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Humus di Enrico Miceli

Creato il 05 settembre 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

Humus

di Enrico Miceli

 

Humus
Titolo: Humus
Autore: Enrico Miceli
Serie: //
Edito da: Castelvecchi
Prezzo: 14.90 €
Genere: Romanzo
Pagine: 222 p.

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Trama: “Humus” racconta una storia forse eccessiva ma senz’altro possibile. Una storia che, forte come la corrente elettrica, è costantemente in bilico tra la vita e la morte, il dolore e il piacere, la ricchezza e la povertà. La città dove è ambientata trasuda odio e crudeltà: un teatro del grottesco dove i peggiori assassini possono soltanto ridere di fronte al loro stesso orrore. Quando ogni speranza sembra perduta, la voce dei protagonisti inizia a suonare come una nota stonata, rifiutando la sconfitta ineluttabile della propria vita e le regole criminali del luogo in cui tutto è cominciato: una giungla urbana dove trionfa l’egoismo più abietto e dove gli esseri umani sono letteralmente ridotti a carne da macello, puro e semplice… Humus.

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Recensioneù
di Danylù

Un romanzo sopra le righe. Chi ama il pulp tendente allo splatter troverà in questo libro pane per i suoi denti. Molto spesso chi scrive pulp rischia di cadere (e scadere) nella volgarità e in storie fatte di violenza fine a se stessa. Non è questo il caso di Humus scritto da Enrico Miceli.

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La trama è ben strutturata e si snoda in maniera leggera e logica. Gli intrecci narrativi sono ben organizzati, e persino il lettore più distratto riesce a star dietro agli eventi senza perdersi nulla. I personaggi sono un po’ “caricaturizzati”, un’estremizzazione di individui che popolano a centinaia le nostre strade, ahimè, quotidianamente.

Ma i loro lati estremi sono visibili solo in alcune situazioni. Per il resto sono dei normali reietti della società. Persone disperate, prive di determinazione, che amano “vincere facile”, individui stanchi di una vita di stenti, che vedono nel crimine l’unica via d’uscita, il modo più semplice per sopravvivere.

Federico e Sergio, Pier, Erika, Irma sono alcuni dei personaggi che incontriamo durante questa storia estrema. Disadattati. Vittime di una società malata, carnefici della loro vita disperata. Nessuna giustificazione per queste persone.

Sicuramente l’autore sa come farsi odiare, o meglio, come suscitare odio nei confronti dei character da lui creati. Nikilisti, avidi, repressi, perversi, insensibili, pazzi. Però amano. Questi individui quasi sempre, pur non ammettendolo, sono vittime dell’amore, o solo di una tempesta ormonale che si protrae nel tempo e che dona loro una parvenza di sentimento.

Sergio, losco e totalmente pazzo, uno spacciatore fattone in preda a gravi disordini mentali e sociali, è innamorato della sua Carla, della quale non perde mai occasione di esaltarne i difetti (un di dietro troppo abbondante, e delle gambette tozze e grosse).

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Il libro parla di persone vere. Di quella gente di cui nessuno vuol mai sentire parlare. Il romanzo denuncia una situazione sociale al limite del possibile. Drogati, spacciatori, assassini, strozzini. In mezzo a questa gente le finanziarie (strozzini legalizzati), piaghe come le slot macchine, il gioco d’azzardo e quei piccoli meccanismi che uno Stato ingordo mette a disposizione dei disgraziati, di quella gente che dalla disperazione proprio non riesce ad uscirne.

Federico, l’ipocondriaco, che diventa un delinquente per pagare le spese necessarie alle sue cure. E lui ci fa capire che al di là della malattia in sé, curarsi in questo Stato talvolta diventa troppo dispendioso per la gente comune. Da un lato ci sono falsi medici e specialisti che speculano sulla paura di morire dei poveri pazienti, chiedendo talvolta cifre esorbitanti per fantomatiche visite o operazioni; dall’altra ci sono le case farmaceutiche (ma questa è un’altra storia).

Irma, la ragazza perversa e frustrata da un lavoro che non la gratifica. Erika, insofferente verso una famiglia troppo protettiva, ancora dipendente (a livello economico) dai genitori, vogliosa di avere dei soldi e potersi “liberare”.

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E qual’è il modo più facile e veloce per fare soldi? Lavorare? No. Rubare, truffare, fare a pezzi cadaveri. Ma siamo sicuri?

L’autore esplora un mondo fatto di violenza, droghe, dipendenze, malattie, truffe, assassini, mafia. Ci fa percorrere sentieri spinosi mettendoci di fronte alle asperità di una società in cui troppo spesso la ricchezza è nelle mani sbagliate. E i delinquenti non sono poi così lontani da noi.

Dunque, non solo una lettura piacevole, fatta da uno stile asciutto, stringato, semplice e d’effetto, ma anche messaggi sociali importanti, a più livelli, per palati raffinati e non. Il finale è perfetto. Giusto completamento dell’opera. Bella trama, personaggi che suscitano emozioni (negative, ma le suscitano), un cattivo degno di nomination, il mitico signor Ferretti, stile eccelso, contenuti tanti.

Ovviamente, come non mi stancherò mai di dire, l’editoria italiana non ama molto scommettere su opere valide, preferisce sempre le commediole drammatico-amorose, prive di messaggi sociali, contenuti di alcun genere e cariche solo di personaggi banali, ormoni, e cliché di tutto rispetto. A questo punto sono curiosa di conoscere l’autore e porgli qualche domandina, e sapere cosa spinge alcuni individui a scrivere determinate cose, e soprattutto, capire come fanno a creare così bene i cattivi e i cinici estremi. Io non ci riesco mai bene. Carpirò mai il loro segreto?

Voto

 

Humus di Enrico Miceli

 

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enrico miceli
Enrico Miceli, nato a Cosenza nel 1980, scrittore, giornalista e consulente editoriale, ha collaborato e collabora con: Garantista, Granta, Linus, Linkiesta, CorriereDellaSera (Roma), TerrediMezzo, il Foglio LetterarioIl suo primo romanzo, Humus, è stato pubblicato da Castelvecchi, mentre il secondo lavoro, uscito per Lite Editions, s’intitola Proprio come la guerra. Ha pubblicato molti racconti su riviste e antologie collettive che, con l’aggiunta di alcuni inediti, saranno presto tradotti in Bulgaria dalla casa editrice Scalino Books. 


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