Hugo Cabret era il film concorrente di The Artist alla corsa agli Oscar. Rispettivamente con undici e dieci nomination, hanno pareggiato i conti ricevendo cinque statuette a testa. E mentre The Artist ha ricevuto i premi più ambiti, il film di Scorsese ha ottenuto i riconoscimenti cosiddetti “minori”, ma forse altrettanto importanti perché si riferiscono agli aspetti meramente tecnici della realizzazione del film.
Migliore Fotografia, Migliori Effetti Speciali, Miglior Suono, Miglior Montaggio Sonoro e Migliore Scenografia. Ed è proprio quest’ultimo premio che ha un significato particolare per l’Italia e gli italiani, infatti l’Oscar è stato consegnato nelle mani della coppia di scenografi italiani più famosi al mondo: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Coppia sia sul lavoro che nella vita, hanno firmato alcune delle scenografie più celebri della storia del cinema.
Hugo Cabret è la dimostrazione di quanto un film sia un’opera collettiva, fatta del lavoro e del genio di tante persone, le cosiddette maestranze, che assumono un ruolo fondamentale nella realizzazione del film, ma che troppo spesso restano però nell’ombra.
Vedere l’Oscar nelle mani di due italiani ha fatto tornare in mente l’epoca d’oro del cinema italiano, e di quelle prestigiose maestranze che con essa sono nate e che ancora oggi sono conosciute e richieste da Hollywood. In questo senso Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo ne sono l’esempio lampante.
Per loro Hugo Cabret ha rappresentato il lavoro più complesso e difficile realizzato finora, ma la perfezione dei dettagli nella ricostruzione della Gare di Montparnasse agli inizi del 1900 non è passata inosservata e gli ha consentito di ricevere un tale riconoscimento mondiale.
La scenografia, spesso sottovalutata o relegata in secondo piano, è in realtà una colonna portante per la riuscita di un film, e per questo la cura per i dettagli anche nella realizzazione delle ambientazioni riveste un ruolo fondamentale. Cura che a Dante Ferretti ha regalato un Oscar nel giorno del suo compleanno.