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Hyrule Warriors – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 17/09/2014

Cover Hyrule Warriors

Wii U Pegi 12 TESTATO SU
WII U

Genere: Azione

Sviluppatore: Omega Force

Produttore: Koei Tecmo, Nintendo

Distributore: Nintendo

Lingua: Italiano

Giocatori: 2

Data di uscita: 19/09/2014

Hyrule Warriors – Recensione Wii U

EUR 39,99

VISITA LA SCHEDA DI Hyrule Warriors

Pro-1Un'unione improbabile portata avanti nel modo giusto Contro-1Se il completismo non vi stuzzica, l'interesse cala rapidamente

Pro-2Longevità insospettabilmente elevata Contro-2Multigiocatore da migliorare e in fretta, possibilmente

Pro-3Una valanga di nemici a schermo... Contro-3... Che purtroppo precludono un motore grafico efficiente

Quando venne annunciato a sorpresa tempo fa, Hyrule Warriors spaccò di netto il pubblico, originando due correnti di pensiero il cui eco tuttora riecheggia nelle community: chi non vede l’ora di metterci sopra le zampe, senza se e senza ma, e chi si è convinto di aver assistito alla venuta dell’Anticristo. Vero, da un lato assistere al declassamento di uno dei brand più altisonanti e “sacri” del mondo videoludico a musou è un duro colpo per i fan duri e puri (benché un certo idraulico ci abbia abituato a ben di peggio), tuttavia ragionando sulla questione in maniera più ampia, la partnership tra Nintendo e Omega Force va ben oltre il semplice spin-off del caso per arrotondare gli introiti mensili (o almeno ci piace pensarlo, NdR), trovando una giustificazione non solo a favore della saga, ma anche della poco carismatica console su cui gira. Negli ultimi anni, sebbene gli standard qualitativi si siano rivelati sempre e comunque eccelsi, la leggenda di Zelda è andata lentamente smarrendo il suo antico splendore, quel quid che tuttora la rende un classico intramontabile; incontrare i soliti volti, ascoltare le solite storie, trovare i soliti oggetti, esplorare i soliti dungeon… Sarà anche una gioia per gli occhi, una delizia per la mente e una perla di game design, ma un capolavoro per quanto tale non può cancellare quel fastidioso senso di déjà vu che va ad intensificarsi ad ogni pubblicazione. C’è a chi non dispiace, ci mancherebbe, eppure di tanto in tanto non è affatto una cattiva idea prendere una boccata d’aria, rinfrescarsi un po’ le idee, e qual modo migliore se non una bella rissa da bar alla vecchia maniera? Così facendo Hyrule Warriors in un certo senso può spianare la strada al maestoso progetto in via di sviluppo per l’ammiraglia Nintendo, sgombrando la mente dei suoi accoliti da pensieri come “Oh guarda, di nuovo il dannato tempio dell’acqua”, inoltre gli hack’n slash più chiassosi raramente sbarcano sulle console della casa di Kyoto, che ora invece possono vantare un loro personalissimo esponente, e come se non bastasse la release settembrina va a colmare un calendario almeno su Wii U perennemente sguarnito a causa della desolante carenza di terze parti. Ma detto questo: è davvero possibile nutrire delle aspettative per un musou, per quanto ispirato a nientepopodimeno che The Legend Of Zelda? In tutta onestà noi non ne avevamo molte, al di là del fattore curiosità, ciononostante dopo averlo provato in anteprima… Diamine, perché caspita non ci hanno pensato prima?

hyrule-warrior-evidenza

ESERCITO? NOI ABBIAMO LINK!

