese con l'arrivo del suo primo nipotino, in un certo senso si è ripetuta la stessa storia senza che, fortunatamente, alle spalle vi fossero tormenti di alcun genere.
Hotel Transylvania 2, di fatto, riprende pari pari il discorso iniziato con il primo titolo di quello che, a giudicare dagli incassi in tutto il mondo, diventerà un franchise, presentando una formula già rodata che risulta godibile e divertente per grandi e piccoli, non si limita - fortunatamente - alle gag presentate dal trailer e pecca soltanto rispetto al fatto di non inventare nulla di nuovo ed essere, di fatto, una versione meno sorprendente - sempre in positivo - del predecessore.
Certo, non stiamo parlando di Studio Ghibli o della Pixar, quanto di un giocattolone che allinea momenti divertenti uno dopo l'altro e tocca un nervo scoperto per il pubblico per il quale è pensato: la Famiglia. Considerato che, di norma, prodotti di questo tipo finiscono per essere la tipica scelta del sabato o domenica pomeriggio con bimbi al seguito e cena fuori dopo la visione l'idea di sviluppare il concetto di focolare domestico mescolando il mondo umano e quello dei mostri funziona anche come specchio di una società fortunatamente sempre più multietnica, ripescando nell'immaginario dei più vecchi di noi che, da bambini, avevano adorato cose come Carletto il principe dei mostri.
In questo senso i siparietti forniti da Frankenstein, la Mummia, l'Uomo lupo, l'Uomo invisibile - fantastico nel fingere di avere una fidanzata, ovviamente invisibile anch'ella - e lo stesso Vlad, che nel ruolo di nonno speranzoso di vedere il proprio primo nipote rivelarsi come lui un vampiro regala chicche a profusione e rende bene la figura dell'adulto di un'altra epoca che si confronta con l'era "smart" dei bambini di oggi.
A questa galleria molto azzeccata di personaggi si aggiungono il valore del piccolo Dennis - che mi ha riportato alla mente Gli incredibili, in quanto a caratterizzazione - e di Mavis, figlia di Vlad già protagonista del primo film, che nel doppio ruolo di madre e figlia rende il doppio, un ritmo sostenuto da road movie ed un minutaggio che, ancora una volta, è assolutamente approvato dal sottoscritto.
Unica, vera pecca l'adattamento italiano, culminato con la resa pessima fornita dal doppiaggio del padre di Vlad affidato ad un impastatissimo ed inascoltabile Paolo Villaggio.
Come già scritto, non aspettatevi di trovarvi di fronte la sorpresa del mese: parliamo, senza ombra di dubbio, di un film costruito ad uso e consumo dei guadagni al botteghino ed assolutamente ed inequivocabilmente indirizzato ad uno specifico target di pubblico, eppure nel suo assolutamente dignitoso e certo più studiato di cose come Minions: insomma, per dirla come si direbbe dalle mie parti, "Piuttosto che niente, meglio piuttosto".
MrFord
"My beloved monster and me
we go everywhere together
wearing a raincoat that has four sleeves
gets us through all kinds of weather."Eels - "My beloved monster" -
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