Hotel Vigonza, gente che va gente che viene

Creato il 15 settembre 2010 da Renatocappon

Riporto pari pari l’articolo odierno del mattino di Padova, a margine una breve considerazione. La composizione del Consiglio Comunale di Vigonza è il risultato di una consultazione elettorale di più di tre anni fa, in quel tempo non esisteva il PD, non esisteva il PdL , l’UDC stava a Destra e la Lega era un Partito  in grado di esprimere appena un paio di Consiglieri. In termini politici stiamo parlando di Jurassic Park. Nunzio Tacchetto dovrebbe prendere atto di tutto questo, prendere atto soprattutto del fatto che ormai la sua maggioranza non esiste più a Vigonza, perchè non esiste più nel Paese,  so che non lo farà, ma in questi casi, il senso di responsabilità che gli compete vorrebbe che si tornasse dagli elettori. Per quanto riguarda l’amico Patrizio Zanella, gli riconosco il diritto di avere una posizione autonoma su temi delicati come l’etica o altro, mi piace meno il concetto che rimanga in “minoranza”, responsabilità vorrebbe che rimanesse all’opposizione.

dal mattino di Padova edizione odierna:

Vigonza. Il Carroccio si smarca dalla maggioranza e passa all’appoggio esterno

La Lega saluta il sindaco e si mette in proprio

Caon: «Tacchetto decide e solo dopo ci mette al corrente»


 VIGONZA. La Lega rompe gli indugi e si smarca dalla maggioranza e dal sindaco Nunzio Tacchetto. Lo strappo è avvenuto nella seduta di consiglio comunale di lunedì, quando il capogruppo del Carroccio Roberto Caon e il presidente Pietro Giovannoni si sono astenuti nell’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio, importante documento contabile. Le critiche della Lega si sono appuntate sul suo mancato coinvolgimento nelle decisioni del primo cittadino, ma è un pezzo che i leghisti sono in fibrillazione, praticamente dal mancato trasferimento dell’Ipercoop.
 «Siamo venuti a sapere che è stato messo in vendita l’ambulatorio di San Vito a cose fatte – ha protestato Caon – Servono soldi e bisogna vendere il patrimonio comunale? Valutiamo le priorità e dove andranno a finire gli incassi, ma il patto di stabilità non si sfora. Noi oggi siamo il partito di maggioranza relativa e vogliamo partecipare alle scelte di quest’amministrazione».
 Da Sandro Benato (PdL) la proposta di tramutare l’astensione in raccomandazione. Niente da fare, la Lega si è astenuta confermando però la sua fiducia alla maggioranza. Ma a quel punto è stato chiaro che il Carroccio ne è formalmente fuori. «Non riconosco il ruolo di un gruppo politico che è maggioranza ma fa al minoranza» ha dichiarato Nunzio Tacchetto.
 Problemi anche sul fronte opposto. Il PD si è spaccato invece sull’ordine del giorno sull’etica del confronto politico. Dove si esprimeva solidarietà a Schifani, a Dell’Utri, a Bonanni e perfino al Papa per le varie aggressioni subite. «Non voterò mai un documento di solidarietà a un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e trovo indecente accostare il nome di Benedetto XVI a quello di Dell’Utri» è sbottato Andrea Levorato.
 Di parere contrario il suo collega Patrizio Zanella, che ha votato a favore: «Se non riusciamo a difendere neppure l’articolo 21 della Costituzione, che garantisce il diritto di parola a tutti i cittadini, avalliamo il dissenso espresso con la violenza. Non mi riconosco più nel Partito Democratico». Al momento del voto Levorato, Simone Lunardi e Antonino Stivanello sono usciti dall’aula, Renzo Barutta è rimasto ma si è astenuto. Per Zanella si apre ora un percorso in solitaria, anche se PdL e la Lega farebbero carte false per accaparrarselo. «Resto in minoranza» ha però messo in chiaro Zanella. (g.a.)

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