Nel primo articolo si era concluso il viaggio dei pellegrini e la bambina Aenea aveva attraversato l'ingresso della Sfinge per catapultarsi trecento anni più avanti, incontro al suo destino. Per quanto riguarda le opere di Keats, eravamo partiti da due opere molto tarde, Hyperion e La caduta di Hyperion. Vedremo qui come Keats arriva ai concetti espressi nei due poemi, il raggiungimento dei massimi livelli del suo pensiero e della produzione poetica e come tutto questo si intreccia con il destino di due amanti e con la salvezza dell'umanità.
Endymion
Keats tratta per la prima volta il mito di Endimione in un poema del 1816 dal titolo I stood tip-toe, un lavoro influenzato dalle idee e lo stile di William Wordsworth. Il poema racconta del matrimonio tra un mortale, Endimione, e la Dea della Luna, Cinzia.
Nel 1817 il mito viene ripreso e questa volta Keats si propone di scrivere un poema lungo quattromila versi, intitolato Endymion. La storia parte dagli stessi presupposti, un giovane, un pastore, si innamora della Dea della Luna e ne è ricambiato. Dopo una lunga serie di avventure, durante le quali la Dea è diventata un'irraggiungibile illusione, il protagonista si innamora di una ragazza umana e abbandona ogni velleità di raggiungere la Dea. Il poema si conclude quando la ragazza si rivela essere la sua amata Cinzia, e i due possono finalmente raggiungere il mondo divino.
Endymion è il primo lavoro in cui Keats esplicita uno dei principi base della sua filosofia, un tema ricorrente in tutte le sue opere maggiori: la necessità di accettare la mortalità e le sofferenze per trascenderli e raggiungere una bellezza superiore.
I canti di Hyperion parte III
Il terzo libro, Endymion, inizia tre secoli dopo il viaggio dei pellegrini alle Tombe del Tempo e la guerra tra Egemonia e Ouster. La bomba ai raggi della morte ha distrutto la sfera-dati e i teleporter, provocando la caduta del governo dell'Egemonia e notevoli disagi per tutti i pianeti a funzione burocratica e, in generale, non autosufficienti. Il potere si è riorganizzato in una nuova confederazione, la Pax, a capo della quale si trova la Chiesa Cattolica, guidata da papa Giulio XIV. Il potere della Chiesa, spirituale ma anche temporale, è basato sul sacramento della resurrezione: il crucimorfo, il parassita scoperto da Padre Durè e portato da Padre Lenar Hoyt in pellegrinaggio, è stato modificato: non causa più il degrado delle capacità mentali e sessuali ed è diventato il simbolo del nuovo Cattolicesimo. Secondo la nuova dottrina, predicata in ogni pianeta della vecchia Egemonia ancora abitabile, Dio ha donato il crucimorfo all'uomo, mantenendo la promessa di vita eterna fatta migliaia di anni prima. Chi ha ricevuto il sacramento, e porta il crucimorfo sul petto, al momento della morte può essere inserito in una speciale macchina in grado di riportare in vita la persona, ricostruendone la personalità, i ricordi, l'aspetto fisico e ogni altra caratteristica personale. Grazie al crucimorfo il papa è da circa tre secoli la stessa persona: Giulio XIV è padre Lenar Hoyt, giunto alla sua nona incarnazione e rielezione.
