![Hyakumonogatari Kaidankai Hyakumonogatari Kaidankai](http://m2.paperblog.com/i/316/3163551/hyakumonogatari-kaidankai-L-tyDYtl.png)
Anche il sottoscritto, come suppongo molti di coloro che passeranno qui sul blog a leggere questa breve introduzione, fu ipnotizzato da quell’immagine di Sadako che strisciava fuori dallo schermo di un televisore. Non fu quella particolare scena che mi colpì, in verità, quanto l’essenza stessa di quello spirito vendicativo, abbigliato in una lunga veste bianca e con il volto celato da lunghi capelli corvini, a causarmi un’infinità di notti insonni. Senza quasi che me ne rendessi conto, ancora una volta un personaggio proveniente dal paese del Sol Levante mi aveva stregato: decine di anni dopo aver fantasticato, quand’ero ancora bambino, su lucertoloni distruttori e su robot patriottici, un pezzettino di cultura giapponese aveva piantato una nuova radice dentro di me. Come avrei potuto respingere la tentazione di approfondire la questione fino a immergermene completamente? Non ho respinto nulla, come avrete capito: ho passato anni a documentarmi frugando tra saggi, romanzi, film, manga e anime per cercare di entrare in sintonia con il folklore di un popolo tuttora in gran parte misterioso; mi sono anche recato sul posto, qualche anno fa, per assaporare di prima mano la vita e le abitudini dei giapponesi. Ho soggiornato nelle loro case, ho viaggiato sui loro mezzi pubblici, ho mangiato i loro cibi, ho visitato i loro templi. In buona sostanza ho messo assieme tutto quello che c’era da mettere assieme per farmi un quadro più o meno completo della cultura di quel paese. Non tutto quello che ho visto mi è piaciuto ma, al di là di questo, ce n’è abbastanza per valutare positivamente questa esperienza. Il progetto di oggi praticamente è figlio di quei tempi e, sebbene partorito con una quindicina di anni di ritardo, eccolo qui a reclamare prepotentemente il suo spazio. Eccomi quindi pronto a riempire decine e decine di pagine nell'ambito di un progetto che, al pari di altri tuttora in corso sul blog, si dipanerà per un tempo mostruosamente lungo e al momento indefinito. L’unica cosa che invece è già definita, a differenza che per altri miei progetti, è la durata in termini di spazio: l’articolo di oggi è infatti il primo di una serie di cento articoli, non uno di più, non uno di meno, che andranno a finire sotto l’etichetta comune “KAIDAN”. Il tempo, come dicevo, è indefinito: se scrivessi venti articoli all’anno dovrei in teoria arrivare alla meta sul finire del 2020, ma non sono così ottimista: la verità è che potrei andare anche molto più in là, sempre che il blog duri abbastanza.
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Cosa succederà quindi quanto il centesimo articolo Kaidan verrà pubblicato (ed evidentemente letto) su questo blog? Ho tutta l’intenzione di scoprirlo e, in questo mio lungo ed inquietante percorso, spero che mi accompagnerete. Specialmente nel finale, dove mi piacerebbe non ritrovarmi solo soletto. Il mio problema più grosso, oggettivamente, è quello di trovare cento storie da raccontare, ma il vostro Obsidian ha in mente una soluzione piuttosto furbetta per giungere alla meta: quella di raccogliere sotto l’etichetta Kaidan tutto ciò che ha anche vagamente a che fare con il soprannaturale giapponese, vale a dire storie, aneddoti, ma anche recensioni di film, analisi di libri e quant’altro. D’altra parte il problema di doversi ricordarsi cento storie era anche stato il principale problema di quei coraggiosi samurai dell’epoca… Buon viaggio quindi! Non ci resta che spegnere la prima candela…
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