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Hugo Cabret – Martin Scorsese

Creato il 19 febbraio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

19 febbraio 2014 Lascia un commento

Hugo Cabret
Scorsese celebra il cinema, il suo e quello di tutti e lo fa giocando con le origini, dipingendo la Francia del dopoguerra che ancora ricorda Georges Melies, il primo a portare la fantasia al potere in quella che fu l’alba della settima arte.
Melies e’ infatti l’indiretto protagonista, raccontato come una leggenda attraverso le avventure di Hugo Cabret, geniale orfano che ripercorrendo le orme del padre, riportera’ alla luce il suo cinema ormai dimenticato.
Per fare questo il regista italoamericano, sfoggia un costosissimo 3D da colossal per esaltare l’idea col massimo delle possibilita’ attuali applicate ad una storia antica.
E’ appurato che ormai Parigi debba assomigliare ad un mondo bohemien e steampunk, una coloratissima belle epoque in CGI, gusto molto europeo che passando attraverso l’immaginario di Metal Hurlant masticato da Jeunet e Caro, arriva in Australia da Baz Luhrman e ora contagia gli USA attraverso Scorsese.
Scorsese non so, non mi pare lui. Nelle sue mani nulla e’ sbagliato eppure maneggia un materiale che non gli appartiene e seppure sia un grande regista con un’esperienza tale da poter gestire cio’ che piu’ gli aggrada, in questo caso non riesce fino in fondo a farlo proprio.
Parlo anche del soggetto che per un’intera ora, la prima meta’ del film, prende infinite direzioni con bambini soli, zii cattivi, amore per la lettura, amore per il cinema, amore per la meccanica, eredita’ spirituali, segreti di famiglia e ci si dibatte come mosche intrappolate dentro ad una scatola con troppi lati.
Tutto troppo stereotipato con l’orfanello, il ricordo del caro genitore, il vecchio burbero che alla fine della vita si riscattera’, il clou d’azione quando tutto e’ in pericolo, le macchiette per gli interludi comici e ovviamente l’avventura che cambiera’ la vita dei protagonisti.
No, non si celebra l’amore per il cinema attraverso il banale gia’ proposto, lo si fa con l’invenzione, con l’estro, col mai visto prima
Oltre i giudizi positivi che non nego sono anche miei alla fine di tutto, resta la visione di un film con poca anima, con la passione sormontata dalla tecnica quando la passione doveva essere il suo punto di forza, e invece resta una favola sterile che non scalda i cuori per quanto ottimamente raccontata.
La sensazione non e’ solo mia se tutto sommato gia’ oggi di questo film ce ne siamo dimenticati.

Scheda IMDB


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