Raul Endymion è un nativo di Hyperion, pianeta periferico dove l'influenza della Pax non è fortissima, nato fra le tribù nomadi che ancora abitano le parti più remote del pianeta e poi spostatosi in città in cerca di lavoro. Il crucimorfo non è mai stato accettato fra queste tribù e Raul non fa eccezione. Al momento, è una guida per turisti ricchi interessati a esplorare le zone più selvagge del pianeta e andare a caccia. I problemi iniziano quando uccide un uomo, uno straniero ricco che ha messo in pericolo la vita della guida durante una battuta di caccia, e rischia di essere condannato alla vera morte, poiché l'assenza del crucimorfo rende impossibile una resurrezione. Viene salvato dal poeta Martin Sileno, uno dei leggendari pellegrini, che usa le sue ricchezze per corrompere le autorità e trarre in salvo Raul. Come ricompensa, il poeta gli chiede di svolgere alcuni compiti:
- Trovare prima della Pax e proteggere la bambina di nome Aenea, quando uscirà dalle Tombe del Tempo
- Trovare la Terra, mai distrutta secondo il poeta, e riportarla al suo posto
- Scoprire i piani del TecnoNucleo e impedire la loro realizzazione
- Chiedere agli Ouster di donare l'immortalità, quella vera, non il crucimorfo, per il poeta
- La distruzione della Pax e l'abbattimento del potere della Chiesa
- Impedire allo Shrike di nuocere a Aenea o distruggere la razza umana
Non avendo altra scelta, Raul accetta, e fugge dal pianeta insieme alla bambina con l'astronave messa a disposizione dal poeta. Il viaggio li condurrà attraverso molti pianeti, sfruttando la rete teleporter, riattivatasi misteriosamente per consentire solo il loro passaggio, seguendo il percorso dell'antico fiume Teti, una “via d'acqua” unita da una serie di teleporter che permetteva di attraversare diverse centinaia di pianeti della vecchia Egemonia. Per tutto il viaggio verranno inseguiti dalla Pax, capace di sviluppare un nuovo motore in grado di viaggiare a velocità superiori a quelle permesse dal motore Hawking e in grado di trasportare una nave in poche ore da una parte all'altra della federazione. Le velocità raggiunte da queste navi, dette Arcangelo, causano la morte dell'equipaggio, e solo chi è portatore del crucimorfo può utilizzarle, perché dotate al loro interno, come ogni nave della Pax con una sezione medica, dei macchinari per la resurrezione.
Su uno dei pianeti visitati la nave dei due giovani viene danneggiata e sono costretti ad abbandonarla per proseguire il viaggio, poiché il processo di autoriparazione sarà lungo diversi mesi. Dopo essere quasi sfuggiti alla morte su altri due pianeti, raggiungono la Terra attraverso un teleporter, dove Aenea sa di dover passare alcuni anni per completare la sua formazione e diventare Colei Che Insegna, titolo datole dal padre, il cìbrido Keats, e da lei sempre rifiutato.
Capacità Negativa
“All'improvviso capii quale qualità è necessaria per un Uomo di Successo, almeno in campo letterario, e che è tanto forte in Shakespeare – intendo la Capacità Negativa, ovvero quando un uomo è in grado di convivere con le incertezze, i misteri, i dubbi, senza alcun deplorevole tentativo di cercare la logica o la verità.”
Colpito dal genio di Shakespeare, Keats tenta di spiegare cosa lo affascini tanto del lavoro del Bardo in una lettera del 1817 al fratello. È la prima volta che Keats usa l'espressione Capacità Negativa, ma questo concetto diventerà il simbolo del suo pensiero e sarà rispecchiato in tutte le sue opere successive.
Con Capacità Negativa Keats intende un particolare approccio, basato sull'accettazione della realtà, dei suoi conflitti e delle sue sofferenze, senza il desiderio di trovare una spiegazione logica o ascrivibile a verità, necessario alla produzione artistica di ogni poeta. La parola dubbio usata nella lettera rappresenta, per definizione, un conflitto fra elementi diversi, senza che uno di questi sia in grado di prevalere sugli altri. Secondo Keats per creare vera poesia è necessario rimanere in quello stato di dubbio, di conflitto, senza provare a spiegarlo. Una spiegazione sarebbe, infatti, un tentativo di imporre l'io del poeta, chiudendo la strada all'immaginazione e alla creatività.
In un'altra lettera Keats sostiene che:
“Il carattere poetico... non ha un io – è tutto e niente – non ha carattere e apprezza luce e ombra, vive con entusiasmo, sia esso gradevole o disgustoso, alto o basso, ricco o povero, sublime o volgare – prova lo stesso piacere nel creare uno Iago come una Imogene. Ciò che turba il filosofo virtuoso delizia il camaleontico Poeta... Un Poeta è la creatura meno poetica di tutte, perché non ha identità, si trova sempre all'interno di un qualche altro corpo.”
