Lui ha 50 anni, lei 13. I genitori di lei si prendono una dote di 100 mila dollari ed è fatta: matrimonio. Questa storia nigeriana sembra la fotocopia di tante altre, provenienti dall’ Africa o dalla penisola araba. Ma questa è diversa dalle altre: primo perché lo sposo è senatore di uno Paese dove non vige la Sharia e secondo perché stavolta a far sentire le proprie voci contro il matrimonio si sono levati in tanti, attraverso la Rete.
“Non nascondiamoci dietro a nessuna forma, religione o cultura per deprivare i bambini del diritto di vivere e condurre una vita normale”, scrive dal suo blog Adeola. Mentre Sokari, da Blacklooks, spiega: “Le questioni in gioco sono due: i diritti dei bambini e il fatto che in questo momento esistono due Nigerie: gli Stati del Nord che seguono la Sharia, e il resto del Paese; i primi vanno allontanandosi sempre più dalla struttura federale del Paese e scelgono a piacere quali leggi federali e internazionali rispettare e quali invece ignorare”.
Il senatore nell’occhio del ciclone, Ahmad Sani Yerima, si è difeso durante un’intervista alla Bbc citando il Corano: “Considero la legge divina e quella del suo profeta superiori a qualsiasi altra legge. Non rispetterò nessun’altra norma che le contraddica e chiunque voglia sanzionarmi per questo è libero di farlo”.
Ma i blogger nigeriani insorgono: Funke Aboyade scrive “Davvero? E allora perché siede nel Senato? Ha giurato o no di rispettare la Costituzione della Repubblica Federale della Nigeria?”, mentre Akin si chiede fin dove possa spingersi la religione “L’Islam deve forse andarci di mezzo perché un uomo ha voluto soddisfare la sua voglia di carne fresca [?]”.
Insomma, il conflitto tra legge religiosa e legge dello Stato si acuisce in Rete, dove i blogger discutono da giorni sulle divisioni interne della Nigeria. La popolazione si divide infatti tra una maggioranza musulmana del Nord e una maggioranza cristiana del Sud e le tensioni fra le due culture diventano a volte insanabili, come denuncia Sokari:
“L’associazione Women Empowerment and Legal Aid [WELA] chiede che il Governo Federale arresti e punisca Yerima per traffico di minori, ma non per matrimonio forzato e stupro. Perché? Yerima ha sposato una giovane in base alla Sharia e l’età legale per sposarsi in Nigeria settentrionale resta 13 anni. È un comportamento classico sotto tutti gli aspetti. Nessuno ha il fegato di esporsi, di accusare quest’uomo, esporne i reati e opporsi a una legge, una religione o altro, che viola i diritti dei bambini riconosciuti da tutte le norme internazionali e africane sui diritti umani”.
Per leggere altri commenti potete collegarvi a Global Voices, il sito che raccoglie le voci dei blogger di tutto il mondo.
Ma siamo sicuri poi che nel nostro Stato l’influenza religiosa, pur senza arrivare a questi palesi eventi, sia diversa?
Fonte: Wired
COMMENTI (1)
Inviato il 28 maggio a 15:42
sembra che in tanti posti posti del mondo i bambini non abbiano nessun diritto ma siano solo una merce di scambio