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I balilla delatori del premier

Creato il 07 giugno 2012 da Albertocapece

I balilla delatori del premierLicia Satirico per il Simplicissimus

Qualche anno fa, nel corso di un’intervista televisiva, Rita Levi Montalcini disse che quando fai un figlio non sai mai chi ti metti in casa. Secondo “Libero” potremmo avere in casa addirittura un piccolo collaboratore di Equitalia, uno zelante delatore fiscale non imputabile e sfruttato dal governo per fini abietti. Il giornale diretto da Maurizio Belpietro pubblica oggi uno scottante scoop sull’iniziativa “Legalità a scuola”, proposta dalla preside della scuola elementare “Piscicelli” di Napoli in collaborazione con l’Agenzia delle entrate della regione Campania.

L’idea si propone l’obiettivo di formare la coscienza civile dei giovani con un’educazione sentimentale ai valori del fisco. I ragazzini di quarta e quinta elementare avranno un singolare compito per le vacanze: dovranno fare attenzione al rilascio (o al mancato rilascio) dello scontrino fiscale nei bar, nei ristoranti e nei negozi da loro frequentati, annotando gli episodi che li colpiranno di più in temi che, nel prossimo anno scolastico, saranno letti in aula alla presenza di funzionari dell’Agenzia delle entrate. Senza timore del ridicolo, Libero parla di arruolamento di piccoli 007 “con i galloni di spioni” di età compresa tra i nove e gli undici anni.

Belpietro e i suoi non hanno dubbi: è roba “vicina a operazioni di regime”, illustrata con riferimenti dettagliati alla gioventù hitleriana, ai balilla nel ventennio, all’infanzia sovietica, alla Cina di Mao, ai bambini-soldato di Pol Pot e all’immancabile sinistra italiana liberticida. Seguono un’intervista preoccupata allo psicologo del lavoro Stefano Gheno e una godibile disquisizione sulle «politiche per l’infanzia attuate per le dittature, tutte così sinistramente simili tra loro». Certo, lo «scenario maoista» sarebbe pur sempre figlio dei tempi: il padre denunciato dal figlio non rischia più la vita, ma al massimo una cartella di Equitalia. I “tempi duri per i furbetti” annunciati da Monti si tradurrebbero così in una mossa disperata, parodistica, «per penetrare l’omertà fiscale di alcune zone del Sud».

Pensando al governo Monti e ai trascorsi del premier nelle agenzie di rating pare difficile evocare giusto uno scenario di tipo maoista. A parte questo godibile dettaglio, però, la sensazione è quella di un duplice colossale lapsus del quotidiano di Belpietro. Il primo lapsus è di tipo, per dir così, quantitativo: l’iniziativa di una scuola elementare è presentata come il primo tassello di un disegno governativo nazionale, basato sul fondamentale contributo di minorenni appena scolarizzati. Il singolo progetto educativo viene illustrato come grottesco piano B di lotta all’evasione su scala nazionale: è un po’ come scambiare Fantozzi per il capo della Spectre o Befera per Belfagor (senza nulla togliere ai metodi paideutici di Equitalia).

Il secondo lapsus è invece di tipo qualitativo, ed è molto più grave: Libero criminalizza l’annotazione delle “piccole evasioni” in una regione definita dallo stesso quotidiano come “la culla del nero”, come se la cultura del rispetto delle leggi dovesse fondarsi sulla distinzione tra evasioni “tollerabili” e “intollerabili”. In un orientamento del genere si coglie ancora l’eco delle dichiarazioni dell’ex premier sulla giustezza del non pagare le tasse “esagerate”, sulle autorizzazioni morali all’evasione, sui condoni e sui lavori in nero che hanno preceduto i tempi montiani del rigore e dei sacrifici.
È deprimente pensare che un bambino sia culturalmente manipolato perché impara a riconoscere un evasore, foss’anche “piccolo”: deprimente quasi come pensare che “Libero” ci costringa, per una volta soltanto, a difendere l’Agenzia delle Entrate. Altri sono i problemi dell’evasione nel nostro Paese: i redditi occulti, i proventi illeciti, i flussi di denaro sotterranei e abilmente protetti fanno da contraltare a una pressione fiscale insostenibile nei picchi e nei metodi, che grava solo su alcune categorie di persone a vantaggio di privilegi antichi e invulnerabili. Che certo non possono essere spodestati da ispettori undicenni reclutati a loro insaputa.


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