Da questi due passaggi si può dedurre che la Capacità Negativa, così come viene concepita da Keats, è una delle forme più estreme di empatia, poiché l'empatia è, per definizione, la capacità di comprendere e provare le idee e i sentimenti di un'altra persona. Ad ogni modo, Keats non applicava questo principio solo agli esseri umani ma a ogni esperienza mortale, perché solo accettando la mortalità, i suoi tempi e i suoi cicli di gioia e sofferenza, si può creare la sublime bellezza che è arte. E proprio la natura temporanea della bellezza, la consapevolezza di una sua inevitabile fine, è il motivo per cui è necessario viverla con tanto entusiasmo e trasporto.
Il concetto di Capacità Negativa è alla base delle sei grandi Odi del 1819, che, in un crescendo, porteranno Keats a raggiungere le più alte vette della sua produzione poetica in giovanissima età, poco tempo prima della sua morte.
Le Odi
Le odi rappresentano la forma più elevata di lirica poetica, e sono la forma di espressione poetica delle emozioni e dei sentimenti. La definizione stessa di ode si adatta con tale precisione al pensiero di Keats che non deve sorprendere se le sei odi del 1819, le prime cinque scritte tra aprile e maggio e l'ultima nel settembre dello stesso anno, sono considerate il punto più elevato della produzione del poeta. Le sei odi sono: On Indolence, To Psyche, To a Nightingale, On a Grecian Urn, On Melancholy, To Autumn. Tutte queste, a vari livelli, trattano i temi che sono sempre stati al centro del pensiero del poeta: la bellezza, la natura, l'eternità dell'arte in contrapposizione alla mortalità umana, il rapporto tra gioia e dolore, il ruolo del poeta e il potere dell'immaginazione.
On Indolence
Da un punto di vista dei contenuti è la prima delle odi, perché introduce tutti i temi e le immagini che saranno trattati in seguito, posti di fronte al poeta come tentazioni alle quali resistere. La storia è molto semplice: un giovane passa pigramente una calda mattina d'estate quando vede tre figure, Amore, Ambizione e Poesia, passare accanto a lui. Osservandole sente il desiderio di seguirle, ma resiste, vinto dalla pigrizia.
Il poeta sembra sostenere che uno stato di inattività e insensibilità è preferibile alla possibilità di abbandonarsi all'amore, all'ambizione e alla poesia. Amore e ambizione vengono rifiutate perché obbligherebbero il narratore a vivere la vita intensamente e accettare la sua inevitabile fine, quando lui preferisce rimanere immobile e ignorante. Per questo motivo Poesia è la più pericolosa delle tre, perché non è mortale, è la nemesi della pigrizia e richiederebbe una intensità delle esperienze e sensazioni ancora maggiore rispetto alle altre due figure. L'insistenza delle tre figure, le loro continue apparizioni, indicano che il poeta dovrà cedere alla tentazione delle tre, vivendo il dolore e la frustrazione della mortalità umana prima di raggiungere l'immortalità dell'arte.
Questa ode, per le immagini che evoca e il suo significato, può essere considerata una prefazione alle altre cinque odi, nelle quali il narratore abbandona il suo stato inerte ed esplora i temi dell'amore, dell'ambizione e dell'arte.
To Psyche
Keats riprende il mito di Psiche, la donna amata e abbandonata da Cupido e che, dopo una lunga serie di vicissitudini, si è riunita all'amato ed è stata ammessa in paradiso. Il poeta si trova a camminare in una foresta quando incontra i due amanti, colti in un momento di intimità, e ne descrive la scena evocando immagini e sensazioni volte a esaltare il desiderio e la tensione sessuale. Riflettendo su quello che la ninfa non ha mai avuto, ammessa in ritardo in paradiso, quando ormai l'epoca degli dei era finita, il poeta decide di costruire per lei un tempio in cui Psiche possa ricevere gli onori che merita.
