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Hotline Miami 2: Wrong Number – Splatter che vince non si cambia!

Da Videogiochi @ZGiochi
di Lorenzo "quadrazza" Quadrini

Hotline Miami 2: Wrong Number è il seguito del celebrato Hotline Miami, una delle prime produzioni indie a riuscire a scalare le vette di critica e vendite. Il primo capitolo della serie, sviluppato dagli svedesi di Dennaton Games e prodotto da Devolver Digital, dopo il grande successo su PC, arrivò in neanche un anno su tutte le console principali. Ad oggi insomma non stupisce che Hotline Miami 2: Wrong Number, pur mantenendo la struttura classica dell’indie, sia stato atteso da una larghissima fetta di pubblico. Le speranze, lo diciamo subito, erano ben riposte: il titolo mantiene le promesse, rimanendo saldo sul proprio stile, non innovando ma ammodernando.

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Non solo maschere

La trama di questo sequel è indubbiamente uno dei cavalli di battaglia dell’intera produzione, capace finalmente di tenerci incollati davanti allo schermo, e di capire anche qualcosa dell’intera vicenda. Elemento questo non troppo scontato, vista la cripticità che contraddistingueva il precedente capitolo. Non che questo Wrong Number sia facile o lineare. Seguiremo i violenti percorsi di vari personaggi, alcuni dei quali si riveleranno delle vecchie conoscenze. Troveremo Beard, il povero uomo barbuto che nel precedente episodio ci intratteneva lavorando nei posti più disparati (scopriremo così in un flash-back quali erano i rapporti che intercorrevano tra lui ed il vecchio protagonista), un gruppo di ragazzi mascherati che intendono ricreare per pura noia le imprese del caro Jacket, il detective Pardo (investigatore dai modi quanto meno fuori dal coro), il giornalista Evan Wright, intenzionato a scrivere un libro sul quanto successo in Hotline Miami. Non possiamo che limitarci a questo mero elenco di personaggi, visto e considerato che gli eventi di gioco si legano in maniera piuttosto complessa e plausibile a quanto ammirato nel precedente software, e che al contrario di quello, in questo numero due nonostante lo stile piuttosto fumoso e contorto, sarà molto più facile immergersi nella trama e capire in che modo questa si dipani lungo l’intera narrazione.

Il gameplay è rimasto invece solidamente attaccato ai capisaldi del predecessore, aggiungendo però alcuni elementi minori, ma di grande impatto ai fini della giocabilità e dello stile di gioco. Per chi non lo sapesse Hotline Miami 2: Wrong Number è un action con visuale 2D dall’alto nel quale lo scopo principale sarà quello di uccidere tutti i personaggi ostili nelle date aree di gioco. Per fare questo avremo a disposizione diversi tipi di armi (alcune sbloccabili con il tempo), i nostri pugni, numerosi attacchi ambientali, e svariate abilità uniche per ogni personaggio. In questo seguito è stato dato ampio spazio all’uso del mirino bloccabile, anche grazie alla possibilità di mappare i tasti di gioco (consigliamo caldamente l’utilizzo del pad). In tal modo i giocatori potranno liberamente adattare i comandi alle proprie esigenze, fermo restando che in generale lo schema dei bottoni di default è piuttosto comodo e prestante. Allo stesso tempo vedremo come i vari atti, seguendo una trama cronologicamente non lineare, costringeranno sovente l’utilizzatore a non poter scegliere le maschere (come succedeva nel primo Hotline) ma a dover utilizzare forzatamente alcune di queste. Una costrizione che abbiamo trovato innegabilmente ottimale per portare l’utente a provare diverse strategie ed a sperimentare la frustrazione e la difficoltà di azione del protagonista di turno in determinate situazioni. In generale ogni atto e livello è stato pensato e scritto per offrire, più che una semplice mattanza, una vera e propria sfida, da dover pianificare con cura anche e soprattutto tenendo conto delle proprie abilità. Ed ecco che se giocheremo con Evan Wright non potremo usare armi da fuoco (lui dopotutto è un buono!), mentre nel caso della banda delle maschere saremo vincolati ai soli pugni assassini di Tony, alla capriola di Corey, alle doppie mitragliette di Mark o alla strana coppia di cigni dei fratelli Davis. Questi ultimi risulteranno essere forse i più ostici da gestire, a causa sia di qualche piccolo difetto tecnico (che porta il fratello armato, invulnerabile ai colpi, ad incastrarsi praticamente ovunque), sia dell’oggettiva difficoltà nel gestire un personaggio da mischia ed uno a distanza nello stesso momento, con gran confusione di tasti e numerosi casi di bodyblock. Inutile confermare la presenza della solita violenza, stavolta neanche poi troppo fine a se stessa, ma ben inserita nel contesto, pur se comunque portata (esattamente come nel primo) a livelli di brutalità ed esagerazione incredibili.

Tecnicamente Hotline Miami 2: Wrong Number non si differenzia troppo da quanto visto in precedenza. Indubbiamente sono stati fatti grossi passi avanti nel level design, presentando sfide non solo ardue, ma anche studiate per offrire il maggior numero di approcci e di strade da seguire. Interessantissimo anche tutto il comparto ambientale, grazie ad una notevole cura dei dettagli e nella descrizione delle stanze, visivamente molto più “piene” e caratterizzate. In generale insomma, se non si può dire che questo seguito abbia graficamente rivoluzionato la saga, non ci possiamo neanche lamentare del lavoro svolto, che è solido ma concentrato a migliorare quanto c’era da migliorare. Ovviamente un grandissimo applauso alle musiche di gioco su cui è stato fatto nuovamente un lavoro eccezionale, che vede coinvolti molti gruppi elettronici nella realizzazione di una OST che conta ben 50 tracce. Un marchio di fabbrica che i ragazzi di Dennaton Games hanno saputo far fruttare anche stavolta.

Hotline Miami 2: Wrong Number – Splatter che vince non si cambia!


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