Mercoledì scorso HTC ha chiuso la giornata azionaria al minimo storico dalla sua fondazione. La caduta è rappresentata da una perdita del valore delle azioni di ben il 5,79%, arrivando ad un costo unitario di 3,01 dollari. La causa di questo crollo azionario è stato dovuto alla vendita spasmodica fatta nello stesso giorno di 25,51 milioni di azioni della società. Nel complesso, il valore della società è diminuito del 30% rispetto al suo valore nel 2014.
Questa situazione però non è compatibile con le "robuste" vendite ottenute nel primo trimestre da HTC One M9 e dalla nuova linea Desire. Molto probabilmente gli investitori sono spaventati dal futuro e non hanno più fiducia nella dirigenza. E come potergli dare torto: nonostante le buone vendite del Q1, HTC ha diminuito le richieste di componenti del 30% per quanto riguarda la realizzazione di nuove unità di HTC One M9, pianificando la spedizione di sole 3,2 milioni di unità nel 2015. Considerando che quella cifra Samsung ed Apple la raggiungono in pochi giorni dalla commercializzazione del proprio smartphone di punta, c'è chiaramente qualcosa che non va in HTC.
Dai problemi di surriscaldamento eccessivo di HTC One M9 ( HTC One M9 scalda molto più della concorrenza) ai suoi problemi relativi alla fotocamera, anche gli utenti stanno perdendo fiducia in quest'azienda. Considerando poi che il prezzo del top di gamma è simile o addirittura superiore rispetto a quello della concorrenza (immaginiamo ad esempio lo street price di 499 euro del Samsung Galaxy S6), è chiaro che l'utenza preferisce rivolgere la propria attenzione altrove.