Statua di Willy Brandt alla Willy-Brandt-Haus
Oggi Willy Brandt compirebbe 100 anni. Sindaco di Berlino dal 1957 al 1967, vicecancelliere e ministro degli esteri della prima Grande Coalizione della storia della Germania dal 1966 al 1969 e Cancelliere dal 1969 al 1974, Willy Brandt è una personalità politica ancora oggi molto amata in Germania. Nessun altro politico ha entusiasmato, diviso e toccato il cuore dei tedeschi più di Willy Brandt. Patriota per alcuni, bastardo, emigrante e socialista per altri.
La sua vicenda personale e politica abbraccia gran parte della storia del Novecento. Nato il 18 dicembre del 1913 a Lubecca, Brandt aderì al Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) nel 1929, ma quando nel 1933 la SPD fu dichiarata illegale da Adolf Hitler, fu incaricato dal partito di fondare una cellula antinazista a Oslo, in Norvegia. Fu in quel momento che divenne Willy Brandt, il suo nome di battesimo era Herbert Frahm. Nel 1936 tornò in Germania con un nome di copertura, Gunnar Gaasland. Nel 1938 il regime nazista lo espulse e gli tolse la cittadinanza e così Brandt divenne cittadino norvegese. Esiliato, ritornò in Germania dopo la seconda guerra mondiale lavorando come corrispondente di alcuni giornali scandinavi e nel 1948 tornò ad essere cittadino tedesco con il nome Willy Brandt.
La sua vita incrociò nuovamente i più importanti eventi storici del Novecento nel ruolo di Sindaco di Berlino. Fu infatti durante il suo mandato alla guida della città tedesca che la Germania comunista fece costruire il Muro che divise Berlino dall’agosto del 1961 fino al 9 novembre del 1989. E fu sempre Willy Brandt ad accogliere John Fitzgerald Kennedy a Berlino nella storica visita in cui il Presidente degli Stati Uniti disse la famosa frase “Ich bin ein Berliner” (Io sono un berlinese).
Nel storia politica di Brandt ci sono anche grandi sconfitte: sia nel 1961 sia nel 1965 è il candidato perdente della SPD prima contro Adenauer e poi contro Erhard. La sua carriera politica sembra essere finita, ma inaspettatamente nel 1966, la coalizione di governo tra cristiano-democratici, cristiano-sociali e liberali entra in crisi e Brandt ha l’occasione di entrare nuovamente in gioco. Dopo la sua esperienza da primo cittadino di Berlino, Brandt fu uno dei protagonisti della prima Grande coalizione tedesca (1966-1969) e, successivamente, dal 1969 divenne il quarto Cancelliere della storia della Germania in una coalizione con i liberali (FDP).
Uno dei principali obiettivi del Cancelliere Brandt era di ridurre la tensione con il regime comunista negli anni della guerra fredda. Riuscì a stipulare dei trattatti con l’Unione Sovietica, la Polonia e la Germania comunista. Appena quattro settimane dopo essersi insediato al Cancellierato, Brandt visitò la Germania comunista. Fu il primo Cancelliere a farlo e l’entusiasmo dei cittadini tedeschi dell’Est fu enorme. Resta ancora oggi storica anche la visita di Brandt a Varsavia (il 7 dicembre del 1970) durante la quale l’allora Cancelliere tedesco si inginocchiò al monumento in ricordo della distruzione del ghetto di Varsavia. Se per la sua Ostpolitik ricevette il premio nobel per la Pace nel 1971, proprio il gesto di inginocchiarsi al monumento a Varsavia fu accolto in modo controverso in Germania, tanto che alcuni parlamentari della maggioranza, col tempo, passarono nelle file dell’opposizione della CDU/CSU. Brandt perse la maggioranza nel Bundestag. Fu votata una sfiducia costruttiva che però fallì per soli due voti e Brandt restò Cancelliere. Oggi è certo che il governo Brandt fu salvato dal Ministero della sicurezza statale che aveva corrotto alcuni parlamentari dell’opposizione. Ma Brandt, comunque indebolito e privo di una maggioranza forte e tale da poter governare, si dimise e si ricandidò a Cancelliere. Quello che viene definito dagli storici il “referendum su Brandt e la sua Ostpolitik” fu vinto dal leader socialdemocratico: alle elezioni del 19 novembre del 1972 la SPD ottenne il 45,8 per cento dei voti, ancora oggi il miglior risultato della sua storia. Ma, paradossalmente, la politica di riduzione della tensione con il regime comunista gli si rivoltò contro. Nel 1974 si scoprì che un suo collaboratore, Günter Guillaume, ex cittadino della Germania comunista e da sedici anni cittadino nella Repubblica Federale Tedesca, era una spia comunista. Sorprendendo gran parte dell’opinione pubblica Brandt si dimise da Cancelliere ma rimase alla guida della SPD. I motivi delle sue dimissioni, considerate eccessive, sono da ricondurre alla crescente depressione che aveva colpito negli ultimi tempi Willy Brandt. A lui successe Helmut Schmidt, un’altra grande figura della socialdemocrazia tedesca che segnerà la storia della Repubblica Federale Tedesca.
Brandt continuò a fare politica come Presidente dell’Internazionale Socialista e alla direzione della Banca Mondiale. Nel 1980 si separò dalla sua seconda moglie e tre anni dopo, a 70 anni, sposò la giovane storica Brigitte Seebacher (37 anni) che aveva conosciuto nella direzione della SPD.
Willy Brandt, che per i berlinesi è sempre stato un idolo, fece in tempo anche ad assistere alla caduta del Muro. “Jetzt wächst zusammen, was zusammengehört” (ora cresce insieme ciò che va insieme) è la celebre frase dell’ex Cancelliere ed ex primo cittadino di Berlino il giorno della caduta del Muro. Willy Brandt morì l’8 ottobre del 1992.
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