Includendo nel cast personaggi provenienti da svariate ere (ricordiamo che tutti i capitoli della saga sono ambientati nella medesima timeline, sebbene in periodi molto distanti gli uni dagli altri), per far quadrare i conti si è optato per il sempreverde paradosso temporale. Si tratta di un espediente piuttosto comune, soprattutto in ambito di cross-over poco convenzionali (la stessa software house nipponica tra l’altro non è nuova al trucchetto, basti pensare a Dynasty Warriors Gundam), semplice da imbastire e altrettanto da sviluppare, tuttavia nel caso di Hyrule Warriors assistiamo ad un rimaneggiamento della mitologia e delle “formalità” hyliane alquanto interessanti, funzionali al contesto invero, ma che potrebbero solleticare l’interesse di coloro cresciuti a pane e Triforza. Per una volta infatti mettiamo piede in una Hyrule completamente demistificata, lontana come non mai dai fasti e dalla vitalità dei suoi luoghi di culto e dai suoi scorci mozzafiato, che lasciano il posto ad uno sterminato campo di battaglia, ispirato se non altro ad alcune delle location più cariche di significato, come la Piana di Hyrule o la Foresta di Firone; lo stesso Link non è che un coscritto come tanti nell’esercito reale, Impa dispensa morte e distruzione sventolando un colossale spadone brandito probabilmente dal Biggoron in persona (alla faccia del ninja), e persino Zelda sembra aver abbracciato una filosofia ben diversa da quella austera e passiva a cui siamo abituati, trovandosi perfettamente a suo agio in una svolazzante armatura “tatticamente” rinforzata e dei poco raccomandabili tacchi metallici.

Eppure, a dispetto del setting stravagante, ci sono delle costanti destinate a non cambiare mai: un’armata misteriosa compare dal nulla innanzi alle porte del regno seminando il panico, Link si distingue nello scontro scoprendo di essere l’ennesima reincarnazione dell’eroe del tempo, e Zelda viene rapita… ovviamente ci sovviene. Mentre scandagliano il territorio alla sua ricerca, le forze alleate fanno quindi la conoscenza di Lana, new entry tra le fila dei buoni, una maga con tendenze da idol (o forse è il contrario?) degna quasi del miglior catalogo Tecmo, che gli rivela la causa di questo conflitto, ovvero Cia, un’altra maga (di cui ricordiamo giusto il prosperoso davanzale e il suo odio viscerale per le mezze stagioni), intenzionata ad appropriarsi del potere dell’onnipresente Triforza. In un ultimo, disperato, tentativo, Link & Co. sferrano un’offensiva alla roccaforte nemica, ma falliscono, permettendo al cattivo della situazione di sprigionare un tremendo incantesimo in grado di fondere le dimensioni in cui anticamente vennero esiliate le quattro anime malvagie (rispettivamente Zant, Ghiraim e… due per Ganondorf? Corpo e poteri? Forma umana e Ganon? Non è che le spiegazioni abbondino in Hyrule Warriors…), scatenando una reazione a catena che trasporta nell’attuale Hyrule alcune regioni a noi molto familiari, come Oltrenuvola e il Monte Morte. Ora che i sigilli di contenimento si sono infranti e le cartine geografiche sembrano saltate fuori dal sogno erotico di un fanboy allo stadio terminale, come tirarsi fuori d’impaccio? Semplice: chiamare a raccolta gli eroi e le eroine del passato e combattere tutti assieme appassionatamente il male, ed ecco pertanto fare la loro apparizione Darunia, Midna, Faih… Ruto? Xenia!?… A ‘sto punto andavano benone pure Terry e Giovanni (il tizio tramutato in oro di TP per la cronaca), non credete?

