PC - PS Vita - PS3
TESTATO SU
PSVITA
Genere: Azione, Sparatutto
Sviluppatore: Dennaton Games
Produttore: Devolver Digital
Distributore: Steam, PSN
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 23/10/2012
Atmosfera e musiche accompagnano un gameplay frenetico È un porting che non mette una pezza ai difetti originali...
Meccanica di gioco divertente e profonda ... A cui si aggiunge una non perfetta precisione degli analogici
Sarà una droga per una decina d'ore e più
L’ultima creatura di Dennaton Games, lo studio di sviluppo svedese composto Jonatan Söderström e Dennis Wedin, ha letteralmente catturato l’attenzione della scena indie più di un anno fa su PC con Hotline Miami, uno shoot’em up con visuale dall’alto per molti versi originale, diventando un successo in pochissime settimane dal suo debutto e finendo sulla bocca di tanti videogiocatori. Non a caso Sony ha favorito il suo ingresso nel mondo console durante questa estate, redendosi disponibile su PS3 e PS Vita con il supporto al Cross-Buy. Il porting è stato portato avanti dai ragazzi di Abstraction Games coadiuvati dal team di sviluppo originale e il publisher Devolver Digital. Come ormai tutti sanno le nuove politiche Sony stanno favorendo l’ingresso di tanti nuovi giochi di questo florido, più che mai, panorama videoludico riuscendo a sopperire alla mancanza di giochi fisici di cui soffre PS Vita. Anche se con grande ritardo rispetto all’uscita vi diciamo subito, se ancora non aveste avuto modo di giocarlo, che Hotline Miami rappresenta uno dei giochi più divertenti del catalogo digitale del PlayStation Store (e anche su PC, certo!), il perché verrà spiegato nel prosieguo dell’articolo che prende in esame la versione PS Vita, per l’appunto.
QUALI SONO LE DOMANDE GIUSTE?Alla base del gioco c’è una trama enigmatica con la quale il giocatore comprende inizialmente poche informazioni: ambientato in una Miami anni ’80 al nostro misterioso alter ego vengono fornite tramite delle telefonate di anonimi tizi delle destinazioni nelle quali entrare, far fuori tutti e uscire. In poco tempo incontreremo strani tizi in maschera i cui dialoghi non faranno altro che distorcere la realtà delle cose creando situazioni surreali tra l’incubo e la realtà che sembrano essere uscite da American Psycho. La trama in sé ha diversi spunti interessanti una volta finito il gioco, avendo tutti i pezzi del puzzle al loro posto, ma sono la regia e i dialoghi (in inglese) a rendere la narrazione originalmente interessante spingendo a leggere tra le righe e a scovare anche i piccoli dettagli che diano un senso al tutto. Trama, che comunque passa in secondo piano perché il protagonista del gioco è senz’altro il gameplay, semplice e originale allo stesso tempo, che regalerà diverse ore di divertimento. Come accennato, il gioco chiede di entrare in un edificio, uccidere nel mondo più violento chi è all’interno e andarsene. La violenza viene qui messa a nudo nella sua forma prima, e per fortuna che la scena indie vive in un substrato ancora invisibile ai radar della stampa generalista perché per qualcuno, il titolo in questione, sarebbe stato fonte di un nuovo articolo denigratorio verso un settore che con facilità viene visto con malizia e “ignoranza”. All’occhio inesperto e superficiale Hotline Miami apparirà solo insensatamente violento mentre dopo pochi minuti di gioco è tangibile come quelle azioni cruente ci inviino stimoli che viaggiano unicamente sul binario del divertimento facendo passare la violenza in secondo piano (grazie anche ad un escamotage nel design), svuotandola quasi del suo significato.
VELOCITÀ E STRATEGIAEntriamo nello specifico del gameplay che come detto è quello che rende assuefacente questo gioco. I comandi sono molto semplici e prevedono il movimento del personaggio e della telecamera con l’uso degli analogici; l’uso dei pugni, dell’armi da fuoco o di quelle melee sono affidati al dorsale destro, armi che possono anche essere lanciate con il dorsale sinistro per stordire il nemico per qualche secondo e eseguire se la situazione lo consente una uccisione da terra con il tasto X. Assimilare le azioni possibili non sarà un problema mentre metterle in pratica stando al passo con la velocità dell’azione richiederà sicuramente più tempo per alcuni se i primi livelli introduttivi non bastassero. Ma del resto di tempo ce n’è a disposizione per imparare le meccaniche visto che il gioco è fortemente basato sulla formula del trial and error, il che consiglia a quelli che la odiano di stare alla larga da questo gioco, mentre a tutti gli altri la morte non sembrerà mai stata così divertente.