Questa ode si ricollega a un concetto, espresso in una lettera del Maggio 1819 ma molto diffuso nella cerchia di poeti frequentata da Keats, in cui il poeta sostiene che il credo Cristiano in una ricompensa oltre la morte non può giustificare le sofferenze umane. Keats contrappone alla concezione Cristiana della vita come luogo di dolore (“vale of tears”) quella di luogo di crescita delle anime (“vale of soul-making”). Solo aprendosi alla natura, all'amore, alla sessualità e attraverso di questi sviluppare una consapevolezza di sé, il poeta si può elevare a livello del divino. La storia di Psiche, l'amore per Cupido, le difficoltà prima essere riunita all'amato e l'ascensione in paradiso diventano una rappresentazione mitica di questo concetto.
To a Nightingale
Il poeta parte da una situazione iniziale di insensibilità, da cui viene destato dal canto di un usignolo. Il risveglio però non rigenera il narratore, ma anzi lo conduce a una lunga riflessione sul potere dell'immaginazione umana. Quando il poeta cerca di seguire il canto, affidandosi all'arte e all'immaginazione si ritrova perso in un'oscurità di sensazioni che rimandano alla morte. L'usignolo, appartenente a un modo diverso e antico, è immortale e quindi non è affetto da questi rimandi, mentre il poeta tenta allo stesso tempo di trascendere la vita per poter creare l'arte e rimanere consapevole di sé. Quando il narratore comprende la natura immortale dell'usignolo e il suo lontano splendore, ritorna violentemente al presente e al proprio io, domandandosi se l'esperienza sia stata reale o meno, mentre l'uccello vola via.
Il messaggio che Keats vuole trasmettere è che, per quanto l'immaginazione, creando stabilità e bellezza, possa permettere all'individuo di provare le più elevate sensazioni, come il canto dell'usignolo, la dimensione temporale è imprescindibile. L'immaginazione tenta l'individuo con la bellezza creata, pur essendo impossibile per l'uomo provare altro che tempo e cambiamento. Se quindi la bellezza e l'arte hanno una funzione di riscatto dell'esperienza umana, questo è possibile solo attraverso una maggiore comprensione di noi stessi e dei paradossi della natura, e non in una realtà trascendente (come quella proposta dal Cristianesimo nell'idea di vita dopo la morte).
On a Grecian Urn
Gli stessi temi di To a Nightingale vengono ripresi qui da un punto di vista differente. In questo caso il poeta trova un'urna su cui si trova una narrazione per immagini, le scene rappresentano una danza e l'inseguimento di un gruppo di donne. Nonostante la rappresentazione suggerisca un movimento, il narratore sottolinea l'immobilità, spaziale e temporale, a cui sono costrette le figure, e quindi il paradosso di una rappresentazione umana in una condizione impossibile per l'uomo, che può esistere solo nel tempo e nel cambiamento. Le domande del poeta restano senza risposta, e anche quando egli prova a immaginare una realtà atemporale, trova una città vuota e silenziosa, priva di umanità. L'urna, attraverso le immagini e il fallimento dell'immaginazione nel trovare una dimensione umana alla rappresentazione, rivela l'impossibilità di una connessione tra natura umana e bellezza eterna.
On Melancholy
L'unica ode ad usare l'imperativo, è un invito all'azione, a non lasciarsi travolgere dalla tristezza, elencando nella prima parte una serie di azioni da evitare, e nella seconda e terza strofa suggerendo approcci alle situazioni che generano questo stato d'animo: pur consapevoli, della mortalità della bellezza e la gioia umana, è importante goderne finché è possibile invece di rifugiarsi in uno stato di depressione. Nell'ultima strofa il poeta spiega come la gioia sia tanto acuta e travolgente perché destinata a finire, come la bellezza sia più desiderabile perché destinata a sfiorire. È l'ultimo stadio dell'accettazione della condizione umana, la capacità di accettare la brevità della gioia e della bellezza mortale, di cercarla e amarla maggiormente per il periodo in cui è possibile viverla, prima dell'inevitabile trasformazione in dolore e sofferenza.
To Autumn
È l'ultima ode e, di fatto, l'ultima opera di Keats, dove riprende il tema di On Melancholy: il narratore descrive un paesaggio autunnale, ricco di vita e di frutti, lo contempla, pone domande ma sono il paesaggio, i suoni, gli odori e le attività di raccolta a fornire le risposte. Non c'è la fretta nell'ottenere le risposte presente in To a Nightingale, né la natura aliena dell'urna greca a rendere impossibile la comunicazione. Questa ode esprime un'accettazione dei processi naturali e posiziona l'esperienza umana all'interno dei cicli temporali della natura, rimette l'uomo all'interno dello spazio e del tempo che gli appartengono.