Contrariamente ai pronostici (o forse no) il comparto narrativo di Hyrule Warriors non è esattamente un capolavoro d’autore, riducendosi ben presto ad un pretesto per menare le mani con i beniamini della serie (e le loro nemesi) condito da discutibili resoconti in inglese e altrettanto maldestri dialoghi in mugolese, tuttavia, a voler spezzare una lancia nei suoi confronti, dubitiamo che chiunque fosse davvero interessato al titolo Omega Force pretendesse qualcosa di diverso; siamo onesti, siamo qui per prendere a schiaffi Link con il suo stesso boomerang ed essere sommersi di citazioni al mondo di Zelda, e in questo Hyrule Warriors eccelle. Qualunque dettaglio faccia capolino a schermo cela infatti un rimando, alcuni palesi, altri un pelo nascosti, per la gioia dei veterani in grado di coglierli: Darunia ad esempio combatte utilizzando il Megaton Hammer, e la sua bizzarra coreografia di fine scontro è il suo stesso balletto in Ocarina Of  Time sulle note della Canzone di Saria, le melodie che Sheik esegue con la lira sono le medesime che insegnò a Link all’ingresso dei templi dei saggi, insieme a un paio di nuovi singoli (Song Of Storms vi dice niente?), Midna cavalca un lupo di materia oscura, essendo a corto dell’originale, quelli che Xenia sguinzaglia sono gli stessi insettacci luminosi che ci ha mandato a raccattare per tutta Hyrule, potenziando l’arpione si scaglia contro i malcapitati di turno l’inquietante luna di Majora’s Mask, la banderuola dei tempi di caricamento è stata presa di peso da A Link To The Past, e non sarà mica la Fierce Deity Mask quella che si intravede nel menù degli upgrade? Potremmo continuare, il gioco è pieno di chicche simili (anche se la campagna di marketing è stata così gentile da spoilerarle praticamente tutte a suon di trailer), però anche così Hyrule Warriors denota un‘evidente mancanza di spessore e un uso appena marginale della colossale licenza di cui si fa carico. Per quanto concerne la nostra esperienza, dopo circa 30 ore abbiamo ancora parecchio da completare, le varie modalità (che approfondiremo nel dettaglio in seguito) sono state sviscerate solo parzialmente, tuttavia quel che manca all’appello è essenzialmente il capriccio di un perfezionista, mentre il materiale inedito si è esaurito dopo neanche una giornata. Il problema è che ogni capitolo della saga è immenso, ogni location un microcosmo a sé stante, e Hyrule Warriors si ispira addirittura a tre di questi, ovvero Ocarina Of Time, Twilight Princess e Skyward Sword, ma alla fine dei giochi cosa abbiamo tra le mani? Tredici guerrieri e una decina di scenari. Veramente poco, una miseria, specie se si pensa che qualunque città/overworld/dungeon poteva essere adattato al contesto, inoltre se gli sviluppatori sono riusciti ad inserire un personaggio francamente inutile come Xenia e a trasformare lo Zora’s Domain, il Lago Hylia e il santuario al suo interno in un’unica, grande arena, tutto sarebbe stato possibile. E perché allora non includere anche Termina nel trittico, o variare un po’ con qualche panorama ripescato da Wind Waker, o persino dalle avventure 2D? E il roster? Ragionando per assurdo sono tantissimi i protagonisti, gli antagonisti e le comparse che potrebbero figurarvi, le potenzialità sono immense e ci dispiace veder sciupata un’occasione simile… A meno che Nintendo non abbia intenzione di lanciare una nuova trafila di spin-off e questo non sia solo il primo di molti Hyrule Warriors…

NE FERISCE PIU’ LA PENNA… NO, NON E’ VERO

A livello di gameplay, Hyrule Warriors trova maggiore riscontro con la serie di Dynasty Warriors che non con quella di The Legend Of Zelda; le componenti ruolistiche e puzzle tipiche della pietra miliare Nintendo sono state quasi interamente rimosse, ma possiamo ancora rintracciarne qualche lascito, come l’utilizzo in tempo reale degli oggetti, utili per superare barriere architettoniche, abbattere ostacoli o esporre il punto debole dei colossali boss, e lo Z Targeting. Per il resto il titolo Omega Force si presenta come un hack’n slash dai tratti classicheggianti (e ignoranti, in senso buono): combat system snello ed intuitivo, focalizzato non tanto sulla tecnica quanto sulla spettacolarità del moveset, ritmo serrato all’insegna del button mashing e orde di nemici che affollano lo schermo appositamente per essere massacrati senza alcuna pietà. Questo si riflette su una formula di gioco fondamentalmente ripetitiva e caratterizzata da un livello di difficoltà relativamente basso, che si attiene al solito paradigma “vai a zonzo, uccidi, conquista presidio, ripeti…”, più una manciata di obiettivi secondari che implicano comunque un approccio similare, vuoi che si tratti di conquistare una base, raggiungere una determinata area o proteggere un personaggio; un incipit estremamente semplice, ma oltremodo infervorante qualora l’azione continua e martellante rientri nei propri gusti. L’influenza zeldosa inoltre si riesce a percepire anche in mezzo al marasma, impreziosendo il tutto, a conferma che Hyrule Warriors non è un mero cambio di skin, sebbene, al di là dell’ovvio dettaglio visivo, non sia qualcosa di ravvisabile nelle atmosfere o sul profilo ludico, diciamo più un intuito da videogiocatore, provare per credere.

