Magazine Cultura
di Gary Ross (USA, 2012)
con Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Woody Harrelson, Wes Bentley, Stanley Tucci, Lenny Kravitz, Donald Sutherland
VOTO: ***
Hunger Games è un film stupefacente: nel senso che stupisce, in relazione al tipo di film e al suo target, per il modo in cui è stato realizzato e per quello che vuole comunicarci. Stupisce perchè è un prodotto commerciale al 100%, perchè si rivolge al pubblico giovane, perchè negli Stati Uniti ha avuto un successo a dir poco clamoroso e, soprattutto, perchè non è affatto stupido.
Già, per quanto sembri incredibile, a Hollywood si riesce ancora a fare intrattenimento intelligente, distribuendo nelle sale un prodotto che, qualitativamente e artisticamente parlando, è una spanna al di sopra di altre saghe stupidotte e insipide quali Twilight e Harry Potter. E la cosa ancora più sorprendente è che al pubblico americano è piaciuto alla grande, considerati i quasi 400 milioni di dollari incassati in poco più di un mese.
Chi tra voi ha letto l'omonimo libro di Suzanne Collins, uscito un paio d'anni fa (e passato quasi inosservato da noi) sa già di cosa si parla: Hunger Games è un gigantesco reality show, ambientato un futuro non troppo remoto, dove i partecipanti sono adolescenti estratti a sorte e il loro premio è la vita stessa. Solo uno di loro, il vincitore, sopravviverà, non prima di aver sterminato tutti gli altri ed aver superato ogni tipo di ostacolo posto ad arte dalla produzione. Lo scopo dei giochi è quello di avvertire il popolo-succube che non ha alcuna possibilità di ribellarsi alla dittatura che opprime il pianeta Panem: i concorrenti sono infatti considerati 'tributi' alla memoria della ribellione soffocata dal regime oltre settant'anni prima, e che viene rievocata ogni anno.
Non è difficile vedere in questa trama una spietata critica alla società moderna, basata sull'apparenza e sul rincoglionimento mediatico: il 'gioco' è presentato infatti come un Grande Fratello portato alle estreme conseguenze, dove il pubblico segue in televisione il massacro dei ragazzi sgranocchiando pop-corn e facendo commenti sui vestiti delle 'star'. E nessuno, ovviamente, pensa alla rivoluzione... tutti sono 'anestetizzati' a dovere, e il messaggio che passa allo spettatore è oltremodo chiaro... lo stesso che altri film come The Truman Show, Rollerball, e perfino 1984 ci avevano già preavvisato.
Questo per dirvi che Hunger Games non è certo una pellicola originale. Lo stesso regista è quel Gary Ross che già dodici anni fa con Pleasantville cercava garbatamente di avvertirci della falsità del mezzo televisivo. Però Hunger Games è un film solido, tecnicamente valido, curatissimo nei particolari e, a differenza delle saghe adolescenziali sopra citate, con un bel cast di interpreti di ottimo livello: la splendida protagonista, Jennifer Lawrence, è un'attrice coi controfiocchi (la ricordate? L'abbiamo vista in The Burning Plain, Un gelido inverno, X-Men l'inizio e Mr. Beaver), che per questo ruolo si è 'appesantita' e irrobustita nel fisico (guardatela, invece, QUI al naturale quant'è bella), ed è contornata da uno stuolo di illustri comprimari quali Woody Harrelson, Stanley Tucci, Wes Bentley e l'eterno 'cattivo' Donald Sutherland.
Il film è bellissimo nella parte iniziale, piuttosto lunga e poco 'movimentata', dove viene descritta bene la realtà sociale del pianeta e la fase di preparazione ai giochi, mostrandoci la parte peggiore di una società ormai votata esclusivamente al consumismo e alla rimozione di qualsiasi forma di solidarietà e senso civico. Peccato però che poi deluda abbastanza proprio nelle sequenze di azione e nello svolgimento dei giochi stessi, stemperando molto (per motivi ovviamente commerciali) le sequenze violente e banalizzando un finale che è fatto apposta per promettere l'inevitabile sequel (questo è infatti il primo di tre romanzi sul tema). Nonostante questo, però, a noi Hunger Games è piaciuto: per la Hollywood di questi tempi è grasso che cola...
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