Volevo iniziare a pubblicare qualche post dedicato ai familiari o agli amici di persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare.
Perché?
Capita di frequente che genitori o amici mi contattino per chiedermi un consiglio in merito ad una persona cara che sembra vivere il cibo con un certo conflitto.A volte si tratta di persone che dichiarano di essere insoddisfatte della propria immagine corporea e mangiano male e in modo poco sano.
Io ricordo sempre che i disturbi del comportamento alimentare non sono questioni di cibo o di peso, ma sono sintomi che raccontano di disagi più profondi, dove il disturbo alimentare diventa la strategia e il tentativo per affrontare problemi emotivi e relazionali.
I genitori, i partner, gli amici, nessuno di loro può costringere qualcuno a mangiare di più o a smettere di mangiare troppo o a seguire un'alimentazione equilibrata.
Ma è anche vero che il sostegno dei congiunti e l'accoglienza possono fare la differenza.
Disturbi alimentari più conosciuti
Cominciamo oggi con il passare in rassegna qualche conoscenza in più in merito ai disturbi del comportamento alimentare: diciamo che per comodità possiamo suddividere i disturbi del comportamento alimentare in 3 grandi famiglie.
Anoressia: si vive una profonda paura legata all'idea di prendere peso e al consumo del cibo, in molti casi vissuto come pericoloso. Pur essendo sottopeso ed evidentemente denutrite, queste persone fanno fatica ad avere una percezione obiettiva del proprio corpo. Vengono limitate le calorie e il peso viene controllato anche con l'esercizio fisico, pillole per la dieta, vomito e lassativi.
Bulimia: si alternano abbuffate di cibo e comportamenti per eliminare il cibo ingerito ( vomito, lassativi, diuretici ). Dopo ogni abbuffata seguono sensi di colpa e durante i pasti si tende ad essere restrittivi nell'alimentazione e a rispettare rigide regole dietetiche. Anche in questo caso l'immagine corporea è distorta.
Binge eating disorder: l'elemento caratteristico di questa tipologia di disordine alimentare è l'alimentazione compulsiva. Si mangia troppo e in brevissimo tempo. Spesso queste abbuffate sono accompagnate da vergogna e da sensi di colpa. Il senso della fame fisica è spesso difficile da riconoscere e continuano a mangiare anche se si sentono piene.
Spesso si sentono idee o preconcetti sui disturbi alimentari, non corretti che generano solo maggior confusione, soprattutto nei familiari che "non sanno che pesci prendere".
I miti
Proviamo a smascherare i 4 principali falsi miti sui disturbi del comportamento alimentare
Mito 1: Chi soffre di un disturbo alimentare è sottopeso.Falso. Chi soffre di disturbi alimentari è spesso normopeso o sovrappeso.
Mito 2: I disturbi alimentari colpiscono la popolazione femminile tra adolescenti e giovani donne.Falso. I disturbi alimentari sono solo più comuni in questa fascia della popolazione, ma stanno aumentando i casi tra bambini dagli 8-9 anni di età, tra le over quarantenni e tra gli uomini sia adolescenti che adulti.
Mito 3: Le persone con disturbi alimentari vogliono essere più belle.Falso. Non è il desiderio di essere più belle o la vanità che spinge le persone con disturbi alimentari a seguire diete squilibrate o ad essere ossessionate dal proprio corpo. Piuttosto è una soluzione fai da te per arginare emozioni spiacevoli come: vergogna, ansia e impotenza.
Mito 4: Di anoressia si può morire, ma gli altri disturbi alimentari non sono pericolosi.Falso. I disturbi alimentari portano a danni irreversibili: lesioni ossee, danni cardiaci, arresto della crescita, infertilità, danni renali.Per esempio chi soffre di bulimia spesso è normopeso e ha condotte eliminatorie, come il vomito, praticate di nascosto. Questo tipo di situazione è molto pericolosa perché apparentemente bisogna cogliere altri segnali di disagio, non evidenti ad un occhio esterno. Inoltre il vomito persistente può condurre a squilibri elettrolitici importanti mettendo a rischio di infarto cardiaco, causa frequente di morte per chi soffre di una bulimia severa.
Come affrontare il problema dei disturbi alimentari?
Provo a lasciarvi qualche suggerimento su come muoversi:
1. Conoscere e sapere in ogni occasione della vita è l'unico strumento che vi permetterà di capire e poter avere gli strumenti per prendere delle decisioni. Questo è un breve elenco con alcuni libri utili.
2. E' possibile rivolgersi all' Asl del proprio territorio per avere un quadro preciso dei servizi offerti nella vostra città dedicati ai pazienti e ai familiari. Potreste andare direttamente sulla pagina del Ministero della Salute dedicata ai centri italiani disponibili e fare una ricerca in questa mappa del posto più vicino a voi.
3. Partecipare alle iniziative e i convegni aperti al pubblico di realtà associative con professionisti che lavorano ogni giorno con pazienti affetti da DCA. Una delle associazioni italiane con una rete di contatti in molte regioni italiane è la FIDA e potete visitare la loro pagina web.
4. Se siete marchigiani vi suggerisco di dare un'occhiata al lavoro dell'HETA ad Ancona: diversi specialisti coordinati in un lavoro di equipe con percorsi individuali e familiari e tante iniziative d'incontro e scambio.
5. Se volete avere un'idea di come funziona un percorso psicologico potete guardare la pagina dei miei servizi dedicati ai disturbi alimentari.