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Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 06/06/2014

Cover Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection

PS Vita Pegi 12 TESTATO SU
PSVITA

Genere:

Sviluppatore: , Idea Factory International

Produttore: NIS Europe

Distributore: Bandai Namco Partners

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 05/06/2014

Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection – Recensione PSVITA

EUR 39,99

VISITA LA SCHEDA DI Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection

Pro-1A tratti ironico al punto giusto Contro-1Meccaniche fin troppo ripetitive

Pro-2Buone illustrazioni e modelli poligonali Contro-2Catalogo musicale esiguo

Di certo non si può dire che a Idea Factory sia mancato il coraggio nel produrre un titolo particolare e con tratti originali come Hyperdimension Neptunia. Laddove la stragrande maggioranza dei giochi di ruolo giapponesi ripropone sotto spoglie diverse i soliti cliché, la serie distribuita da NIS America ha proposto in tutta la sua stravaganza un tema con cui ogni videogiocatore, volente o nolente, si è dovuto scontrare: la console war. Il mondo di Gamindustri è suddiviso in quattro regioni (Planeptune, Leanbox, Lastation e Lowee) che a tratti omaggiano, e a tratti rifanno ironicamente il verso a SEGA, Xbox, PlayStation e Wii. Ognuno di questi territori è protetto da delle dee (o CPU) raffigurate con i tipici tratti stilistici di un anime o una visual novel, e condite da una buona dose di fan service, senza però sfociare mai negli eccessi più tipici di un Gal Game. Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection riprende lo stesso contesto, ma abbandona quasi del tutto l’impianto ruolistico per abbracciare completamente le meccaniche di un simulatore e di gestionale di idol.

Hyperdimension Neptunia Producing Perfection

Da grande voglio fare il producer

È proprio un gruppo di idol, il MOB48 (probabilmente un riferimento al gruppo-fenomeno degli ultimi 10 anni, le AKB48), ad avere assunto un’influenza ed un potere troppo grande all’interno di Gamindustri. Per contrastare questa minaccia, le quattro dee protagoniste, Neptune, Vert, Blanc e Noir, decidono che l’unica soluzione è diventare anche loro delle star per riconquistare l’attenzione del pubblico, ma per farlo avranno bisogno di un produttore musicale. Il giocatore viene letteralmente trascinato in questo folle piano e costretto a scegliere una delle ragazze da lanciare come futura popstar di successo. È chiaro fin da subito che non è un sequel diretto, ma uno spin-off indirizzato ad un pubblico ancor più di nicchia rispetto ai precedenti capitoli. Sul suolo nostrano è difficile immaginare il successo di un prodotto del genere, ma l’errore più grossolano che si può fare è quello di bollarlo subito come scadente perché culturalmente lontano da noi. Non si possono chiudere gli occhi di fronte ad un fenomeno stabile e di lunga data che in Giappone rappresenta quasi una fabbrica dei sogni per molti ragazzi e ragazze, e, meno romanticamente, un motore per spingere il consumo. Non sono “oggetti” inarrivabili, ma semplici persone di bell’aspetto, dotate, più che di talento, di una spiccata personalità funzionale al dare spettacolo. Da questo punto di vista, la modalità Producer in Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection è del tutto fedele a queste logiche, pur non rappresentando certo uno squarcio di realtà.

