I 4 Principi Regolatori di Prabhupada e di Matsyavatara das

Da Graziano

Marco Ferrini ha ribattezzato i quattro principi regolatori di Prabhupada “I quattro principi della libertà” e più volte ne ha spiegato i motivi; ricordo che essi sono: 1. non mangiare carne; 2. non fare sesso illecito; 3. non fare uso d’intossicanti e 4. non giocare d’azzardo.

Non mangiare carne l’ho sempre trovato naturale per chi pone alle fondamenta della propria vita ahimsa (non nuocere); non fare sesso illecito inizialmente l’avevo inteso nel senso di astenersi da rapporti fuori da una relazione in qualche modo istituzionalizzata: ho impiegato qualche tempo a capire che la giusta interpretazione era che la sessualità fosse collegata con la riproduzione. Non c’è bisogno di essere dei freudiani di ferro per capire che la sessualità è la modalità più diretta di scaricare la libido, la quale potrebbe essere declinata diversamente. L’argomento è da approfondire ed in seguito mi piacerebbe discuterlo nel blog, personalmente penso debba essere trovato il giusto equilibrio tra non repressione e gestione creativa della sessualità, in questo il maestro può aiutare. Quando ho esposto ironicamente a Matsyavatara das (das sta per servitore) la mia opinione dicendogli che se i principi regolatori (della libertà) fossero tre invece di quattro avrebbe avuto migliaia di discepoli, pensavo di aver fatto una battuta decente, ma lui prontamente mi rispose: “e che tipo di discepoli sarebbero?”. Mi fece riflettere.

Non fare uso d’intossicanti lo trovavo del tutto naturale e me lo spiego tuttora col fatto che Prabhupada si era trovato a predicare ai giovani americani della fine degli anni sessanta, era uno Yama (astensione negli Yoga Sutra di Patanjali) ovvio e necessario che non aveva bisogno di tante spiegazioni.

Invece il fatto di proibire il gioco d’azzardo mi è sempre parso qualcosa di ridondante e per questo mi sforzavo d’interpretarlo metaforicamente, per esempio nel non mettere “in gioco” cose importanti come la vita con sport estremi e spericolatezza in genere, nell’economia con l’astenersi dalle speculazioni finanziarie, ecc.

Ma da ieri ho cambiato idea.

Mi sono infatti imbattuto nella notizia di un convegno organizzato dai vescovi cattolici sul problema del gioco d’azzardo. Confesso di non aver mai pensato che 7 adolescenti su 10 hanno praticato il gioco d’azzardo on line, non sapevo che il 3% del PIL è bruciato in questo modo e che si parla, solo per il poker on line, di 2 miliardi e 300.000 Euro!

Se i dati sono questi si sta parlando della quinta impresa nazionale per volume d’affari.

Non mi inoltro in considerazioni psicosociali ed immagino che i partiti politici in crisi acutissima di consensi come sono cavalcheranno in malo modo la questione come sanno fare solo loro, qui mi preme constatare che ancora una volta, quel che mi pareva eccentrico degli insegnamenti di Prabhupada e di Matsyavatara das, si rivela invece molto concreto e niente affatto pittoresco.

Quindi: nell’incertezza sempre meglio seguire gli acarya, dalla loro parte gioca la tradizione, che anche solo per i tempi in cui sedimenta, lascia ciò che si dimostra valido ed espelle i capricci delle menti più o meno illuminate.

graziano rinaldi


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