Effetto Dr House
Gregory House vs Lele Martini, analisi di due profili psicologici sicuramente interessanti, visto che hanno catturato le passioni (e lo share) di milioni di telespettatori, due personalità diametralmente opposte che qui verranno sviscerate e interpretate per voi. Buona lettura!
House
House è il fuoriserie dei dottori, una Ferrari della diagnostica che non si accontenta di soffiare nasi ma di risolvere intricati puzzles dal 4^ grado di omplessità in su, basandosi sul dogma che tutti mentono. La sua personalità ha forti riflessi oscuri, dati dal fatto che per salvare la sua gamba dall’amputazione ha peggiorato il proprio comportamento, allontanando la donna che amava a causa di un dolore cronico che non lo abbandona mai. Imbottendosi di Vicodin riesce a lavorare e si è convinto che l’infelicità è già qualcosa, sempre meglio di niente; ha paura che la felicità gli possa permettere leggerezze che nel suo campo non sono concesse, specialmente nella diagnostica, e questo lo allontana da possibili storie d’amore sul posto di lavoro.
In realtà lui adora Cuddy (nonostante le battute “pesanti”) ma lei non si fida di lui, vede troppe ombre nel suo animo e un comportamento sregolato senza possibilità di redenzione che inibisce ogni possibile relazione futura.
Da misogino imbottito di oppiacei in questi anni abbiamo visto il suo profilo evolvere, ritornare dalla quasi morte per ben tre volte (il coma farmacologico, lo sparo del pazzo e il coltello nella presa elettrica), parlare con i pazienti, conoscere nuove persone, accettare di avere un problema, farsi curare, trovare finalmente una sua personale strada per la felicità.
Il carattere rimane sempre burbero e analitico ma riesce a provare una maggiore empatia verso il mondo esterno, facendo qualche volta anche un passo indietro per evitare di ripetere gli stessi errori del passato. L’umanità di House, prima compressa da farmaci e dal dolore alla gamba (che molto spesso si è rivelato più neurologico che fisico), ora sta pian piano riaffiorando, grazie ad una cura intensiva e alla disintossicazione dal Vicodin.
Martini
Lele Martini è il classico medico di famiglia (come il titolo della serie vuole imporre) con una specializzazione internazionale, che passa dall’Australia alla Sorbona. La persona giusta al posto giusto, per non deludere mai nessuno è sempre accondiscendente e gentile, non capendo le eventuali situazioni di pericolo come la storia con Fanny.
Il nostro allegro Lele, infatti, con lo shock dato dal diventare nonno e dal raggiungimento dei fatidici 50 anni, ha bisogno di imporre il suo marchio, di non sentirsi vecchio sclerotico, di provare ancora l’ebbrezza di una corsa a piedi nudi in Central Park alle 5 di mattino. Al posto della classica moto, icona della crisi di mezz’età, si concede una conquista ormonale, dedicandosi anima e corpo ad una ragazza che lo metterà contro tutta la sua famiglia (che tanto ama): è una collega di sua figlia, potrebbe essere suo padre.
Nonostante questo il medico non si fa ostacolare, desideroso di provare assiduamente emozioni al cardiopalmo: capisce di aver toccato il fondo quando lei potrebbe essere incinta e lui potrebbe diventare padre per l’ennesima volta.
A quel punto si accorge che la bella Bianca, donna molto attraente e decisamente disponibile, ha bisogno di un “richiamino” e così Lele soddisfa l’intera Italia mettendosi con una sua ex compagna di scuola.
Lele Martini, nonostante la sua formazione invidiabile, è chiamato ad occuparsi di casi insulsi e con una complessità molto bassa: la serie è basata sulla necessità di bombare ed essere bombati, la medicina passa totalmente in secondo piano (come in Grey’s Anatomy, d’altronde) e lo libera dal provare la conoscenza enciclopedica.
Come Peter Pan è fuggito in Australia per salvare il mondo, quando in realtà i primi a dover esser salvati erano proprio i suoi figli: un nonno ormai sull’orlo del rimbambimento totale senza sostegno alcuno, una tragedia.
Rientrando nell’alcova romana si accorge che deve un po’ lavorare sulla sua famiglia, con successo, riscopre la complicità goliardesca con Giulio (grande amico di sempre) e le scorribande notturne per locali.
Da un medico che è incapace d’amare ad uno che ama qualsiasi cosa che si muova: avevo detto che erano due personaggi interessanti, no?
Marco