I canti di Hyperion parte IV
Stella Lucente
Dopo aver completato il periodo di formazione sulla Terra Aenea inizia a vagare su vari pianeti, in incognito, entrando in contatto con molte persone che andranno a formare un primo circolo di seguaci, per quanto la giovane donna rifiuti di essere considerata una divinità o un profeta. Di pianeta in pianeta, le sue parole raggiungono migliaia di persone che rifiutano il controllo del TecnoNucleo e della Pax e, convinte dalle sue parole, scelgono di liberarsi per sempre del crucimorfo. Alcune persone la seguono nei suoi viaggi, fino a stabilirsi con lei su un pianeta alla periferia della Pax, culla del credo buddhista originale e residenza del Dalai Lama.
Qui diventerà la guida spirituale più importante, a cui persino il Dalai Lama bambino farà ufficiosamente riferimento. Qui aspetterà il ritorno di Raul, inviato a recuperare l'astronave, abbandonata su un pianeta sconosciuto e mezzo di trasporto fondamentale nei viaggi che ancora la aspettano. Per Aenea passeranno cinque anni prima del suo ritorno, il tempo di iniziare a diffondere in modo capillare il suo messaggio e di trasformarsi in una giovane donna. Qui Aenea e Raul iniziano a vivere la storia d'amore, emblema di un legame che è unione di sentimenti e fisicità in un estasi romantica e sublime. Aenea è la stella intorno a cui ruotano le speranze dell'umanità, in grado di fare luce su quest'epoca buia, il centro dei pensieri, dei sentimenti, dei desideri di Raul così come lui è per lei.
Il TecnoNucleo e la Pax
La Pax ha lanciato una crociata contro gli Ouster, a cui Aenea si è unita in quanto alleati naturali nella lotta contro il crucimorfo. Nei suoi discorsi Aenea spiega come il parassita sia un nuovo tentativo di continuare lo sfruttamento dei cervelli umani fallito in precedenza con la distruzione dei teleporter ordinata da Meina Gladstone. Attraverso il parassita il Nucleo può controllare l'essere umano, registrarne ogni sua azione, sfruttarne le energie, fare esperimenti di qualsiasi tipo. Il crucimorfo è lo strumento perfetto per schiavizzare l'essere umano, costruito con lo scopo di mimetizzarsi con il credo Cristiano, scudo ideale per chi, dopo gli eventi che hanno segnato la fine dell'Egemonia, ha tutto l'interesse ad agire nell'ombra.
Inoltre, il Nucleo sfrutta il Vuoto che Lega in modo distruttivo. Il Vuoto che Lega, o Spazio di Planck, è un luogo fisico, “un ambiente multidimensionale con realtà propria e con topografia propria”. I vari strumenti, considerati dall'uomo come grandi avanzamenti tecnologici, che permettevano spostamenti di dati, oggetti o persone a velocità superiori della luce, sono violazioni dello spazio di Planck. Il Nucleo, autore del progetto e della realizzazione del motore Hawking, sapeva che questa tecnologia era un fallito tentativo di creare una porta verso questo spazio. Aenea paragona il motore Hawking al tentativo di “muovere un vascello oceanico provocando una serie di esplosioni a poppa e cavalcando le onde d'urto”. Gli Astrotel, le comunicazioni istantanee tra pianeti attraverso il Vuoto che Lega, equivale a “comunicare da un capo all'altro di un continente per mezzo di terremoti artificiali”, né sono mai esistiti migliaia di portali teleporter, ma solo uno, simile al “raggio di una torcia fatto lampeggiare qua e là rapidamente in una stanza chiusa”.
