Recensione
Il motivo per cui Rose, che ha un marito medico innamorato di lei, nonché tre bei bambini e un buono stato economico-sociale, si sente insoddisfatta, non viene spiegato dall'autrice, se non dicendo che la donna disprezza il proprio corpo che vede sempre più appesantito a seguito delle gravidanze e l'avanzare dell'età. A questo proposito si potrebbe commentare con la battuta, ripetuta da Carlo Fruttero durante una intervista rilasciata poco prima della sua morte, che "invecchiare non è cosa per signorine". Ma, a parte quanto dice l'autrice, c'è un altro motivo di insoddisfazione che si intuisce leggendo il romanzo, ed è che Rose non ha amicizie se non quella di Hugo. Hugo le appare solo in sogno, da quando da piccola era stata ricoverata in ospedale per un trauma cranico riportato a seguito di una caduta dalla bicicletta. Ogni notte lei sogna di tornare bambina ed essere protagonista insieme a lui, poco più grande di età, di avventure sorprendenti su un'isola deserta.Rose non ha fatto mistero dei sogni che aveva iniziato a fare fin da bambina a suo marito Josh, che
ha sempre ascoltato i suoi racconti, divertito da questo aspetto infantile della moglie, accettando di buon grado questa specie di infatuazione virtuale per un preadolescente, almeno fino a quando non scopre che Hugo è una persona reale.
Per tutti quegli anni Rose aveva pensato che Hugo fosse soltanto una manifestazione di se stessa. Che fosse un alter ego, un’utile manifestazione della psiche, creato per affrontare il trauma dell’incidente in bici e poi rimasto lì mentre lei cresceva, per mitigare gli altri traumi minori della vita adulta.
Per Rose, ultratrentenne, diventa impossibile resistere al desiderio di interagire nella vita reale con il compagno di tante avventure virtuali cui è legata da un affetto che le da "una sensazione di dolcezza e leggerezza … invece della vergogna che si accompagnava al sesso con suo marito".
Ciò, tuttavia, comporta un’evoluzione del rapporto con Hugo che non aveva previsto e che va a sconvolgere la normale routine della sua famiglia. Così il romanzo, da commedia di una casalinga un po’ frustrata alla ricerca di se stessa, si trasforma gradualmente in un dramma esistenziale.
La fantascienza ha trattato con una certa frequenza il tema onirico, perché è un argomento che si presta ai voli pindarici della fantasia, non dovendo i sogni sottostare alle regole della logica. I sogni, inoltre, possono talvolta trasformarsi in incubi – ne è un esempio la saga di Nightmare-, creando quello stato di tensione che inchioda il lettore al libro per vedere come vada a finire la storia. Il tema svolto dall’autrice non è quindi particolarmente originale e tutto si può affermare eccetto, come asserisce il commento sulla quarta di copertina, che questo sia un romanzo geniale. In realtà è una storia che può risultare avvincente per chi apprezza il genere.
Buona è la caratterizzazione dei personaggi e, in particolare, della protagonista, Rose. Si nota peraltro una certa lentezza nel ritmo della prima metà del romanzo, dove vengono tratteggiati i caratteri dei personaggi e in cui ci si sofferma sull’insoddisfazione di Rose, mamma un po’ immatura che non riesce a comprendere se stessa. Ma in questa parte del romanzo, tuttavia, si può apprezzare un’analisi della vita di coppia abbastanza profonda e inusuale in un libro di fantascienza, mentre la seconda parte va gradualmente a confluire nel genere horror.
Tenuto conto che il punto di vista da cui la storia viene narrata è quello di Rose, con tutte le problematiche di moglie e madre che ciò comporta, la lettura è a mio avviso indirizzata prevalentemente ad un pubblico femminile.
Giudizio:
+4 stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Hugo e Rose
- Titolo originale: Hugo & Rose
- Autore: Bridget Foley
- Traduttore: Nello Giugliano
- Editore: Edizioni e/o
- Data di Pubblicazione: settembre 2015
- Collana: Dal Mondo
- ISBN-13: 9788866326731
- Pagine: 336
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 18,00