Leggi l'articolo su ResetNei Balcani la depressione economica globale ha lasciato strascichi pesanti. Il 2016 sarà il primo anno in cui, dal 2009, nella regione non ci saranno paesi in recessione. Si chiude questa crisi, ma se ne apre un’altra: quella dei rifugiati. Sta mettendo a dura prova i governi e alza il tasso di vulnerabilità di questo lembo d’Europa.Nel frattempo il processo di allargamento europeo procede troppo a rilento e questo comporta l’emergere di stanchezza, malumori e risentimenti, in un’area in cui già ci sono picchi vertiginosi di esclusione sociale. Attecchiscono, così, le sirene della militanza islamista. La componente balcanica dei foreign fighters è limitata, ma il fenomeno diventa non trascurabile se rapportato alle dimensioni demografiche dei paesi d’origine.L’incrociarsi di questi fattori non aiuta a ricomporre le fratture della regione. Anzi.
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Montenegro nella Nato, Bosnia impantanata, Serbia strattonata: la lunga analisi di Matteo Tacconi pubblicata su Reset alla fine del 2015 per capire i riflessi della crisi tra Occidente e Russia nell’ex Jugoslavia.