La magistratura tira le somme e mette sul piatto della bilancia 50 indagati nell’indagine che ruota attorno all’Ilva dei Riva e il mondo politico.
Ci sta anche lui,Vendola.
Si quello che rideva con Archina’,dirigente dell’azienda ligure,al telefono.
Anche il sindaco Stefano risulta nell’elenco degli indagati e non fa certo effetto visto che lui,Ippazio,e’ stato sempre nella testa di tutti(o quasi tutti)i tarantini per gli ammiccamenti rivolti alla famiglia Riva.
Ma il discorso personalmente non gira attorno solo ai colpevoli della mala gestione tra un colosso industriale e una citta’,Taranto,che rivendica il diritto a vivere meglio.
Il fatto sta nel capire se noi tutti,siamo stati presi in giro e messi sull’altare del sacrificio azzerando una possibilita’ di vita normale.
Dobbiamo capire se la diossina nel sangue che abbiamo,ha nome e cognome e se,essa,potra’ mai essere vendicata dalla giustizia terrena.
Adesso,in un momento storico ove lavoro e crisi europea si affrettano a dirci che il nostro paese e’ quasi come la Grecia,la famosa questione legata allo scotto da pagare per lavorare e tenere su famiglia,arriva al bivio critico.
Si lavorare e morire.Ma lavorare e non fare nulla affinche’ esso,il lavoro appunto,diventi anche fonte da controllare,amministrare bene e difendere in nome di un altro diritto,la salute,messo da parte e’ priorita’ assoluta.
Adesso se giustizia e diritto devono combaciare,che avvengano pure in massa le scomuniche e i pegni da pagare dinanzi a noi.
Se la politica e’ rea di essere concubina degli intrallazzi,che venga messa a nudo,estirpata dai suoi attori senza dignita’.
Taranto deve avere questo.
Se poi tutto verra’ dimenticato,allora non restera’ che piegarci a un destino amaro,scritto nel dna di questa citta’.
Oppure,per chi ne avra’ voglia,continuare a lottare,crederci e andare per le vie della nostra citta’ a dire che io,tu,no..no,non ci piegheremo…MAI.