Parlando delle modalità incluse nel pacchetto, la campagna, o Leggenda, comprende 18 missioni scandite da brevi cutscene, lineare nel concept e piuttosto corta, ma dotata di elevata rigiocabilità grazie alla presenza di numerosi collezionabili, come frammenti di cuore, armi e aracnule dorate, oltre ad un’esperienza molto godibile e variegata di suo, più il fattore grinding, che comporterà sicuramente qualche sessione extra per far salire di livello e potenziare i singoli guerrieri con i materiali raccolti. Il vero fiore all’occhiello però si è rivelato essere Avventura, una sorta di modalità sfida costruita intorno alla Hyrule del primissimo The Legend Of Zelda per NES: ogni “riquadro” della minuziosa mappa 8-bit costituisce una prova, il cui completamento ci garantisce l’accesso a quelli adiacenti, assieme alle ricompense in sovrimpressione, e così via. Fin qui nulla di troppo complesso, giocata senza cognizione non è che una riproposizione dei livelli già affrontati in condizioni particolari; quel che la rende davvero un’avventura, di gran lunga più appassionante, persino nella navigazione del menù, è la ricerca dei bonus utilizzando le carte oggetto, che permettono di interagire con il pixelloso ambiente, come la candela per bruciare gli alberi, i bracciali Goron per smuovere statue e macigni, le bombe per aprire passaggi nella roccia… Non c’è limite al loro “drop”, ma sono monouso, e non sempre è chiaro dove attivarle (e qui entra in gioco la bussola…), ergo sprecarle equivale a dover ripetere, spesso più volte, sfide già terminate in precedenza. Può risultare seccante, ma ne vale certamente la pena, in quanto solo così è possibile sbloccare le armi più potenti e i combattenti mancanti, e poi non dimentichiamo le valutazioni, i ritratti, i potenziamenti…

In sunto, Hyrule Warriors sulla carta si esaurisce in un unico ciclo di GamePad, tuttavia l’infrastruttura imbastita da Omega Force mostra la sua effettiva profondità solo ai giocatori più caparbi, per una mole di contenuti che può facilmente portarvi via più di 50 ore, il ché significa che se il team di sviluppo si fosse preso la briga di rimpolpare un minimo il catalogo ci troveremmo di fronte a un titolo dannatamente longevo per il suo genere di appartenenza. La speranza è l’ultima a morire, dopotutto il rilascio internazionale nei negozi non implica necessariamente che la software house cessi il supporto al prodotto, patch correttive a parte. L’ultimo aggiornamento ad esempio ha aggiunto una ganzissima spada per Link e implementato la modalità Sfida, inoltre al day one dovrebbero essere disponibili degli add-on con dei costumi extra per i protagonisti, insomma forse con il maturare dei tempi (e soprattutto un eventuale successo commerciale) potremo godere di un roster come si deve e una maggiore selezione di scenari in cui darsi battaglia. Sarà tutta una questione di rupie…

T’HANNO FATTO CON LO STAMPO!

