Magazine Cinema
Origine: USA, Messico, Sud Africa
Anno: 2015
Durata: 120'
La trama (con parole mie): siamo nel prossimo futuro a Johannesburg, e mentre la violenza ed i problemi sociali impazzano, una grande corporazione si affida alle creazioni del giovane genio della robotica Deon Wilson, progettista di una serie di automi programmati per prendere il posto degli agenti di polizia umani sempre al lavoro sull'idea di realizzare un prototipo dotato di una propria coscienza.
Accantonato dunque il progetto dell'ex militare Vincent Moore, che prevedeva l'utilizzo di droidi guidati da piloti umani tramite uno speciale casco in grado di creare un legame tra uomo e macchina, i nuovi tutori dell'ordine paiono trovare la loro dimensione risolvendo gran parte dei problemi di ordine pubblico: quando, però, il progetto di automa "umano" di Deon viene bocciato e quest'ultimo decide di portarlo comunque avanti all'insaputa dei propri capi, si innesca una serie di eventi che vede coinvolti lo stesso scienziato, una gang di criminali di strada, una sentinella robot destinata alla demolizione e lo stesso Moore.Il file in grado di sviluppare "l'anima", infatti, inserito nel robot sulla via della rottamazione, da origine a Chappie, primo automa ad avere, in tutto e per tutto, una vita non solo fisica, ma anche e soprattutto sentimentale: combattuto tra l'idea di seguire le indicazioni del suo creatore o quelle dei nuovi amici della strada, Chappie diverrà l'ago della bilancia di uno scontro che potrebbe rivelarsi epocale.
Con ogni probabilità, essere dei talenti - sulla carta o effettivi - non è affatto un buon affare, almeno quando ci si ritrova costretti a mantenere fede ad aspettative alte da parte di chi attende al varco più un fallimento che un successo.Neill Blomkamp, ex genietto legato al mondo della pubblicità divenuto una sorta di fenomeno qualche anno fa grazie all'ottimo District 9 - che, nonostante le prime diffidenze, convinse alla grande anche il sottoscritto, ed alimentò un culto sconsiderato per i gamberoni protagonisti - è senza dubbio, allo stato attuale, una delle vittime più illustri che la settima arte abbia fatto in questo senso.Alle spalle, infatti, la delusione di Elysium - prima, grande prova sul banco fornito dal dorato mondo hollywoodiano -, il giovane cineasta sudafricano era di fatto chiamato, con questo Chappie ribattezzato - per una volta giustamente - dai titolisti italiani con Humandroid a convincere i fan più hardcore e legati all'autorialità di non essere un fuoco di paglia, il classico regista pronto a giocarsi le migliori cartucce all'esordio per poi sedersi su idee e soldi facili per tutto il resto della sua carriera, accontentandosi di divenire un mestierante.Se, effettivamente, l'intento di Blomkamp era questo, occorre constatare quantomeno il suo parziale fallimento: Humandroid - o Chappie, che dir si voglia -, infatti, ripercorre le orme non certo entusiasmanti del già citato Elysium, fondamentalmente promettendo spunti interessanti di fatto seppelliti, ad opera completa, da un eccessivo citazionismo ed una dose altrettanto oltre misura di concessioni al grande pubblico ed al concetto di blockbuster.Senza dubbio il quasi giovane regista - parliamo di un mio coetaneo, del resto, e dunque il suddetto quasi è d'obbligo - mostra di amare quello che, di fatto, pare essere stato il suo bagaglio culturale come spettatore - e come contraddirlo: si notano influenze che vanno da Corto circuito a Robocop, passando per Blade Runner, Mad Max e l'immaginario della sci-fi post atomica da Ken il guerriero all'intera o quasi produzione eighties del genere - senza però discostarsi dal plot che aveva fatto la sua fortuna con il film d'esordio, di fatto riportando Chappie alla condizione dei gamberoni e sfruttando l'umanizzazione della macchina neanche fossimo tornati ai fasti - impossibili da eguagliare - di Terminator 2.Eppure, riferimenti ed ironia a parte - spassoso il "puttana di figlio", già cult -, diversi ingranaggi paiono incepparsi, nell'apparentemente ben confezionata macchina del buon Neill: dallo script - decisamente spezzettato e poco sensato nella gestione dei personaggi, dalla gang di criminali al creatore di Chappie - al cast - che, tolti i due interpreti "musicali" di Yo-Landi e Ninja, pare assolutamente svogliato a partire da Hugh Jackman -, senza contare la quasi perenne sensazione di deja-vù, appare presto evidente che, se la speranza era di poter sfruttare questo film per consacrare una volta per tutte il suo regista, la stessa ha finito per essere disillusa neppure troppo difficilmente.Il risultato portato sullo schermo, infatti, tolta la resa artigianale, gli effetti - ottimi tutti i robots ed i loro movimenti - ed alcuni passaggi molto divertenti - il primo furto d'auto del protagonista -, finisce per inserirsi a pieno titolo tra le visioni destinate ad essere dimenticate non troppo tempo dopo il passaggio sui nostri schermi: Blomkamp manca il bersaglio grosso, dunque, e senza alcuna possibilità di appello, ma quantomeno evita l'incazzatura e la tempesta di bottigliate che ne avrebbero almeno qui al Saloon compromesso il futuro e la credibilità quantomeno presentando un prodotto visivamente ben realizzato, male strutturato ma in grado di apparire funzionale quantomeno a chi per la prima volta si confronterà con l'operato di questo regista.Non è molto, ma è molto di più di quanto non si potrebbe pensare, considerato il fatto che Humandroid ha tutto il diritto di essere ascritto alla categoria degli esperimenti sbagliati.Con buona pace dell'ottimo Chiappie, che nonostante l'età avanzata vorrei davvero come compagno di giochi e scorribande, per me quasi prima ancora che per il Fordino.
MrFord
"Oooh rock'n'roll robot, oooh rock'n'roll robot
io ti amo, io ti cerco, io ti voglio, rock'n'roll robot."Alberto Camerini - "Rock and roll robot" -
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