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“House of Cards” sbarca a Cuba, mentre il governo non controllerà serie tv e film di Netflix

Creato il 11 febbraio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Se con George Bush gli Stati Uniti esportavano la democrazia in Iraq a suon di bombardamenti, con Barack Obama a Cuba sbarca “House of Cards”, acclamato affresco a tinte fosche dell’interpretazione, o forse meglio della degenerazione, del concetto di cosa pubblica americana. Netflix, servizio di streaming di intrattenimento che distribuisce la premiatissima serie televisiva con Kevin Spacey, è infatti una delle prime compagnie americane a sfruttare la storica svolta nelle relazioni Washington e L’Avana, e da ieri ha iniziato ad operare anche nell’isola caraibica.

(collider.com)

(collider.com)

“House of Cards”, con Netflix arriva a Cuba: iniziativa simbolica. Si tratta di un’iniziativa più che altro simbolica dal momento che a Cuba, dove il controllo dei media da parte del governo rimane saldo, vi è un limitatissimo accesso ad Internet. Secondo i dati dell’International Telecomunication Union, nel 2013 vi erano appena 5360 abbonati alla banda larga su una popolazione di circa 11,3 milioni di persone. Senza contare che con un salario medio mensile di 20 dollari, saranno veramente pochi i cubani che potranno permettersi di pagare 7,99 dollari al mese per Netflix.

L’accesso alla rete dei cubani è molto limitato. “Il cubano medio ha un accesso molto limitato ad Internet, in particolare alla banda larga, molti pochi cubani potranno abbonarsi e vedere i film”, conclude Sanja Kelly, che si occupa di libertà su Internet per la Freedom House. Considerando quindi che saranno principalmente esponenti dell’elite politica e culturale dell’Avana a poter avere accesso all’offerta del servizio di streaming, l’operazione diventa importante proprio come veicolo di incontro tra la cultura popolare americana, nella sua versione più sofisticata, e quella del regime castrista.

Il governo cubano non controllerà i film e le serie tv di Netflix. Da Netflix hanno spiegato che il governo cubano non avrà il controllo sulla “library” di film e serie tv che verranno offerte agli abbonati cubani. E tra le serie, oltre alla saga dello spregiudicato e spietato Francis Underwood, verrà offerto anche “Orange is the New Black”, serie che sta facendo discutere in America per la lettura che dà delle relazioni razziali all’interno di un carcere femminile. Insomma, amoralità politica e sperequazioni razziali ed economiche, due dei capisaldi della lettura critica fatta dall’isola comunista della società americana. (ADNKRONOS)


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