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How i live now e lo sdoganamento del sesso tra parenti

Creato il 16 febbraio 2014 da Cannibal Kid
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HOW I LIVE NOW E LO SDOGANAMENTO DEL SESSO TRA PARENTIHow I Live Now (UK 2013) Regia: Kevin Macdonald Sceneggiatura: Jeremy Brock, Tony Grisoni, Penelope Skinner, Jack Thorne Tratto dal romanzo: Come vivo ora di Meg Rosoff Cast: Saoirse Ronan, George McKay, Tom Holland, Anna Chancellor, Harley Bird, Danny McEvoy Genere: incestuoso Se ti piace guarda anche: Il domani che verrà – The Tomorrow Series, Hunger Games, The Spectacular Now
How I Live Now parte come un classico teen movie. Evvai, il bimbominkia che è in me sta già esultando! Saoirse Ronan, ah la splendida piccola grande Saoirse Ronan, è un’americana che se ne va in Inghilterra, spedita dal padre a passare l’estate insieme ai cuginetti che non ha mai visto prima. Ci aspetta una classica pellicola in cui la fanciulletta, una tipa ganza troooppo dark e troooppo scontrosa, vivrà l’estate della sua vita, tra primi bacini e primi pompini? Sì, in parte sì. Nella prima parte Saoirse Ronan poco a poco entra in confidenza con i cuginetti più piccoli e si fa il più grande… Ma cos’è ‘sta moda che tra cugini si fanno tutti come se niente fosse, in questo film così come ne I segreti di Osage County e The Wolf of Wall Street (grande Jonah Hill!)? A quanto pare, il cinema sta sdoganando alla grande l’antica tradizione delle ciulate in allegria tra parenti. Un altro tabù che cade. Il mondo di oggi fa sempre più progressi. Oppure era forse meglio se questo tabù rimaneva? Nah, non facciamo tanto i bacchettoni e facciamoci anche noi le cugine che è la tendenza dell’anno! Vorrete mica essere sorpassati e fuori moda?

HOW I LIVE NOW E LO SDOGANAMENTO DEL SESSO TRA PARENTI

"Che fai, cugino, mi baci?"
"Sì, e non solo..."

La prima parte di How I Live Now è quindi una storiella di formazione mista a una storiella romantica, più o meno discutibile. Eppure c’è qualcosa che non va. Qua e là emerge un senso di pericolo, la sensazione che nel mondo intorno sta succedendo qualcosa d’importante. Qualcosa di grave. Roba tipo governi che vengono messi in piedi senza che nessuno li abbia votati, o anche peggio. Mentre questi ragazzi trombano come conigli tra cugini, là fuori scoppia la Terza Guerra Mondiale o qualcosa del genere. L’Inghilterra è in guerra, Londra è stata bombardata e la situazione comincia a farsi drammatica anche nei paesini di campagna, persino dove Saoirse Ronan sta insieme ai suoi cuginetti trottolini amorosi e dudu dadadà. È qui che la pellicola si trasforma in un film bellico dai contorni post-apocalittici! Mizzega, e chi se l’aspettava? Oddio, chi ha già visto il non troppo esaltante film australiano The Tomorrow Series - Il domani che verrà, molto simile a questo, qualcosa del genere poteva anche attendersela.

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"Cioè raga, mi sparo Emma Marrone a tutto volume. Sono troppo alternativa!"

Nonostante questa svolta drammatica, i toni lievi e delicati della prima parte non svaniscono del tutto. How I Live Now non ci scaraventa in mezzo agli orrori della guerra. Ce li fa vivere in maniera piuttosto distante, senza mostrarci troppo. Non ci vengono nemmeno spiegati i motivi del conflitto e non ci sono riferimenti politici. La scelta precisa delle pellicola, tratta dal romanzo Come vivo ora di Meg Rosoff, è quella di presentarci la guerra da un punto di vista infantile/adolescenziale, come qualcosa che gli adulti combattono senza ragione alcuna. Una scelta in parte apprezzabile, non fosse che così il film taglia via un sacco di aspetti che sarebbero potuti essere interessanti. La guerra non ha senso, okay, ma poi che altro vuole dirci questo film? Il suo messaggio fondamentale, e un pochetto moralistico, è che un evento tragico come la guerra può cambiare del tutto la prospettiva di una persona. Una ragazza superficiale che un tempo si preoccupava di cose come la dieta e il conteggio delle calorie, dopo la guerra capisce che quelle cose non erano poi così fondamentali. E vabbè, grazie, te credo. Però cos’altro c’è, qui dentro?

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"Pare che non tutti vedano molto bene il sesso tra parenti..."
"Aaah, in che terribile mondo di bigotti viviamo!"

A parte un’altra valida prova recitativa di Saoirse Ronan, comunque lontana dai vertici raggiunti in Espiazione, Hanna e Amabili resti, davvero poco. I dialoghi sono scarni, per essere gentili e non dire scarsi. I personaggi sono dipinti solo in superficie, così come l’amore che sboccia tra i due protagonisti. Chiudendo un occhio sul fatto che sono cugini, Saoirse Ronan e tale George McKay si amano tanto, ma perché si amano così tanto? Boh, non si capisce. La fase del corteggiamento viene saltata e i due passano direttamente a ciulare, cosa che va anche bene, solo attenti che se non usate precauzioni poi vi nascono dei figli con dei problemi. Il regista Kevin Macdonald, quello de L’ultimo re di Scozia, cerca di movimentare un po’ la situazione con un montaggio veloce e l’inserimento di qualche scena visionaria, ma non basta. La situazione, nonostante le bombe alla televisione, malgrado le mine, come cantavano i Baustelle, resta sempre soporifera. Il film è sempre lì lì sul punto di decollare, peccato che ciò non accade mai e si arriva a un finale che non vi spoilero, ma che a me è sembrato scontato, buonino buonista e parecchio deludente. Un po’ come tutta la pellicola, da cui mi aspettavo parecchio di più, per via della presenza della mia idola Saoirse Ronan e per via di una colonna sonora realizzata dall’ottimo compositore e artista elettronico Jon Hopkins, che ha firmato anche lo splendido pezzo “Garden’s Heart” con Natasha Khan alias Bat for Lashes. Un brano che è l’unica cosa che rimane mentre scorrono i titoli di coda di un film che, per il resto, non resta certo impresso. Un film che poteva essere grande e invece ha scelto di essere piccolo. (voto 5,5/10)

Per ritrovare di nuovo Saoirse al top comunque non dovremo aspettare a lungo. Tra poco la vedremo in The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che ieri si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino, mentre l'Orso d'Oro è andato al cinese Bai ri yan huo (Black Coal Thin Ice) di Diao Yinan.

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