House of shells: il fan-movie su Dylan Dog di Andrea Cavaletto

Creato il 30 novembre 2000 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco


Presentato in anteprima sabato 1° novembre alle ore 18.00 nell’ambito di Lucca Comics & Games 2014, House of shells (La casa delle conchiglie) è un cortometraggio fan-movie dedicato a Dylan Dog, della durata di circa 20 minuti. Nonostante la dicitura “fan-movie” c’è il coinvolgimento di autori di casa Bonelli come Andrea Cavaletto e Pasquale Ruju. Cavaletto ha sceneggiato e co-prodotto mentre Pasquale Ruju ha prestato la sua voce in un ruolo che non vi sveliamo per non anticiparvi troppo della trama. Il cortometraggio è interpretato da Stefano Cassetti (Dylan Dog) e Veronica Gentili (Vivien) e diretto da Domiziano Cristopharo (anche lui co-produttore). Per ora viene presentato in inglese con sottotitoli italiani, in seguito verrà deciso se presentarlo anche doppiato in italiano.


Partiamo subito dalla nota negativa. Il protagonista, pur essendo attore professionista con un certo curriculum e una certa aderenza fisica al ruolo, proprio non funziona. La sua interpretazione appare quasi svogliata, priva di partecipazione emotiva e dell’autoironia che caratterizza la controparte a fumetti. L’attrice sua partner non brilla certo per espressività, ma quanto meno dimostra maggior impegno, oltre a rispondere perfettamente al canone estetico della “bella di turno” dylandoghiana.
Notevole è invece l’interpretazione vocale di Ruju, forse scimmiottante un po’ troppo il Vincent Price di Thiller (il celebre videoclip diretto da John Landis), ma efficacissima e suggestiva.


Ma il cortometraggio ha anche diverse altre qualità. Regia e fotografia sono di buona fattura, con un bianconero d’atmosfera estremamente adeguato e la giusta alternanza di primi piani con campi lunghi. La camera segue i protagonisti, variando dal classico “montaggio invisibile” hollywoodiano a dettagli da cinema francese d’autore. La sceneggiatura funziona, anche se la scelta di pigiare l’acceleratore solo alla fine con un violento (letteralmente) cambio di ritmo, forse non è molto azzeccata perché penalizza i primi minuti con una lentezza che rischia di sfociare nella noia. Felice la scelta di usare il famoso “Trillo del diavolo”, naturalmente eseguito al clarinetto come colonna sonora principale.


Una nota curiosa: c’è una simpatica citazione cinematografica che molti riconosceranno (Klaatu Barada Nikto), esposta in modo ironico – e qui i dialoghi sono particolarmente riusciti – per prendere un po’ in giro la bella Vivien, che di cinema evidentemente non sembra abbia una gran conoscenza.

In definitiva, La casa delle conchiglie è un prodotto professionale, che manifesta molto amore per il personaggio, e riesce a riprodurre almeno in parte le atmosfere di Dylan Dog, però senza centrare del tutto il bersaglio per i limiti sopra esposti.





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