Dal punto di vista tecnico, Hyrule Warriors non sembra aver beneficiato della cura solitamente riservata ai first party di casa Nintendo, e l’impatto visivo risente dei compromessi attuati al motore grafico per renderlo quanto più fruibile dalla macchina. I modelli poligonali dei personaggi sono ben caratterizzati e ricchi di dettagli, così come le animazioni e gli effetti speciali delle loro combo, nulla da ridire a riguardo, mentre già le location appaiono un tantino spoglie, per non parlare dei minion, appena presentabili in modo da non sperperare eccessive risorse nella loro generazione di massa (intendiamoci, non ci è dispiaciuto affatto vedere Stalchild e Boblin prendere vita in alta definizione, sebbene il risultato non fosse il massimo). Non tutto il male vien per nuocere, la console così facendo può renderizzare fino a un centinaio di mostri a schermo contemporaneamente, e il frame rate si mantiene su standard piuttosto buoni nella maggior parte dei casi, per quanto i 60 fotogrammi al secondo siano un’utopia e i cali talvolta siano abbastanza evidenti, ma nel complesso la resa di Hyrule Warriors è accettabile, sia sulla TV che sullo schermo del GamePad, complice lo stile a cavallo tra i toni dark di Twilight Princess e le palette vivacissime di Skyward Sword, anche se sappiamo che Wii U può ben altro se sfruttato a dovere. Tanto di cappello invece alla colonna sonora, che unisce la maestosità dei brani più iconici della saga di Zelda con il timbro rockeggiante tipico delli produzioni Tecmo, per una scaletta epica e di grande impatto. Splendida.

Quanto al multiplayer, in molti si sono lamentati dell’assenza della cooperativa online (benché figurino achievement, Miiverse e una curiosa “invasione” delle Avventure altrui, che non abbiamo avuto modo di testare), tuttavia, dopo aver provato quella locale… Fortuna che non è stata implementata! Ora come ora, giocare in compagnia di un amico Hyrule Warriors è qualcosa di a dir poco aberrante, sullo scia dello split-screen di metà anni ’90, se non peggio. Collegando un Pad Pro alla console, in qualunque modalità prima della sortita, un giocatore potrà ospitarne un secondo continuando la sessione comodamente da GamePad. L’idea di falciare eserciti in coppia è allettante, peccato che questa soluzione causi un downgrade massiccio delle performance, non tanto da rendere il titolo ingiocabile, ma quasi. Cali di risoluzione, frame rate ancora più instabile, riduzione dei nemici in campo, collisioni sfalsate… Immaginate quindi il problema aggravato da lag e altre variabili e potete facilmente comprendere perché per il momento Omega Force abbia rinunciato all’idea di una componente online.

Hyrule Warriors – Recensione IN CONCLUSIONE
Fan intestarditi convinti di trovare conferma al loro disprezzo in questo piccolo riquadro? Chiudete pure pagina e metteteci una bella pietra sopra, Hyrule Warriors non verrà certo ad aggredirvi nel sonno; il 2015 è alle porte, così come la prossima avventura di Link. In caso contrario, l'ultima fatica di Nintendo e Omega Force si è dimostrata più che soddisfacente, e saprà intrattenervi grazie ad una formula di gioco divertente, appagante e longeva al punto giusto, inoltre rappresenta una novità non indifferente e forse un punto di svolta per come abbiamo inteso finora la saga di The Legend Of Zelda. La casa di Kyoto sembra dell'idea di voler cambiare le fondamenta del brand con il prossimo capitolo, e non ci sorprenderebbe se Hyrule Warriors fosse stato concepito proprio come una sorta di esperimento per sondare le acque; se il fenomeno diventasse virale la cosa non ci andrebbe sicuramente a genio, ma una sporadica deviazione, specie se godibile come in questo caso, è sempre ben accetta. Chiaramente Hyrule Warriors non è esente da difetti, anzi, lacune come il roster stringato, il comparto tecnico altalenante e il vergognoso multiplayer non sono tollerabili in un titolo sponsorizzato con una certa insistenza dalla compagnia, fortunatamente l'esperienza in singolo compensa un repertorio che ci auguriamo venga perfezionato e ampliato con il passare del tempo. E poi, in quale altro gioco puoi massacrare decine di migliaia di mostri impersonando Ganondorf? Suvvia, non siate scettici... ZVOTO 7.5

JUST WHAT WE NEEDED! PLOT! COSA SIGNIFICA PER NOI QUESTO VOTO? SCOPRILO LEGGENDO I NOSTRI CRITERI DI VALUTAZIONE!!!

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