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Frank Underwood non si è dimenticato di noi, e soprattutto non si è dimenticato del suo vero obiettivo, dello step finale della sua scalata al potere.
Dopo aver sorpreso, appassionato e reso appassionante una serie in cui tutti i suoi protagonisti sono negativi e senza pietà, House of Cards è tornata, sempre buttata fuori in blocco dalla NetFlix paradossalmente nel giorno dell'amore, il 14 febbraio.
Non aspettatevi però una redenzione, o un po' più di cuore da parte dei coniugi Underwood, sempre agguerriti e senza scrupoli nel nome di una sete di potere che non si può estinguere.
In questi nuovi 13 episodi, si viene così ancora una volta avvinti dai piani machiavellici che hanno come sfondo la Casa Bianca, dei voltafaccia, dei doppi giochi che di volta in volta vedranno tutte le sfere mosse da Frank posizionarsi al punto giusto.
E ancora una volta la sensazione che sicuramente ha la meglio, è quella speranza che mai si può abbandonare di vederlo sconfitto, di vederlo finalmente battuto e mascherato.
Il nemico che gli si pone davanti, l'altrettanto potente Raymond Tusk, potrebbe infatti essere quello giusto per metterlo in scacco, ma le risorse di Francis sono infinite, e fatte fuori (scusate lo spoiler) le mine vaganti giornalistiche in modo inquietante e da lasciare a bocca aperta, gli ostacoli da abbattere non riusciranno a fermarlo.
La mancanza di una componente femminile e quasi amorosa (se non si conta quella tralasciabile di Doug per Rachel), si fa però sentire in questa stagione, che appare così più fredda e calcolatrice della precedente, con il presidente Walker prossima vittima sacrificale.
La stessa Claire, toltasi tutti i dubbi con il suo Adam, appare qui sempre più volitiva, pronta a dare in pasto il suo passato pur di salvarsi, pur di evitare uno scandalo che giustamente (ma mai abbastanza) la travolgerà.
Perchè, in America come da noi, il vero giudice è la massa e la massa la si gestisce attraverso le notizie che la sfamano.
Pur con tutta la sua freddezza, pur con la sua perfezione tecnica fatta di scenografie altolocate e una fotografia da far invidia al miglior film, e soprattutto pur con tutta la politica a volte complessa che è ovviamente protagonista, House of Cards si odia amandola, percependone tutto lo splendore nonostante la mancanza di cuore.
Merito ovviamente del magistrale e inquietante Kevin Spacey, che con le sue occhiate ti annichilisce e ti rimpicciolisce di volta in volta, facendoti sperare, e tifare per la sua caduta.
Che questa avvenga o meno, è ovvio che la terza stagione dove la carne al fuoco sarà moltissima è già attesa.
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