La carta è il supporto di differenti espressioni artistiche; può manifestarsi come la pagina di un block-notes a quadretti, sul quale lo scrittore annota le sue impressioni, un foglio ruvido, base di un leggero acquerello, ma può anche diventare magicamente tridimensionale, avere un volume e una forma propria ed essere completamente autoreferenziale.
E’ proprio dagli studi sulla carta effettuati nel laboratorio Vorkurs di Josef Albers nel 1927 e dall’osservazione dei progetti cartacei di Ronald Resch, che la designer Giuliana Mancinelli Bonafaccia ha sviluppato la collezione Hyparhedra.
Così come venivano progettate strutture complesse senza utilizzare null’altro che il materiale di partenza per gli incastri (materiali semplici come carta, cartoncino e balza), così la designer gioca con il concetto di incastro, di spazio e di volume, creando gioielli scultura, che sembrano prendere vita nel metallo prezioso, innalzandosi dalla carta con i quali erano stati pensati.
Non si può evitare di cogliere la connotazione autobiografica di questa ispirazione e gli studi di architettura che caratterizzano l’approccio ai volumi e alle forme di Giuliana Mancinelli Bonafaccia.
Materiali distintivi della collezione sono la pelle, l’argento e il carbonio, se i primi due materiali si collegano maggiormente alla tradizione orafa moderna, l’ultimo connota in maniera assolutamente innovativa e futuristica le creazioni; utilizzato largamente in campo aeronautico, sportivo e automobilistico, entra ora a pieno titolo nella Haute Couture.
Come spiega la designer, la scelta del carbonio non è casuale: se da un lato il materiale ricrea la stessa leggerezza della carta, dall’altro si distingue per la robustezza, la durezza e la resistenza agli agenti chimici, rendendolo perfetto per gioielli in grado di incantare più di una generazione.