Il Vuoto che Lega rappresenta lo spazio ideale per il TecnoNucleo, che non avrebbe più avuto bisogno di esseri umani e strumenti fisici per viaggiare, ma durante le prime caute esplorazioni scoprì la presenza di altre creature, entità aliene, incomprensibili, pericolose. Furono queste entità a salvare la Terra dalla sua distruzione progettata dal Nucleo. Questo evento spaventò definitivamente le IA, che compresero come queste entità fossero in grado di manipolare tempo e spazio a loro piacimento e disponessero di risorse di energia inimmaginabili. Questa scoperta costrinse il Nucleo a tornare alla propria origine di parassita e continuare a sopravvivere sfruttando gli esseri umani. Da qui, la necessità dei teleporter prima e del crucimorfo poi: il Nucleo ha bisogno di una specie umana statica e docile per potersene cibare.
Per questo gli Ouster rappresentano una minaccia: questo gruppo discende dai primi coloni, inviati in crio fuga negli anni precedenti l'incidente che causerà l'apparente distruzione della Terra. Giunti ai limiti delle loro risorse, avendo fallito nella loro missione di trovare nuovi pianeti abitabili, posti di fronte alla scelta di morire o modificare i propri corpi utilizzando un misto di ingegneria genetica e nanotecnologie, hanno scelto quest'ultima. Non hanno trovato pianeti adatti alla vita umana, quindi hanno modificato l'uomo per adattarsi ai pianeti. Per lo stesso motivo, Aenea è una minaccia. Non si tratta solo della distruzione dei crucimorfi.
Il Vuoto che Lega
“In un tempo che fu c'era il Vuoto. E il Vuoto era al di là del tempo. In senso proprio, il Vuoto era un orfano di tempo, un orfano di spazio.
Ma il Vuoto non era di tempo, non era di spazio e certamente non era di Dio. Neppure il Vuoto che Lega è Dio. In verità, il Vuoto si sviluppò molto dopo che tempo e spazio picchettarono i confini dell'universo; ma, non legato al tempo, non imbrigliato nello spazio, il Vuoto che Lega è filtrato all'indietro e in avanti da una parte all'altra del continuum fino all'esplosione primordiale e al piagnucolio finale.
Il Vuoto che Lega è una cosa dotata di mente. Proviene da cose dotate di mente, molte delle quali furono a loro volta create da cose dotate di mente.
Il Vuoto che Lega è cucito di materia quantica, intrecciato di spazio di Planck, di tempo di Planck, si trova sotto e intorno lo spaziotempo come l'involucro di una coperta trapunta è intorno e sotto l'imbottitura di ovatta. Il Vuoto che Lega non è né mistico né metafisico, sgorga dalle leggi fisiche dell'universo e risponde a quelle stesse leggi, ma è un prodotto di quell'universo in evoluzione. Il Vuoto è strutturato da pensiero e sentimento, un prodotto della consapevolezza di sé dell'universo. E non semplicemente di pensiero e sentimento umani: il Vuoto che Lega è composto di centomila specie senzienti in miliardi di anni di tempo. È l'unica costante nell'evoluzione dell'universo, l'unico terreno comune per le specie che si svilupperanno, cresceranno, fioriranno, appassiranno e moriranno, milioni di anni e centinaia di di milioni di anni luce una dall'altra.”
Quale sia la forza legante e la porta d'ingresso al Vuoto che Lega fu intuito da Sol alla fine del secondo libro: l'amore. Nonostante questo, non riuscì ad accedervi perché, lui come molti altri, non era dotato della “capacità sensoriale di vedere chiaramente il Vuoto che Lega”. Aenea sostiene che molte persone, quelle dotate di “cuore e mente aperti” hanno colto immagini del Vuoto. Questo perché “come lo zen non è una religione ma è religione, il Vuoto che Lega non è uno stato della mente, ma è stato di mente. Il Vuoto è tutta probabilità come onde stazionarie, interagisce con quel fronte d'onda stazionario che è la mente e la personalità umane. Il Vuoto che Lega è toccato da tutti noi che hanno pianto di felicità, che hanno detto addio a un amante, che si sono esaltati nell'orgasmo, che sono stati sulla tomba di una persona amata, che hanno visto il proprio figlio aprire gli occhi per la prima volta”.
