Rilanciamo un articolo del 2011 a firma di Alessandro Greco. Il testo, che collega i batteri alle idrometeore (neve, grandine, pioggia), risulta quanto mai attuale, visti i recenti e disastrosi nubifragi provocati spesso da armi chimiche, elettromagnetiche e biologiche. L'articolo collega le precipitazioni ai batteri, in particolare Pseudomonas syringae. Gli scienziati - scrive Greco - hanno scoperto i batteri nella pioggia e nella grandine in questi ultimi anni, ma sappiamo che questi patogeni sono diffusi, durante le operazioni chimico-biologiche, al fine di provocare precipitazioni, in luogo dello ioduro d'argento. Ecco perché la flora è danneggiata, è per questo che strane malattie uccidono le persone: le piogge, quando cadono, sono spesso distruttive ed artificiali. L'autore fornisce delle informazioni che ci permettono di intuire da dove venga l'aggressivo Escherichia coli, il cui focolaio si è diffuso recentemente in Germania...
I batteri che vivono in atmosfera possono essere la scintilla necessaria per grandinate e piogge e nevicate. Nel giugno del 2010, una grandinata con chicchi di più di cinque centimetri di diametro, nello stato del Montana, Stati Uniti, portò ad a una scoperta singolare: i batteri possono essere responsabili della formazione di pioggia, neve e grandine.
"Ero nel campus della University (Stato del Montana a Bozeman, negli Stati Uniti), quando questi enormi chicchi hanno cominciato a cadere, rompendo le finestre. Li abbiamo raccolti ed analizzato ciò che era nel loro nucleo ed abbiamo trovato una grande quantità di batteri", ha spiegato Alexander Michaud, durante una teleconferenza per presentare la sua ricerca, in occasione della centesima ed undicesima Assemblea generale della Società statunitense di Microbiologia, tenutasi a New Orleans, Stati Uniti.
I cubetti di ghiaccio sono stati divisi in quattro strati, sono stati sciolti e la loro composizione è stata analizzata separatamente. Più Michaud ed i suoi colleghi si sono avvicinati al 'cuore' della grandine, più sono stati trovati microorganismi. "Erano vivi, anche se non è necessario che questo avvenga in modo da formare la grandine", ha spiegato Brent Christner, Louisiana State University, che ha anche partecipato ai lavori del simposio.
La loro presenza nella regione atmosferica da cui si forma la grandine è un indicatore che i batteri possono essere responsabili della sua formazione. "Quello che possiamo affermare è che i batteri hanno un ruolo nella creazione della grandine. Ora, quanto ciò sia importante su scala globale non è ancora noto", ha dichiarato Christner.
Normalmente, i pollini ed i granelli di polvere sono considerati capaci di agglutinare le gocce d'acqua presenti nelle nuvole fino a quando non sono abbastanza grandi da trasformarsi in pioggia, neve o nevischio. Perché questo accada, però, l'acqua deve essere ad una temperatura molto inferiore a quella esistente di solito tra le nuvole.
In altre parole: in teoria, i granelli di polvere non dovrebbero essere responsabili della creazione dei nuclei che danno origine a pioggia, ghiaccio e grandine. La chiave può trovarsi nei batteri: "Sappiamo che solo l'1% dei microbi è in grado di creare questi nuclei. Dobbiamo ancora scoprire circa il restante 99%", ha spiegato Christner.
La nuova ricerca mostra che una grande varietà di batteri e funghi ed alghe, come le diatomee, si trovano tra le nuvole e possono essere usate come innescante delle precipitazioni, nell'ambito di un settore in crescita, definito delle biopreciptazioni.
L'agente patogeno delle piante, Pseudomonas syringae, è stato studiato e svolge un ruolo importante nella formazione di neve in tutto il mondo, tra cui l'Antartide, dove ci sono poche piante. Adatto a creare ghiaccio a temperature al di sopra del punto di congelamento normale dell'acqua, il batterio è dotato di una speciale sostanza che lega le molecole d'acqua in una disposizione ordinata e, in questo modo, è più facile che si formino cristalli di ghiaccio.
Fonte: Tankerenemy.com
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