Al di là di ogni tecnica o pratica di PNL o di coaching possiamo essere persone migliori ispirandoci ad alcuni semplici princìpi e considerazioni di base.
Ero a Roma, seduto in un’aula per un mini corso di PNL che prometteva di tirare fuori il Meglio di Me. A distanza di anni riconosco che quelle 4 ore hanno modificato per sempre il mio atteggiamento verso la vita, grazie a 3 semplici princìpi.
1. NON E’ POSSIBILE NON COMUNICARE
E’ il primo principio della comunicazione: non importa che tu lo voglia, in qualunque momento inviamo messaggi al mondo che ci circonda.
Che tu stia parlando, gridando o che tu stia zitto, è indifferente, perché anche il silenzio, l’immobilità o una semplice esitazione sono messaggi che trasmetti.
Quindi, che tu lo voglia o no sei un modello per chi ti circonda: figli, amici, mogli e mariti ti guardano e il tuo esempio, il tuo messaggio, arriva in continuazione, non puoi fermarlo.
Allora la domanda è: Che tipo di messaggio vuoi trasmettere intorno a te? Che tipo di esempio vuoi essere, in ogni occasione, per chi ti circonda? Che tipo di padre vuoi essere? Che tipo di marito/moglie vuoi essere? Che tipo di figlio? Che tipo di atleta? Che tipo di leader?
2. HAI LO 0% DEL CONTROLLO SULL’ESTERNO,
IL 100% DEL CONTROLLO INTERIORE
Non puoi controllare gli eventi, né determinare con esattezza cosa e come succederà. Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Tuttavia puoi controllare pienamente il tuo stato interiore E la tua risposta agli eventi. Infatti lo stato non lo hai, lo fai.
Devi sapere che in ogni occasione stai creando il tuo mondo interiore, tu sei il capitano e puoi guidare le risposte: non limitarti a reagire, pensa a ciò che vuoi ottenere e se stai andando in quella direzione. Non sto parlando di reprimere le emozioni, ma del fatto che non sei costretto a subirle.
Allora sto dicendo che è colpa tua se sei triste o arrabbiato? No, sto dicendo che hai il potere di rimanere così o di cambiare la tua risposta, se serve. Non è una questione di colpa, ma di responsabilità.
La colpa è come camminare guardando all’indietro: la colpa vuole un giudizio e un colpevole per potersi lamentare e non risolvere niente. La responsabilità, invece, ha lo sguardo rivolto al futuro: chiama a sé il potere di risolvere il presente, si fa carico di mettere in atto azioni risolutive.
A proposito di colpa:
3. L’IDENTITA’ NON E’ IL COMPORTAMENTO
Le persone sono come iceberg: solo un terzo è visiile, il comportamento; la gran parte invece, la vera identità, rimane nascosta. Quando vediamo comportamenti che non ci piacciono in genere mettiamo in discussione tutta la persona, giudichiamo il tutto in base ad una parte.
A me piace pensare che le intenzioni alla base dei comportamenti delle persone siano positive, ma che tali intenzioni si perdano nella strada che li vorrebbe mettere in atto.
In fondo, le persone fanno quello che possono con quello che hanno.
Questo è il principio base del perdono. Per molti perdonare significa mettere una pietra sul passato, far finta di niente. Per perdonare è necessario operare una scissione, una separazione tra l’identità di una persona e il suo comportamento, cioè il torto che abbiamo subìto. Il torto rimane, ma separato dalla persona che lo ha commesso. Il perdono non è scontato perché è uno slancio dell’animo.
Il mio invito quindi è mettere un piede sul freno del giudizio totalizzante: se aspettate abbastanza, da ogni persona verrà fuori qualcosa di buono.
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