L’inizio di ogni livello prevede la scelta di una maschera, vere e proprie mascotte del gioco, ognuna con un bonus particolare che va dal partire con un coltello in mano al muoversi velocemente, dall’avere un pugno mortale a raccogliere più munizioni e tante altre. L’idea è ben amalgamata con impianto ludico e incentiva a cambiare spesso maschera, anche in base alle esigenze, ma è altrettanto visibile come alcune di esse siano abbastanza inutili (chi vorrebbe giocare con i controlli al contrario?); e questa versione per PS Vita ha una maschera esclusiva che aggiunge un filtro in bianco e nero dove solo il sangue e i neon colorano la scena. Ecco quindi che si entra in un edificio ci si sbarazza di un guardia stendendola e prendendola a pugni, rubandogli un’arma come una mazza da baseball o un fucile a pompa entrare nella stanza successiva colpire/sparare il tizio armato e lanciare l’arma per tramortire il secondo. Questa è una semplice azione tipo ed è il minimo che questo gioco può offrire. La quantità e la varietà di armi unite alle azioni contestuali possibili con ognuna di esse regala al gioco una grande profondità e divertimento spingendo ad eliminare i nemici in diversi modi e più velocemente possibile. Ogni volta che si muore però bisogna ricominciare la zona daccapo con gli unici checkpoint situati all’inizio di ogni piano dell’edificio, il che consiglia una certa prudenza nell’affrontare le varie stanze di un piano tenendo a mente che lo sparo di un’arma da fuoco o altri rumori possono attirare le guardie nelle vicinanze. Non a caso è possibile spostare la visuale usando il touch screen di PS Vita per vedere quante guardie ci sono nelle altre stanze e come sono armate. Un carattere strategico di cui è dotato Hotline Miami che si dissolve solo quando abbiamo imparato a menadito i singoli livelli.
Di fatto con Hotline Miami il videogiocatore sperimenterà due lati della stessa medaglia in cui nella prima run ci si godrà il gioco puntando a superare i vari livelli divertendosi a scoprire tutte le azioni possibili e senza dar troppo conto alla valutazione finale che accompagna la fine di ogni livello. Una volta portato a termine il gioco (5-6 ore circa a seconda dell’abilità del giocatore) una seconda run sarà quasi d’obbligo perché a prescindere dalla ricerca nei livelli delle maschere, e delle lettere segrete che sbloccano un finale alternativo dando un quadro più chiaro alla trama, il giocatore sarà incoraggiato a mettere in pratica tutto quello che ha imparato fino a quel momento e farlo nel modo più veloce e coreografico possibile. A leggere fino a qui sembra che il gioco sia quasi esente da difetti ma in realtà ci sono e un po’ si fanno sentire. Gli utenti PlayStation hanno goduto di una versione sicuramente più solida rispetto a quella di lancio su PC però ci sarebbe comunque da recriminare per alcune problematiche originarie ancora presenti. Parliamo nella fattispecie dell’intelligenza artificiale che spesso va in “berserk” e reagisce in modo repentino alle nostre azioni, e poi delle collisioni che non di rado fanno un po’ cilecca. Questi due fattori negativi infastidiscono diverse volte specie quando si sta tentando di superare una parte ostica pianificando nel dettaglio ogni spostamento e azione , un lavoro che viene poi vanificato dai problemi di cui sopra. Difetti che sono abbastanza importanti ma che vengono minimizzati da una difficoltà di base comunque alta vista l’azione frenetica e che basta comunque un colpo per morire. Infine, c’è da sottolineare una non perfetta precisione degli stick probabilmente figlia del porting del gioco. Dennaton Games è anche riuscita a lavorare bene con i mezzi a disposizione sia dal punto di vista artistico con una bella grafica 8-bit e colori acidi creando l’atmosfera giusta in rapporto al contesto, sia dal punto di vista della colonna sonora che porta all’orecchio melodie elettroniche e drum and bass di celebri nomi quali Jasper Bryne (famoso per Lone Survivor ) M.O.O.N e altri. Un totale di 21 canzoni, alcune delle quali entreranno nella vostra testa aumentando questa piacevolissima esperienza di gioco.
IN CONCLUSIONEHotline Miami è un titolo da recuperare assolutamente se ancora non l’avete fatto, che sia su PC, PS3 o PS Vita. Il gioco di Dennaton Games si inserisce nella ormai folta lista di giochi indipendenti che meritano grande considerazione, perché al costo di otto euro regalerà tanto divertimento. Solo i giocatori che non reggono la struttura in stile trial and error possono starne alla larga e difficilmente l’alta difficoltà del gioco rappresenta un deterrente all’acquisto perché il ritmo frenetico, le possibilità offerte dal gameplay, l’atmosfera e le musiche creeranno un loop continuo di morti e azione a cui difficilmente riuscirete a resistere, passando sopra anche ad alcune magagne che sono comunque presenti. La possibilità di giocarlo su PS3 e PS Vita (supporto al Cross-Buy e Cross-Save) fa chiudere un occhio su un riadattamento di Abstraction Games che non vede novità e presenta anche una non perfetta precisione degli stick analogici. Un’attenzione che invece sarà necessaria con il prossimo capitolo già annunciato per PS4 e PS Vita. Insomma, se non l’avete fatto ancora, dategli una possibilità perché non ve ne pentirete. ZVOTO 8.5