“House of Cards” e “Scandal”: i due volti oscuri del Potere politico

Creato il 20 maggio 2014 da Alessiamocci

Metafore del Potere, House of Cards e Scandal frugano negli armadi del Potere portando alla luce le incapacità della classe dirigenziale americana e confermando come nella nostra epoca chi comanda è colui che ha il potere di prevedere e gestire gli eventi, non chi è messo a capo di un’Amministrazione a causa della propria inettitudine.

Sono i due tv-show del momento: House of Cards e Scandal: entrambi con buoni ascolti (10,5 milioni di telespettatori per il finale della terza stagione di Scandal), ed entrambi concentrati sul Potere politico e le sue possibili declinazioni.

House of Cards, ispirato al romanzo omonimo scritto da Michael Dobbs, ex membro del partito conservatore britannico, racconta di un politico democratico americano, Frank Underwood (interpretato magistralmente da Kevin Spacey), portavoce di partito che una volta messo da parte dal ruolo di Segretario di Stato, decide di conquistare il Potere manovrando e manipolando attraverso tutti i canali a sua disposizione (politici, economici, sociali-familiari e comunicativi) tutti coloro che possono in qualche modo contribuire alla sua grandezza silenziosa e volutamente nell’ombra.

In Scandal (nato dalla penna di Shonda Rhimes – la mamma di Grey’s Anatomy) si racconta invece di un avvocato donna, Olivia Pope (una non più tanto fredda Kerry Washington) che con il Presidente a letto ci va (di nascosto e come amante non ufficiale si intende), e non solo: pur non aspirando al Potere in senso stretto, la Pope gestisce, di fatto, un potere personale, quello di nascondere i panni sporchi dei repubblicani, che lucida a dovere prima che rappresentino un problema per il presidente e la sua amministrazione.

Personaggio “non moralissimo” come Underwood, la Pope condivide l’idea che i Soldi (grande feticcio degli anni 90) non rappresentino affatto il Potere ma siano un mezzo per arrivare ad altro, a quella Influenza e affidabilità politica che è esattamente ciò che serve ad una popolazione (anche di politici) che cercano un uomo/donna forte cui aggrapparsi mentre soffia il vento freddo della Crisi.

È interessante notare come questi due telefilm, nati sotto l’era Obama, abbiano cambiato il modo con cui si guarda alla alta politica americana: mentre ai tempi di Bush i telefilm vicini al potere erano preda di una insopportabile riverenza (prendiamo "Una Donna alla Casa Bianca", ad esempio) o comunque guardavano con distacco bonario il potere apicale del Presidente (JAG ma anche 24), con Scandal e House of Cards lo sguardo telefilmico è penetrato nelle stanze dei bottoni, facendo luce su dettagli scabrosi, politici e non solo, di tutti coloro che girano intorno al Presidente, dalla First Lady allo staff presidenziale, finanche ai giornalisti accreditati.

E lo sguardo è così accurato da chiedersi se non ci sia un complotto o una giustificazione socio-politica per  tutta questa umanizzazione delle figura massima del potere americano (è forse un tentativo di avvicinamento della figura presidenziale in un momento di lontananza dell’elettorato?).

Quali che siano i motivi, è indubbio che House of Cards e Scandal abbiano dato un servizio anche a chi da oltre Oceano assiste e forse un po’ scopre le “dinamiche” del potere americano così diverse dalle nostre, spesso tanto più efficienti, magari un po’ ambite dai nostri politici (e dagli stessi politici americani – Obama in testa) e temute dalla gente comune che vede in una Classe dirigente economicamente o moralmente corrotta il rischio di instabilità o malaffare (come gli scandali italiani confermano in pieno).

Ciò che distanzia House of Cards e Scandal sensibilmente è comunque la prospettiva di analisi: House of Cards analizza il Potere dal lato dell’Influenza politica: Frank Underwood non è interessato a diventare Presidente, ma vuole solo controllare la politica a suo vantaggio:  sfruttando le sue influenze riesce a realizzare una riforma dell’istruzione in breve tempo, passando sopra ai sindacati (“Sindacato inutile” è un hastag lapidario da lui inventato, che farebbe tremare i polsi anche in Italia), cerca di piazzare politici inetti da lui addestrati ai seggi da Governatore e manovra i mezzi di informazione per far passare il messaggio che vuole arrivi alla gente e al pubblico dello show cui Underwood si rivolge direttamente, rompendo la “quarta parete”, spacciando inquietanti perle di saggezza sulla politica moderna proprio come un Machiavelli contemporaneo .

In Scandal, invece, il potere viene analizzato sotto l’aspetto più passionale: la figura del Presidente è in primo piano ma si tratta di una figura inetta (non più né meno del Presidente Walker di HoC) rispetto alle grandi capacità comunicative della Pope, che come Underwood sembra conoscere bene i meccanismi della politica e della visibilità sui media e li sfrutta a proprio vantaggio meglio di chiunque altro.

Pope e Underwood sono infatti consapevoli che proprio nella comunicazione e nell’immagine del potere si cela la prima maschera efficiente da presentare al grande pubblico, poco importa che il messaggio parta da Twitter (spesso citato da House of Cards) o dalle dichiarazioni stampa (cui si affida sempre Olivia Pope).

Ecco quindi che ad uno sguardo attento, si arriva all’effetto indiretto nascosto dietro House of Cards e Scandal: in entrambi la figura portatrice del Potere viene sottesamente derisa, perché fondamentalmente rappresentata da uomini incapaci o deboli, vittime inconsapevoli o prede di meccanismi politici che sfuggono al loro controllo o preda di passioni incontrollate (di natura sessuale ) e destabilizzanti. Mentre il Potere, inteso come capacità/ Potenzialità di prevedere e governare gli Eventi è in mano a ben altri, un Portavoce di Partito o una ex Amante a capo della campagna per la sua rielezione (dopo avergli fatto vincere la prima con l’inganno).

House of Cards e Scandal quindi, nel tentativo di umanizzare una figura per sua natura lontana e distante, finiscono quasi per sbeffeggiarla lasciandola nuda e preda degli eventi, non pienamente in grado di esprimersi e comandare una nazione senza il loro prezioso, preziosissimo aiuto.

Written by Antonio Mazzuca


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