Buon Natale e buon viaggio a tutti noi.
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Ho infatti deciso, per quel che mi riguarda, che la parola d’ordine di questo Natale, e per l’anno che va a cominciare, non sarà bontà, famiglia o solidarietà, ma Utopia, una parola che abbiamo lentamente smesso di usare, riconsegnando il futuro nelle mani del pragmatismo e lasciando lentamente morire i nostri sogni.
Orizzonte Perduto è un film su di un’Utopia appunto, sulla ricerca disperata ma pervicace e testarda di una terra meravigliosa e mitica chiamata Shangri-la, un luogo del cuore e dell’anima celato forse nel profondo di ognuno e a cui ciascuno di noi dovrebbe guardare.
Pellicola troppo poco spesso citata, forse perché messa in ombra dalle altre opere di Capra, prima tra tutte quel La vita è meravigliosa di natalizia appartenenza, già citata tra queste pagine, Orizzonte Perduto usa il mezzo cinema per raccontare un sogno ad occhi aperti, capace di farsi avventura e trasformazione.
Come tutte le Utopie, anche Shangri-la non troverà spazio nel cuore di tutti, incapace di attecchire negli occhi di chi non ne sa cogliere la meraviglia, o di interpretarne la promessa. In quel momento Orizzonte Perduto si fa paradigma del reale, cifra stilistica di interpretazione per il pragmatismo umano, a discapito del sogno a cui sembra sempre più difficile credere, in una parola si fa Utopia e nello splendido finale, desiderio e soprattutto Cinema.
Cinema di ieri che illumina il cammino del Cinema che verrà, lasciando le nostre vite meno vuote. Cinema che ancora insegna e che ancora sa ascoltare e imparare, spalancando le porte del desiderio e della speranza, lasciando libero l’uomo di abbandonarsi alla follia e di nuovo, all’Utopia.
E così il cerchio è chiuso.
Buon Natale a tutti.
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Lo splendido finale di Orizzonte Perduto