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Atlantis: L'Impero Perduto è probabilmente uno dei film Disney più sottovalutati di sempre. Uscito nelle sale nel lontano 2001, si è ritrovato incastrato in un limbo molto singolare: è un film d'animazione tradizionale in un'epoca in cui il pubblico sciamava in massa verso i nuovi, incredibili film in CGI (Shrek, tanto per dirne una); non è un musical; e soprattutto, non è una fiaba. Atlantis è a tutti gli effetti il primo cartoon fantascientifico della Disney: un cambiamento epocale per lo studio del buon vecchio Walt, che aveva abituato le platee con rassicuranti storie musicali tratte da un ampio calderone letterario. Tuttavia il nuovo millennio richiedeva nuove strategie, e riguardando indietro ci si rende conto di come la Disney stesse cercando di evolversi verso direzioni innovative. Mulan, Tarzan, Dinosaur, l'esilarante Le Follie dell'Imperatore, il tenero Lilo & Stitch e Il Pianeta del Tesoro (altre due pellicole sci-fi, tra l'altro) compongono insieme ad Atlantis una perfetta mappatura delle nuove aspirazioni disneyane.
Il protagonista del film è Milo Thatch, un giovane linguista/cartografo convinto dell'esistenza del continente perduto: Atlantide. Peccato che nessuno dei suoi colleghi dello Smithsonian Institute sia disposto a credergli, nonostante sia entrato in possesso di un antico manoscritto che sembrerebbe avvalorare le sue ipotesi. Per fortuna un eccentrico milionario, Preston B. Whitmore, decide di finanziare la sua spedizione mettendogli a disposizione un avveniristico sottomarino e un equipaggio altamente specializzato. E così, un bel giorno del 1914, Milo e i suoi nuovi compagni si immergono negli abissi per cercare i resti di un'antica civiltà...
La storia di base è abbastanza tipica, quindi niente di nuovo da vedere da queste parti. I richiami a Jules Verne sono ovvi e obbligatori, ma sono in molti ad aver ravvisato più di una bizzarra similitudine tra Atlantis e altri cartoon come Laputa o Nadia... o addirittura Stargate di Roland Emmerich. Il valore di Atlantis risiede in altri luoghi. Tanto per cominciare, è il film Disney col protagonista più nerd in assoluto. Milo è smilzo, occhialuto, impacciato e decisamente lontano dal canone eroico disneyano. Il cervello è la sua vera forza, e anche se difetta di agilità e potenza fisica riesce comunque a cavarsela in ogni situazione.
Il design dei personaggi e delle location, così squadrato e insolito, potrebbe risultarvi in qualche modo familiare... e fate bene: il look di Atlantis è ispirato al tratto di Mike Mignola, il creatore di Hellboy, che per l'occasione rivestì il ruolo di production designer. Uno dei numerosi motivi che hanno reso Atlantis un autentico cult.
La componente sci-fi del film merita assolutamente: riguardatevi il sottomarino, il Leviatano, e il design dei vari trabiccoli tecnologici, e gioite.
E non dimentichiamoci Kida, che vince la Palma d'Oro per la principessa Disney meno vestita di sempre.
Atlantis è un riuscito omaggio alla classica fantascienza pulp con un occhio rivolto verso la modernità e il velato intento di catturare l'attenzione di un target più adulto rispetto alla media dei film Disney. Il mix tra CGI e animazione tradizionale funziona, la colonna sonora di James Newton Howard (pur non prevedendo momenti sing-along) si difende bene e le scene action contengono un'energia incredibile e analoga a quella di un fumetto ben realizzato. Il progetto per un sequel, provvisoriamente titolato Shards of Chaos, non andò mai in porto a causa del parziale insuccesso di Atlantis, ma nel 2003 uscì in direct-to-DVD Atlantis: Il Ritorno di Milo, collage di tre episodi di una serie mai andata in porto.
Puppatevi questo fantastico trailer, e se non lo avete ancora visto rimediate ASAP.
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