Ben Kingsley
Sacha Baron Cohen
Jude Law
Christopher Lee
Helen McCrory
Michael Stuhlbarg
Storia, fantasia e citazioni sono i tre elementi che secondo me maggiormente caratterizzano l'ultima fatica di Martin Scorsese.Un film da vedere, su questo non ho dubbi, per la tenerezza con cui racconta una storia, prendendosi una cura oserei dire "materna" del protagonista, Hugo, un orfano solo che vive in una stazione di Parigi; anche per le citazioni, in cui forse si eccede, ma sono un pò l'anima animata della pellicola. Per quanto riguarda l'elemento "misterico/fantastico" invece mi sono trovato un pò deluso, viste le alte aspettative che si creano all'inizio: tutto quel mondo di giocattoli, meccanismi, automi ecc. ecc.La trama narra di Hugo, figlio di un orologiaio, che con una serie di peripezie riuscirà ad aggiustare l'ultimo reperto a cui il padre stava lavorando per il figlio; ma l'impresa più mirabolante che riuscirà al giovane eroe sarà quella di "aggiustare" chi quell'automa l'aveva creato, Georges Méliès, patriarca del cinema caduto in depressione dopo la guerra, dimenticato e desideroso di dimenticare il proprio passato. La vicenda così si evolve tra i silenzi dei personaggi, inizialmente chiusi ed ostili, intenzionati solamente ad ottenere la propria felicità raggiungendo gli obiettivi che si erano prefissati. Il personaggio chiave per lo svolgimento della storia ed anche il più "positivo" è sicuramente Isabel, ragazzina tutta libri e paroloni, che sogna di essere un' eroina e di vivere avventure, ma si dimostrerà aperta e fiduciosa con Hugo e volenterosa di nell'aiutare tanto il ragazzino quanto l'anziano Pa Georges.
Tutto in regola, ovviamente, fotografia perfetta e moderna, tagli dinamici ed espressivi, lunghi passaggi di dolly che si lasciano sempre gustare; musiche di Howard Shore e attori da battaglia: la battaglia per l'oscar, ovviamente, e per il botteghino. Se da un lato ho molto apprezzato l'apologia del cinema e il racconto delle sue orgini (come tutti i cinefili posso immaginare), dall'altro l'eccessivo citazionismo, il forte richiamo all'ambiente mistico e circense, nonchè a film come Parnassus ed Harry Potter (le statue nel cimitero, Isabel è molto simile a Hermione Granger nel tipo e nei modi) e l'inserimento di spezzoni di vecchissime pellicole più di una volta mi lasciato indifferente perchè artefatti o eccessivi.Certo, una cosa è superlativa di questo film, e forse l'unica : la devozione per la settima arte; celebrata con sapienza, ricordandone le origini e quello che realmente significasse allora; stupore, magia, effetti speciali straordinari, non per complessità tecnica ma per concezione, usati per sbalordire e lasciare a bocca aperta. Il momento più bello è quando il treno arriva e tu sai che per te è finita, non quando riapri gli occhi e sai di essere al sicuro, sulla poltrona del Boulevard des Capucins*.