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I blog che se ne vanno

Creato il 23 ottobre 2014 da Massimo Citi
I blog che se ne vanno
Oggi ho dato un'occhiata al mio blog.  Cose da poco, verificare i collegamenti, controllare se qualcosa non conduceva a nulla o su una pagina di turco o in russo.  Puntualmente trovate, detto di passata. Eliminare cose passate di moda o di interesse. E i collegamenti con altri blog.  Questo è un dato che tengo d'occhio da un po' e a essere onesti gli unici blog che viaggiano normalmente con post più o meno regolari sono stati quelli di Nick il Noctuniano, quello di Romina Tamerici e il blog in lingua inglese di Davide Mana, "Karavansara". Qualche segnale di vita è arrivato da Kokoro, da Salomon Xeno e da Davide Mana col suo blog rustico e campagnolo, "Fra le province". I blog "ufficiali", come "Letteratitudine", "Malpertuis" o "Il futuro è tornato" procedono con i propri ritmi e tempi, come prevede la loro struttura di riviste o fanzine.  E gli altri? Normalmente il mio blog ospita una trentina di link ad altrettante indirizzi di blog, riviste, ecc. E giusto oggi mi sono trovato a eliminare cinque link a blog moribondi o decisamente defunti.  Cinque link. Altri ne ho tolti qualche tempo fa, tipo tre o quattro mesi. Ohibò. È possibile che sia stato il mio leggendario fiuto a spingermi a collezionare blog suicidi o sta succedendo qualcosa del quale non sono stato avvertito? Non sono uno che ama navigare in internet ma per curiosità ho provato ad andare a vedere i blog confinanti con il mio nella logica googliana ("blog successivo"->"blog successivo -> ecc. ecc.) e ho ripescato una ventina di blog, un paio monotematicamente (o monomaniacalmente) dedicati al calcio gli altri di varia umanità, in gran parte fermi al 2013. O al 2012. O al 2010. 
I blog che se ne vanno
Kzzz. Avete presente quei film dove uno si sveglia e comincia a girare per le strade senza incontrare nessuno? Ma proprio nessuno. Beh, la sensazione è quella.  Tutta  colpa di Album-di-facce? O di Cinguettante? Può darsi, può darsi, certo, anzi è probabile. Resta il fatto che il fenomeno blog mi sembra abbia avuto un crollo preoccupante, ultimamente.  Come ho già spiegato non ho tempo per FB né per Twitter. Nel senso che essere sapido, sardonico, ironico, satirico e brillante a comando mi richiede un sacco di fatica, senza contare lo sforzo alla lunga strianante di essere sempre cool per divertire tutti.  E quanto al turpiloquio, sono fermo all'altro secolo.  Non il XX, il XIX. I blog sono pesanti, probabilmente, meno rapidi, richiedono una lettura (aaaahhhh, quelle horreur!), in qualche caso obbligano a riflettere, in qualche altro spingono a informarsi o a controllare su internet o in biblioteca (aaaahhhh, quelle horreur [2]!) e non ci siamo assolutamente. Ma non è necessario pensare che sia in atto la prevalenza del cretino, semplicemente basta riflettere sui tempi di vita che abbiamo tutti. Sul tempo spezzettato e distrutto con il quale dobbiamo sopravvivere.  In questo senso FB e Twitter sono lo strumento ideale - forse l'unico strumento - per non scomparire completamente e sentirsi almeno in parte vivi nel mondo virtuale.  I blog danno sempre di più l'idea di essere roba da intellettuali, da perdigiorno, da rentiers Richiedono un pensiero coerente, un ragionamento conseguente, prove o quantomeno fonti. Vuoi mettere con «Oggi è un giorno no. Non scrivetemi (:-z)».  Il moderno sistema finanziario-industriale ci concede la possibilità di leggere banalità su FB e su Twitter.  Tutti pronti?  Applausi.  
I blog che se ne vanno

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