Continuiamo con gli inaffondabili HydroPunk Archives, gli approfondimenti dedicati al nostro concorso letterario, parlando di un manga di tutto rispetto: Ningyo Shirizu, conosciuto in Italia come Saga delle Sirene. Si tratta di una miniserie pubblicata in Giappone tra il 1984 e il 1994, prima con episodi su Shonen Sunday e poi in formato tankobon, e in Italia nel 1994 (solo il primo volume, edito dalla defunta Granata Press) e poi nel 1998 (la serie completa in tre volumi pubblicata da Star Comics). L'autrice la conoscete sicuramente: è Rumiko Takahashi, la principessa dei manga, arcinota per aver creato Lamù, Ranma 1/2 e Inuyasha. Oltre a questi pezzi da novanta la sua sterminata produzione comprende anche svariate miniserie e moltissime storie brevi, diligentemente pubblicate anche in Italia da Star Comics. La Takahashi è un'artista estremamente versatile che a mio parere dà il meglio di sè proprio nelle short stories: nelle raccolte pubblicate da noi, come W or Double, Rumic World o Rumic Theater la si vede saltare con disinvoltura dalla commedia alla fantascienza, con tenebrose incursioni nel thriller e nel soprannaturale. Leggetevi Il Bersaglio che Ride, tanto per fare un esempio. Non sembra per niente la stessa autrice che ci ha regalato risate a volontà con Ranma 1/2. La Saga delle Sirene è una miniserie a tinte horror che non fa che confermare la bravura della Takahashi anche in questo genere. Se vi aspettate un clone di Lamù o Ranma siete capitati molto, ma molto male.
Secondo le leggende, cibarsi di carne di sirena garantirebbe l'immortalità e l'eterna giovinezza. Quello che non si racconta è che pochi, tra coloro che riescono a mangiare la favolosa carne, ottengono davvero ciò che desiderano: i più sfortunati si trasformano in orrendi mostri, detti esseri Imperfetti, perdendo per sempre il senno e vagando affamati per l'eternità. Ma che succede a chi ottiene la vita eterna? Perchè l'immortalità può sembrare un dono... ma è anche una maledizione. Chiedetelo a Yuta, un giovane che vaga per il Giappone da 500 anni in cerca di un rimedio che lo faccia tornare mortale...
La miniserie segue le avventure di Yuta saltando avanti e indietro nel tempo, dal Giappone feudale al ventesimo secolo, mostrandoci la sua (apparentemente) disperata ricerca di umanità. La seconda protagonista è Mana, bellissima fanciulla allevata come una principessa in un villaggio di vecchie donne tutte uguali... che si riveleranno essere sirene. Perchè si, mangiare carne di sirena dona l'immortalità ad un umano, ma è proprio mangiando la carne di un immortale che le sirene si mantengono giovani e belle... e trovare un immortale purò è un lavoro difficile. Uniti dalla loro comune ricerca di "normalità", Yuta e Mana inizieranno un lungo viaggio insieme, in cerca di indizi su come annullare la maledizione.
Le sirene della Takahashi sono molto lontane dallo stereotipo disneyano che tutti amiamo. Si tratta di esseri rivoltanti, mostruosi, che si cibano di carne umana e che possono mutare le loro sembianze sia in acqua che sulla terraferma. La loro tanto favoleggiata carne riesce solo a spargere dolore tra gli sventurati che osano cibarsene: che provochi la trasformazione in Imperfetto o che dia effettivamente la vita eterna le conseguenze, alla fine, sono le stesse. La Takahashi si ispirò ad una antica leggenda giapponese che narra di Yaohime, una quindicenne che mangiò della carne che il padre aveva avuto in dono da uno strano uomo. Si trattava proprio di carne di sirena, che donò l'immortalità alla ragazza. Yaohime visse per 800 anni, dopodichè riuscì a morire. Esistono altre leggende del genere, ma questa è una delle più conosciute.
I tre volumi della saga (Il Bosco della Sirena, Il Segno della Sirena e La Maschera della Sirena) contengono in realtà pochissime sirene "pure": è la loro carne a comparire in continuazione, provocando una scia di morte e orrore per tutti coloro che ne entrano in possesso. Segreti di famiglia, rivalità tra sorelle, signori della guerra assetati di immortalità, bambini immortali, mostruose mutazioni: partendo dallo spunto della carne maledetta la Takahashi confeziona una serie di storie soprannaturali che colpiscono duro, in cui abbondano sangue e splatter. Storie in cui i nostri due protagonisti muoiono spesso. E muoiono pure male, poveretti.
L'umorismo è pressochè inesistente, quindi non aspettatevi scenette comiche alla Lamù. Però non manca il romanticismo: la relazione tra Yuta e Mana, immortali uniti da un destino comune, si evolve lentamente e in maniera delicata. Quindi non ci sono solo orrore, violenza e morte, dai.
Ouch.
La Saga delle Sirene non ha una conclusione, ma a giudicare da quanto detto dalla Takahashi in questa intervista potremmo aspettarci delle nuove storie in futuro. Nel frattempo potete consolarvi con gli OAV o con la recente serie Tv in tredici episodi (molto più fedele al materiale originale, anche se gli episodi hanno un ordine cronologico differente e la violenza è stata ridotta all'osso).
Amore e morte, orrore e speranza, il fardello dell'immortalità e la cupidigia degli umani: La Saga delle Sirene tratta questi temi in maniera magistrale, e ci dona due tra i personaggi più riusciti della produzione della Takahashi. Un trio di volumi da leggere, anche per rendersi conto di come le leggende cambino da Occidente a Oriente. Se cercate sirene diverse dal canone classico, siete nel posto giusto. Io per esempio ho avuto un'ottima idea da sfruttare per HydroPunk... vediamo quanti tra voi avranno la mia stessa, bizzarra illuminazione :D