Buon Natale e buon viaggio a tutti noi.
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Versione rivista e corretta, cantata e soprattutto ballata del ratto delle Sabine, 7 Spose per 7 Fratelli è diventato a ragion veduta un classico intramontabile di questo genere che divide le platee tra adoranti entusiasti e detrattori indefessi.
Figlio di un cinema che riusciva ancora a lasciare ogni forma di volgarità fuori dalla porta, coloratissimo e pieno di vita, 7 Spose… è il simbolo, puro e senza tempo, della sapiente arte di fare intrattenimento. Abitudinario dei palinsesti natalizi, non necessariamente legato a questa festa, ma probabilmente ad essa associato per la garbata meraviglia che suscita ad ogni visione, questo musical è stato capace negli anni di restare ad un tempo attualissimo e contemporaneamente ed inopinatamente fedele a se stesso.
Incentrato, come raramente accade, più sulla danza che sul canto, 7 Spose… si ricorda per gli ipnotici numeri di ballo, veri e propri pezzi di bravura acrobatica, che raggiungono il culmine durante la sequenza della festa della vendemmia, vero e proprio gioiello coreografico, che non ha perso una briciola del proprio vigore e della sfavillante meraviglia che lo contraddistingue.
Impreziosito da un sottotesto decisamente progressista per l’epoca (siamo nel 1954), che valorizza la donna e la affranca con umorismo e convinzione, dal ruolo di serva e succube dell’uomo, a cui fin troppo spesso era relegata, questo splendido film ha il grandissimo pregio di risultare di una leggerezza invidiabile, scorrendo via piacevole e frizzante, come una fresca brezza primaverile.
Bello e capace di geniali raffinatezze ai limiti della stravaganza (uno dei numeri è il risultato di una perfetto unisono tra voce ed ascia), 7 Spose per 7 Fratelli non deve spaventare i più giovani (è a colori lo giuro!) ma deve al contrario avvicinarli ad un passato, che tutti dovremmo cominciare a considerare un po’ più vicino.
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