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I "5 Saggi" (massimi consulenti economici del governo tedesco) bocciano pesantemente la Merkel

Creato il 12 novembre 2014 da Tafanus

I consulenti della Cancelliera tagliano la crescita della prima economia europera, dall'1,9 all'1,2% quest'anno, poi all'1% per il 2015. La critica implicita è di "predicare bene e razzolare male": troppa spesa pubblica, mentre agli altri si chiedono tagli (Fonte: Andrea Tarquini - Repubblica/Economia)

BERLINO - Solenne, grave bocciatura per Angela Merkel. Non viene dai paesi dell'Europa mediterranea, né dalla Linke, né dall'ala sinistra del Partito socialista francese. E nemmeno da amministrazione Obama e Fondo Monetario Internazionale. No, un durissimo giudizio sulla politica economica e di bilancio della grosse Koalition guidata dalla "donna più potente del mondo" è pronunciato dai Cinque Saggi, il massimo organismo tedesco di analisi e consulenza economico-finanziaria dell'esecutivo, nel loro consueto rapporto annuale reso pubblico stamane. Nella prima reazione a caldo, Angela Merkel ha subito respinto le critiche: i problemi dell'economia tedesca sono dovuti a fattori internazionali, non a decisioni del governo, dicono i suoi portavoce.
Il documento, di ben 400 pagine, in sostanza rimprovera alla Cancelliera e al suo governo di aver preso troppe decisioni che aumentano la spesa e che possono rendere più rigido e meno flessibile il mercato del lavoro, anziché fidarsi di più del mercato. E con il rallentamento della congiuntura la pericolosità delle nuove voci di spesa soprattutto legate al welfare appaiono ancor più pericolose. I Saggi infatti abbassano in modo pesante le loro prognosi di crescita del prodotto interno lordo della prima economia europera, dall'1,9 a un misero 1,2 per cento quest'anno, e di appena l'1 per cento (salvo imprevisti interni o internazionali) per il 2015, quindi meno dell'1,3 per cento previsto dall'esecutivo.
Implicitamente, i Wirtschaftsweisen rimproverano ad Angela Merkel e al suo governo anche di predicare bene ma razzolare male. Perché bocciano misure di aumento di spesa come la pensione garantita per le madri, la possibilità di andare in pensione a 63 anni, e il salario minimo garantito, come facile esecuzione di comode promesse elettorali, che porteranno a un aumento della spesa pubblica il quale, col raffreddamento della congiuntura appunto, e quindi con la prospettiva di meno entrate tributarie, si farà sentire in modo più marcato. L'argomento sottinteso: la Germania con questa politica di borsa larga per il welfare a casa dà anche un pessimo esempio e perde credibilità a fronte dei partner europei. Perché proprio lei, potenza egemone e aspirante leader dell'Eurozona e della Ue intera, prima raccomanda a tutti gli altri membri del club della moneta unica e dell'Unione in generale riforme dolorose, tagli alla spesa pubblica, deregulation, privatizzazioni e quant'altro. E poi a casa fa tutto il contrario. Vedremo come il giudizio dei Cinque Saggi peserà sul clima politico interno tedesco, sui mercati, e sul rapporto tra Berlino e i partner europei. Davvero non è detto che la facile (e anche un po' arrogante) smentita a caldo della cancelliera convinca tutti.

Andrea Tarquini

1710/1100/0800


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