HUNGER GAMES: IL CANTO DELLA RIVOLTA – PARTE 1
GIOIA E RIVOLUZIONE IN 5 CURIOSITA’
Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 è la prima parte del film che chiude l’amatissima saga tratta dai libri di Suzanne Collins. Diretto ancora da Francis Lawrence, come il secondo episodio, Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 vede Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) tornare a casa dopo aver distrutto l’impianto dei “giochi della fame” e aver smascherato il gioco sporco di Capitol City. Ritrova Gale Hawthorne (Liam Hemsworth), sopravvissuto al bombardamento del Distretto 12, e si rifugia con lui nel nuovo Distretto 13 che, al contrario di quel che si dice, non è stato distrutto. Insieme alla presidente del Distretto 13, darà inizio alla rivolta. Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 sarà nelle nostre sale dal 20 novembre.
1. L’ultimo canto di Philip. Non ce ne vogliano Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e i loro fan, ma la nostra apertura va a lui. Philip Seymour Hoffman è morto una settimana prima della fine delle riprese. E Hunger Games: Il canto della rivolta, diviso in due parti, è l’ultimo film in cui lo vedremo. Hoffman riprende il ruolo di Plutarch Heavensbee, lo stratega degli Hunger Games. Questo film rivela la sua vera natura ribelle e la sua abilità politica. Hoffman è riuscito a girare, prima di morire, tutte le scene previste nella prima parte del film. Nella seconda parte, vedremo ancora il suo personaggio: le scene che mancavano sono state completate grazie a un abile lavoro che comprende una riscrittura parziale della sceneggiatura, la scelta di inquadrature diverse, e il movimento del suo corpo con gli effetti speciali digitali. Come era accaduto con Il corvo, finito dopo la morte sul set di Brandon Lee.
2. Cinquanta sfumature di grigio. Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 è un film molto diverso dai primi due. Lasciati alle spalle le luci e i colori mediatici di Capitol City, e il verde del campo di gioco degli Hunger Games, qui ci troviamo nella povertà dei distretti, dove tutto è cupo, e tutto è grigio. A livello cromatico, il colore dominante del film è proprio il grigio. Con alcune scene che però sono di un bianco abbagliante: sono quelle girate a Capitol City, in cui vediamo Peeta Mellark (Josh Hutcherson) e Johanna Mason (Jena Malone), vestiti elegantemente e completamente di bianco accanto al perfido Presidente Snow (Donald Sutherland) su uno sfondo candido. I due hanno subito un lavaggio del cervello (il depistaggio) e sono convinti che il vero nemico sia Katniss. Peeta diventa il nuovo volto di Capitol City. E il nuovo Hunger Games promette di raccontarci ancora molto su strategie mediatiche e propaganda.
3. Cinquanta sfumature di nero. È sempre questione di colori. Anche per Jennifer Lawrence che, dopo aver girato i primi due Hunger Games, ha scelto di cambiare look, optando per un taglio corto e biondo. Per indossare nuovamente i panni di Katniss ha dovuto così indossare una parrucca scura.
4. Il canto di Lorde. La produzione ha deciso di affidare a Lorde, la cantautrice neozelandese famosa per la sua hit Royals, la colonna sonora del film. Lorde ha scritto la canzone principale e parte della colonna sonora (prodotta da Joel Little e Paul Epworth), e ha anche scelto le canzoni di altri artisti che vi compaiono. Il singolo estratto dall’album è Yellow Flicker Beat di Lorde (presente anche in una versione di Kanye West), e nella colonna sonora compaiono anche Simon Le Bon dei Duran Duran, Charlie XCX, Stromae, Q-Tip dei Tribe Called Quest, Bat For Lashes, Grace Jones e i Chemical Brothers.
5. Cosa non si fa per i figli. La saga di Hunger Games si conferma una saga di grandi attori. Accanto ai grandi nomi già presenti nel cast, in questo ultimo capitolo si è unita Julianne Moore, che sfoggia una capigliatura bianca e grigia (e occhi scuri, grazie alle lenti a contatto) nei panni di Alma Coin, presidente del Distretto 13. La Moore ha deciso di recitare nel film per far piacere ai propri figli, Caleb e Liv, di 16 e 13 anni, grandi appassionati della saga. Per il ruolo era stato fatto anche il nome di Jodie Foster.
Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net