Prosciugare due laghi, rimuovere tonnellate di terra, cambiare l’assetto idrogeologico di un’intera comunità: tutto è possibile pur di estrarre l’oro di Cajamarca. Il metallo prezioso è stato scoperto poco tempo fa, nel 1992, ed ha cambiato radicalmente la vita della regione. Da allora, sono aumentati gli studi esplorativi del sottosuolo ed hanno fatto la loro comparsa altre miniere, di rame e mercurio, che hanno portato con sè non solo posti di lavoro ma notevoli problemi ambientali ed una disgrazia indimenticabile. Il 2 giugno 2000, un camion con 151 chili di mercurio diretti a Lima perse il suo carico sulle strade di un piccolo paese, Choropampa. I rappresentanti della miniera Yanacocha proprietaria del carico arrivarono e promisero 100 soles (una quarantina di dollari) per ogni chilo di mercurio recuperato. Molti pensarono che si trattava di soldi facili e giovani, donne e bambini si armarono di tazze e cucchiai. Per tanti, soprattutto per i più piccoli, era come un gioco. Nessuno dell’impresa pensò di avvisare della pericolosità di quella operazione, dei danni che può causare il mercurio ai reni, alla vista o al cervello: l’importante era recuperare il metallo. Chi lo raccolse, usò le stesse tazze e cucchiai per servirsi il caffè, come da abitudine al termine di una giornata di lavoro; altri se ne servirono come passatempo, esponendosi inavvertitamente alla sua nocività. Il risultato fu che 750 abitanti di Choropampa si ammalarono gravemente. L’impresa mineraria pensò di risolvere il problema asfaltando le strade del paesino e raggiungendo un accordo extragiudiziario con quelli che insistevano nel volerla portare davanti a un tribunale. Non fu però nè il governo peruviano, nè un ammalato a denunciare la Yanacocha, ma un gruppo di avvocati statunitensi che vennero a conoscenza del caso. Portarono le prove negli Stati Uniti (il 51,3% delle azioni dell’impresa appartengono alla Newmont Mining Corporation di Denver) e vinsero la causa, ottenendo tre milioni di dollari di compensazione. A loro andò il 40%, agli abitanti di Choropampa il resto: i più scaltri ricevettero fino a 75000 dollari, quelli che reclamarono meno ne ebbero appena mille. Con i soldi arrivò anche la certezza che la contaminazione dal mercurio sarebbe durata tutta la vita, con le sofferenze che questo comporta.
La vicenda di Choropampa è rimasta marcata nella memoria della gente di Cajamarca ed è per questo che dal 24 novembre il pittoresco paese di Celendín –una manciata di case, fondato nel XVIII secolo da ebrei portoghesi esuli- si è alzato per protestare contro il nuovo progetto della Yanacocha, il Proyecto Conga. Strade bloccate, trasporti in stallo, scioperi ad oltranza. La gente di Cajamarca non vuole che le sue montagne –e le sue principali fonti di acqua- siano messe in pericolo dal nuovo piano, dalle dimensioni bibliche (il prosciugamento di due laghi) e dall’esito incerto. L’oro è infatti sotto i bacini d’acqua che servono alla regione come rifornimento idrico.
Yanacocha non è un posto qualsiasi: possiede il secondo filone di oro più grande del mondo, il maggiore di tutta l’America Latina. Una ricchezza alla quale la Newmont Mining non vuole rinunciare. Per realizzarlo ha preparato il progetto Conga, dal costo di 4800 milioni di dollari dove, insiste, sono state prese tutte le precauzioni per dotare d’acqua gli abitanti di Cajamarca. Che, invece, non vogliono sentire ragioni e si sono rivolti direttamente a Ollanta Humala, che durante la campagna elettorale era stato enfatico: ¨L’acqua è più importante dell’oro¨ aveva detto. Ora, da presidente è sceso a più cauti consigli: ¨Si possono ottenere entrambe le cose¨ ha riferito ai delegati di Cajamarca che gli chiedevano di intervenire a loro favore. Gli ingenti interessi economici e la pressione dei gruppi che si dedicano all’estrazione mineraria hanno più voce in capitolo che la protesta dei diretti interessati, che velano per la propria salute ed il proprio futuro. Una presa di posizione che non è piaciuta ai manifestanti che hanno interrotto ogni trattativa con il governo. A questo punto Humala si è ricordato di aver vestito la divisa e ha posto da oggi quattro province della regione sotto il regime dello stato di emergenza.La battaglia è anche tra gli esperti delle due parti. Secondo gli ambientalisti, le zone esposte all’estrazione mineraria ci metteranno almeno mezzo secolo per riprendersi dall’impatto. I danni all’agricoltura –la principale occupazione della regione- sarebbero ingenti, mentre i rischi di inquinamento dell’acqua diventerebbero altissimi anche dopo anni dalla sospensione delle attività minerarie. Alla Yanacocha, invece, minimizzano. Resta di certo che quello di Cajamarca è il primo conflitto sociale dell’amministrazione Humala. Fujimori li aveva risolti mandando l’esercito, Toledo con i carri armati, Alan García usando la sua proverbiale prosopopea e le sue illimitate influenze. Quale arma userà Ollanta Humala?