Nei panni del produttore dovremo gestire la giornata del nostro astro nascente, accompagnandolo in un percorso di crescita personale della durata di 180 giorni, e promuovendone la figura. Per farlo avremo a disposizione diverse opzioni: lavorare per lanciare una campagna pubblicitaria, promuovere un evento o una sessione di registrazione; prendere lezioni di canto, ballo, o scegliere di fare pratica o studiare per migliorare tutte le statistiche; sarà possibile fare visita alle altre regioni, ma ogni tanto è bene fare una pausa e rilassarsi, magari facendo due chiacchiere con le altre divinità per stringere un legame. Il rischio altrimenti è che il duro lavoro faccia aumentare solo lo stress, e raggiuntone il 100% verrà decretato il game over. In un giorno potrà essere svolta soltanto una di queste azioni, in un percorso ripetitivo che mai riesce veramente a tener desti e che sembra prendere tutto il brutto dei dating sim che costringono ad un circolo vizioso di azioni sempre uguali. Una parvenza di gioco di ruolo si ha soltanto nella crescita del personaggio, che in base alle nostre scelte vedrà crescere in modo del tutto automatico delle statistiche, tra le quali fiducia, canto, ritmo, espressione e conoscenza. L’unica interazione possibile è quella di premere il tasto ‘X’ e attendere che l’azione vada a buon fine. Se sulla carta la possibilità di prendersi cura di molti aspetti poteva far presagire una discreta profondità, in concreto le aspettative sono deluse e viene a mancare una delle componenti principali: il divertimento. Tra lo svolgersi di un giorno e l’altro potrebbero verificarsi eventi che cercano di risollevare un po’ dalla noia, e forse l’aspetto migliore del titolo è proprio quell’ironia insita in queste scenette, nonché nei continui riferimenti al mondo videoludico che i più attenti riusciranno a cogliere. Una corsa contro le altre idol diventa ben presto un aggancio a Mario Kart, con tanto di possibilità di scegliere quale arma utilizzare per disfarsi delle inseguitrici. Meglio un guscio verde o delle bucce di banana?

Top of the Pops

L’unico elemento che offre una maggior possibilità di interazione è la preparazione del concerto, ma anche qui le aspettative vanno tenute basse. Dopo aver deciso quale palco calcare, che effetti avere a disposizione durante l’esibizione e quale canzone eseguire, potremo posizionare l’idol scelta all’interno di uno spazio delimitato. Prima di iniziare l’esibizione è buona cosa dare uno sguardo ai costumi disponibili e scegliere la combinazione che più ci aggrada. Una volta stabiliti tutti i dettagli possiamo dare il via al concerto e gestire telecamera ed effetti speciali. Le riprese non sembrano avere un grande impatto sulla riuscita del concerto, anzi l’unico fine sembra soltanto quello di poter guardare il modellino virtuale di un personaggio femminile da diverse angolazioni, mentre gli effetti speciali, ognuno dotato di un particolare impatto, contribuiscono ad innalzare il livello di gradimento dello spettacolo e racimolare qualche fan. La scalata verso il successo è fatta anche di momenti imbarazzanti e riprese dal basso. I brani a disposizione sono in numero esiguo e non spiccano mai per qualità, ma restano comunque dei brani orecchiabili, mentre le danze di accompagnamento non sempre danno l’impressione di seguire il ritmo. Sarebbe stato interessante poter gestire anche le coreografie e poter contare su una libreria di brani più succulenta. La cura del concerto dispone di una modalità interamente dedicata ad esso, la Unlimited Concert, in cui si potrà far cantare e ballare anche più di una idol sullo stesso palco già dal primo avvio. Per non farsi mancare nulla, e per attrarre quella fetta di pubblico più incline al fascino moe, è stata introdotta anche la modalità Viewer in cui poter vestire i personaggi secondo il nostro gusto e toccarli in diverse parti del corpo per vederne le reazioni.

Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection – Recensione IN CONCLUSIONE
Il problema di Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection non è tanto marcare il fan service o concentrarsi sul fenomeno idol, quanto piuttosto proporre un prodotto piatto e monotono dal punto di vista del gameplay e del coinvolgimento. Titolo del tutto estraneo ai gusti occidentali, si rivolge ai fan più affezionati alla serie e a tutti gli appassionati più accaniti del genere. Se l'intento è quello di fare da spettatore quasi sempre passivo, il gioco ci riesce in pieno. Chi cerca la profondità, purtroppo deve scontrarsi con molto potenziale inespresso. ZVOTO 5.5
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