L'uomo
È questo il centro del pensiero di Aenea, il virus di cui lei è fisicamente portatrice: nel suo corpo esistono disposizioni uniche di DNA e agenti virali nanotecnologici, bevendo anche una sola goccia del suo sangue l'essere umano ne è infetto e diventa a sua volta portatore. Nel giro di poche ore questi agenti generano il cambiamento, provocano l'avvizzimento e la perdita del crucimorfo e spingono l'uomo verso una nuova fase evolutiva, provocando una frattura netta con il passato. Per quanto questo processo venga definito “comunione”, e del resto il gesto stesso richiama il rito Cristiano, si notano due differenze: primo, questa scelta garantisce una vita mortale attraverso l'abbandono del parassita, al contrario del rito Cristiano; secondo, nel momento in cui si accetta la “comunione” si è portatori del cambiamento e si può usare il proprio sangue per “comunicare” altre persone. L'uomo viene riportato alla sua natura, riposizionato all'interno del ciclo naturale di vita e morte, gioia e perdita di cui è parte, al contrario dell'abominio del crucimorfo, e viene spinto verso il cambiamento, verso una nuova evoluzione, impossibile da prevedere.
Attraverso questo processo il Vuoto che Lega ritorna centrale alla vita umana e grazie al Vuoto è possibile rimanere in contatto con altre forme di vita, umane e non, ed è possibile viaggiare fisicamente nell'universo, ascoltando le voci e la musica della vita, entrando nello Spazio di Planck, e uscendone in un altro luogo. L'unica restrizione a questo principio è che il viaggiatore deve già avere un'esperienza diretta della destinazione, o deve essere guidato da qualcuno che la possiede. Infatti, se l'amore è parte della materia dell'universo, è l'empatia a rendere possibile lo spostamento, ma l'empatia verso qualcosa di sconosciuto è impossibile.
Conclusione
Aenea si eleva al di sopra degli altri esseri umani per le sue conoscenze e per la sua natura messianica, ma nonostante tutto è un essere umano, è carne e sangue. Keats ha spesso definito il poeta come un mortale capace di avvicinarsi al divino. In questo caso, il poeta insegna agli altri uomini come abbracciare la realtà mortale, trascendere le sofferenze e comprendere la materia dell'universo per accedere al Vuoto che Lega. E proprio Raul è metafora di questo passaggio, lui che meglio degli altri conosce la natura umana di Aenea, non riesce per molto tempo a capire quale sia il messaggio. Sarà uno degli ultimi a bere il sangue di Aenea, e solo alla fine, quando tutto sembra perduto, riesce a mettere in pratica i suoi insegnamenti, primo uomo a entrare nel Vuoto che Lega e a spostarsi nello spazio attraverso di esso, lui proveniente da una tribù di pastori.
Keats chiamerebbe Capacità Negativa l'abilità necessaria all'uomo per accedere allo spazio di Planck, perché è lo stesso principio teorizzato dal poeta a permetterlo. Il Vuoto è formato dai pensieri e sentimenti di ogni specie esistente nell'universo, entrarvi significa abbandonare il proprio io e sentire, percepire i pensieri e i sentimenti di tutte quelle specie. Alcuni, quelli proveniente da umani o specie simili, saranno facilmente interpretabili, altri meno, ma solo attraverso questo legame empatico è possibile viaggiare attraverso il Vuoto senza causare i danni che le rozze tecnologie del Nucleo provocavano.
Epilogo
Ho speso molte parole per arrivare a questo punto e ho appena scalfito la superficie dei Canti e delle produzione poetica di Keats. Non una parola sullo stile, sui personaggi, sulla diversità dei mondi, sui viaggi nello spazio e nel tempo, sui paradossi, sul pensiero politico di Keats, sulla metrica, sui versi. Lo spazio è finito molte righe fa, e forse anche il vostro tempo e la vostra pazienza. Quale sia il destino di Aenea e Raul, come vivranno e come si concluderà il loro viaggio e la loro storia lo lascio scoprire a voi.
Una bel racconto è una gioia per sempre:
la sua bellezza aumenta; mai nel nulla
si perderà, sempre per noi sarà
rifugio quieto, e sonno pieno di sogni
dolci, e tranquillo respiro, e salvezza.