La ricerca, realizzata ogni tre anni, è focalizzata in particolare sui livelli di competenza degli studenti che si approssimano alla fine dell’istruzione obbligatoria, i quindicenni, con l’obiettivo di verificare alcune competenze ritenute essenziali per proseguire nel mondo degli studi e del lavoro, oltre che nella propria vita quotidiana.
Per analizzare e riflettere sui dati emersi e valutare le misure da intraprendere al fine di continuare a migliorare l’istruzione e la formazione piemontese, la Regione Piemonte, l’Ufficio scolastico regionale e l’Ires Piemonte hanno organizzato il 3 maggio a Torino un seminario di discussione con ricercatori ed esperti sul tema, a cui hanno preso parte dirigenti scolastici, docenti, responsabili dei centri di formazione professionale, rappresentanti dell’Unione Industriale e delle organizzazioni sindacali.
Tra i risultati dell’indagine risulta che i licei e gli istituti tecnici piemontesi hanno un livello in linea a quello degli studenti delle altre regioni del Nord (Lombardia, Veneto e Friuli), mentre emergono in modo particolarmente positivo gli studenti della formazione professionale, che hanno risultati più elevati dei colleghi delle altre regioni. Critici, invece, i risultati degli studenti degli istituti professionali.
Il Piemonte ottiene, inoltre, un punteggio medio in lettura superiore a quello di altre regioni OCSE con profili socio-economici analoghi e mostra una buona solidità del sistema di istruzione e formazione che, rispetto alle precedenti rilevazioni, conserva un livello stabile dei risultati, pur in presenza di cambiamenti rilevanti nel contesto ambientale, quali la crisi economica e l’aumento dell’immigrazione.
Un altro dato significativo riguarda proprio la composizione multietnica della scuola piemontese: il Piemonte è la prima regione italiana per quota di studenti immigrati dell’età di 15 anni: l’11% del totale rispetto al 5% della media italiana, segno di una più avanzata integrazione nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale.
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