di Marco Castellani, Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)-Osservatorio Astronomico di Roma
La rappresentazione di un oggetto transnettuniano. La stellina sullo sfondo, è il Sole. Crediti: NASA, ESA, and G. Bacon, STScI. Cliccate sull’immagine per ingrandire.
Quello che mostriamo qui sotto è una rappresentazione artistica di un frammento (alquanto butterato…) di un residuo della formazione del nostro Sistema Solare, che fa parte degli “oggetti trans nettuniani” (TNO). La maggior parte di tali oggetti sono piccoli e molto poco luminosi, il che li rende davvero difficili da individuare (tanto per averne un’idea, si può dire che siano circa cento milioni di volte più deboli di qualsiasi oggetto visibile ad occhio nudo!).
Alcuni astronomi, spulciando gli archivi delle osservazioni di Hubble, sono stati in grado di aggiungere ben 14 TNO al catalogo di quelli noti. Ma questo è solo l’inizio: la ricerca appare molto promettente, tanto che si pensa che se ne possano trovare addirittura centinaia. Un’altra dimostrazioni di come ormai anche solo esaminando i dati già raccolti si possano fare diverse eccitanti scoperte (il che dà motivo ad iniziative come il Virtual Observatory, di cui sicuramente riparleremo in un prossimo futuro).
Gli oggetti TNO appena trovati presentano una grandezza che va da 40 a 100 km di diametro (più o meno). Nell’illustrazione, il Sole è così distante che è ridotto ad una stella brillante alla distanza di milioni di chilometri.
Per maggiori informazioni, si può visitare il seguente sito web: http://www.cfa.harvard.edu/news/2010/pr201015.html
Notizia adattata da HubbleSite.org: http://hubblesite.org/newscenter/archive/releases/2010/32 .
Marco
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