- Avverbi. Evitate di condire il vostro testo con gli avverbi, soprattutto quelli che terminano per -mente. Ovviamente, naturalmente, disperatamente, improvvisamente... Appesantiscono il testo e sono inutili. Tra l’altro un autore inesperto si vede proprio dall’uso che fa degli avverbi, quindi siete avvertiti...
- Aggettivi inutili. Anche l’uso degli aggettivi andrebbero moderato. In fase di riscrittura, è bene chiederci se ognuno di essi apporti davvero qualcosa in più alla frase e se esprima con precisione ciò che vogliamo dire.
- Parole ricercate, ridondanti, pretenziose (e presuntuose). Insomma i paroloni!
- Metafore abusate. Diventò rosso come un peperone.
- Ripetizioni di una parola nello stesso periodo.
- Abuso dei sinonimi di “dire”. È più che giusto cercare alternative al solito disse, ma più che usare espressioni contorte e ridicole, meglio un sobrio disse ripetuto.
- Forma passiva. Si tratta di una struttura debole e senza azione che va sostituita sempre con una forma attiva. Si dice che... Il treno fu fatto fermare... La giacca era stata lavata.
- Frasi fatte. Andare su tutte le furie. Mandare all’aria.
- Punti esclamativi dappertutto!!!! Fanno molto teenager (tipicamente donna).
- Abuso di dialetto, parolacce, espressioni “forti”. Avete proprio deciso di spiazzare i vostri lettori? Ma siete sicuri che loro lo apprezzeranno?
Quello sta sta alla base di tutte queste piccole regole, da sempre condivise da chi scrive, è l'obiettivo di una scrittura il più possibile sobria, pulita e curata, ma anche precisa ed efficace. In fondo, le "regole" possono solo dare un piccolo aiuto a migliorare il nostro modo di esprimerci, che resta comunque unico...
“Io credo che la strada verso l’inferno sia lastricata di avverbi”
Stephen King
E voi siete d'accordo con Stephen King o considerate un'esagerazione questo demonizzare gli avverbi?