I 60 gatti "liberati" da "Le Iene": la risposta di Nadia Toffa

Da Eloisa @EloisaMassola
Dopo un lungo periodo di "silenzio stampa" (richiesto espressamente dall'ENPA), Natividad torna ad aggiornarvi sul "caso Toffa". Caso che, a quanto pare, sarà destinato a restare senza soluzione, visto che i poteri forti (inclusa la televisione e il finto giornalismo d'inchiesta) sembrano avere sempre e comunque la meglio nel nostro Paese...
Per chi non avesse seguito fin dall'inizio la vicenda, può recuperare le informazioni necessarie qui, qui e qui.
Tutto ciò che finora siamo riusciti ad ottenere (tanto noi, privati volontari, quanto l'ENPA) è stata una mail grondante buonismo da Nadia Toffa, che riportiamo:
Chiamati da alcune persone che denunciavano una situazione insostenibile dal punto di vista igienico sanitario da parecchi anni, noi de Le Iene siamo intervenuti con l'intenzione di velocizzare il processo di normalizzazione della vita di una famiglia e della comunità di gatti che ospitava nel proprio appartamento.
Le incredibili e precarie condizioni di vita (puzzo ed escrementi) che ci erano state denunciate, sono state purtroppo accertate al nostro arrivo.
La nostra convinzione, quando abbiamo chiuso il servizio, era che, a seguito del nostro intervento, i componenti della famiglia sarebbero stati seguiti dagli assistenti sociali e gli animali affidati all'Associazione Il Cucciolo.
E' poi invece accaduto, come appreso solo a posteriori, grazie anche agli amici dell'Enpa, che le istituzioni abbiano assunto una decisione differente da quella di affidare gli animali all'associazione Il Cucciolo, preferendo tenerli in loco (ci è stato riferito che detta decisione è stata presa assieme ai servizi sociali ed agli psicologi per aiutare la famiglia e per non creare ulteriori turbative a livello locale sulla vicenda; inoltre ci è stato riferito che l'affidamento all'Associazione il Cucciolo avrebbe contemplato che gli animali sarebbero stati portati via dal luogo in cui sono stati collocati).
Peraltro, sempre da informazioni riferiteci a posteriori, la comunità di gatti sarebbe costantemente monitorata tramite sopralluoghi periodici.
Non siamo purtroppo nella condizione di poter affermare con certezza che siano state prese le decisioni più giuste per gli animali e la famiglia; certamente, quello che possiamo garantire, seppur forse con il limite di un'inesperienza specifica sul campo (non lavorando quotidianamente a stretto contatto con gli animali), è che, come sempre ci accade, tutto quello che abbiamo fatto l'abbiamo fatto in totale buona fede, nell'auspicio di fare il bene di tutti.
Mi spiace pertanto se la decisione presa a posteriori del nostro intervento possa aver ritardato o complicato il corretto reintegro dei gatti a condizioni di vita ideali oppure determinato la dispersione di qualche soggetto, come appreso da alcune segnalazioni che ci sono pervenute.
Anche in considerazione del fatto che qualcuno potrebbe trarre da questa vicenda, mio malgrado, un messaggio errato per la gestione di casi analoghi, ci siamo ripromessi con l’aiuto degli amici dell'Enpa, di seguire con attenzione l’epilogo di questa vicenda.
Grazie a tutti per il Vostro interessamento
Nadia Toffa

Una scena del servizio realizzato da Nadia Toffa,
andato in onda lo scorso giugno


Da notare che Nadia si rivolge solo ed esclusivamente all'ENPA: «grazie agli amici dell'ENPA»... «con l'aiuto degli amici dell'ENPA»... Nessun riferimento alle settimane di commenti, mail e messaggi provenienti da noi privati cittadini - tutti rimasti invariabilmente senza risposta. Evidentemente la Toffa non si accetta di ricevere critiche dalla "gente comune", dal suo stesso pubblico e, per riuscire a interagire con lei, bisogna per forza essere supportati da un agguerrito ufficio legale.
Quanto a quel «seppur forse» con cui la Toffa ammette di aver agito con leggerezza e incompentenza, crediamo che esso si commenti da sé e lasciamo ai nostri lettori ogni considerazione sul caso.
Ci limitiamo a constatare che chi ha «un'inesperienza specifica sul campo» dovrebbe astenersi dall'intervenire con tanta decisione su una situazione già di per sé problematica.
A nessuno, se privo della necessaria preparazione, verrebbe mai in mente di improvvisarsi medico, veterinario, avvocato o insegnante. Non capiamo per quale motivo dovrebbe invece essere possibile intervenire su una colonia felina da parte di chi non ha esperienza alcuna nella gestione di gruppi numerosi di gatti e di prevenzione del randagismo. Forse perché, dopotutto, si tratta "solo" di animali?

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