Magazine Curiosità
La perdita di contatto con l’ambiente naturale implicita nell’odierno stile di vita altamente urbanizzato, non è senza conseguenze, il numero di disturbi, disagi e difficoltà che affliggono i giovani di oggi è superiore a quello che poteva turbare la gioventù dei loro nonni. Mancando la possibilità di esprimere e scaricare l’energia connessa con la giovane età, questa vitalità repressa finisce col diventare fonte di nevrosi e innesca un circolo vizioso, dannoso al giovane. “Sindrome da deficit di natura” viene oggi definita questo estraniamento diffuso nei confronti della natura che si traduce sul piano comportamentale in fobie, ansia, difficoltà a socializzare, scarsa autonomia oppure iperattività. I bambini, i ragazzi, hanno bisogno di correre, saltare, esplorare, toccare con mano, annusare, assaggiare, sporcarsi… ne hanno bisogno per crescere sani, fisicamente, emotivamente e mentalmente. Non serve una preparazione particolare per porsi l’obiettivo, come genitore o educatore, di favorire un recupero del rapporto con l’ambiente naturale, serve solo averne il desiderio e creare le opportunità giuste in cui i bambini possano scoprire quella che è una loro inclinazione spontanea: emersi da poco dal mistero dell’universo, essi ancora ricordano la loro origine comune a tutte le forme di vita. Se vogliamo avvicinarli alla natura, dobbiamo soltanto lasciare loro campo libero, bastano pochi spunti e sapranno notare anche i dettagli più piccoli, dialogare con sassi e ranocchie, scorgere i regni delle fate e degli elfi. Ma oltre a lasciarli liberi di scorazzare nel verde, di sporcarsi, di “toccare con mano” il nuovo ambiente, è importante accompagnarli nei loro giochi e lasciarsi coinvolgere nelle loro esplorazioni. Si coglierà così una buona occasione per tornare a propria volta un po’ bambini e ritrovare quella magica capacità di meravigliarsi che permette di guardare la vita con curiosità ed entusiasmo. Questi sono alcuni spunti per passare dei bei momenti in natura con i propri figli, allievi, compagni di gioco. Punti di partenza per l’invenzione di nuovi giochi, con l’obiettivo di creare legami reciproci di fiducia e amore anche nei confronti del mondo. Chiedere il permesso di entrare… Prima di entrare in un bosco, prato o sentiero, possiamo fermarci un attimo per renderci conto che stiamo per entrare in “casa d’altri”. Così come gli antichi romani si rivolgevano al genius loci, lo spirito del luogo, anche noi possiamo imparare e abituare i nostri bambini a essere più presenti nel passeggiare in natura e più attenti ai “regni” che attraversano. L’invito è quello di: 1. Chiedere il permesso di entrare; 2. Rassicurare sulle proprie buone intenzioni; 3. Chiedere protezione sui propri passi. Esplorare gli elementi “Non bagnarti”, “non sporcarti” sembrano essere la parole d’ordine dei genitori moderni, ignari delle avventure dei loro nonni o bisnonni, in cui – senza televisione o play station – gli unici divertimenti consistevano in avventure nei boschi, corse a perdifiato sui prati e pericolanti scalate verso le cime degli alberi. Giocare con la terra e con l’acqua, con la neve e anche con il fango – anche a costo di dover fare una lavatrice in più – offrono una importante fonte di apprendimento, nonché di divertimento. Quello che si impara è a non aver paura di entrare il relazione con il mondo anche quando non è tutto liscio, disinfettato e prevedibile. La vita stessa è una continua sorpresa e scoperta. Stimolare l’atteggiamento del gioco nell’incontro con i diversi elementi apre la mente e il cuore verso ogni diversità. Finestra sul prato Sappiamo aspettare a lungo per la visione di una marmotta, di un capriolo o di altri animali selvatici, ma anche esserini più piccoli possono riservare sorprese non meno emozionanti. Basta delimitare con quattro bastoncini un'area di 20x20 cm in un prato e predisporsi all'osservazione. Si entrerà così nel regno di tutte quelle piccole cose che strisciano, saltano, zampettano e volano, che potremo osservare dall’alto come se vedessimo belve in un arena grande quanto il Colosseo. Gli insetti, in quanto originalità, bellezza, agilità non hanno nulla da invidiare a nessuno, non a caso sono spesso presi a modello per personaggi del mondo dei fumetti. Quanti verdi vedi? “Di che colore è questa foglia?”.“Verde”. “E quella?”. “Verde”. “Ma è lo stesso verde?”. Cercate tutti insieme quanti diversi verdi trovate attorno a voi e divertitevi a dare a ogni sfumatura un suo nome caratteristico. Questo è un modo per risvegliare l’attenzione alla molteplicità di stimoli sensoriali. Equilibri Naturali - Ecopsicologia nei Parchi della Provincia di Modena, Scuola di Ecopsicologia Fonte: www.lifegate.it
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